Vacanze a Praga: hotel ,voli aerei, informazioni


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Praga: prima i mercati, poi il municipio, infine l'ateneo istituito da Carlo IV e i centri della Chiesa nazionale russita , formarono tra il X e il XV secolo (intorno all'odierna Staroméstské nàméstí) i poli dello sviluppo civile di Praga. Ad essi si unirono nel corso del '600 il monumentale quartier generale dei Gesuiti, tra nuovi luoghi di culto in stile barocco e vecchie chiese adattate in diverso modo all'ultimo stile arrivato dall'Italia, e le residenze della cosmopolita nobiltà del Sacro Romano Impero.

E per queste vie dovette passare anche Franz Kafka, tra il 1896 e il 1907 stabilitosi nella Celetnà. Bellissima anche la città vecchia di Praga (3 ore circa per visitarla a piedi).
 
Staroméstské nàméstí
Piazza della Città Vecchia, centro di Praga, è completamente definita da edifici d'epoca, frutto non di un programma unitario ma di successivi sistemazioni. Nel vasto spiazzo spicca l'imponente pomník Jana Husa gruppo in bronzo visibilmente influen­zato dallo stile Secese. Fino all'8 maggio 1945 l'area della piazza adesso a verde era occupata da un'ala del radnice: in quella data i nazisti fecero saltare gran parte dell'edificio, determinando insanabile perdita di un importante patrimonio archivistico. 
Staroméstskà radnice
Il munici­pio della Città Vecchia conservò tale ruo­lo fino al tardo '700, quando l'unificazione di di Staré Mésto, Malà Strana, Hradcany e Nové Mésto vi fece posare il centro am­ministrativo dell'intera Praga, spostato ai primi del '900 nel palazzo comunale di Ma­riànské nàmèstí.
Torre dell'orologio
L'orologio astro­nomico riproduce un punto di riferimen­to per gli appuntamenti di praghesi e turi­sti; il meccanismo, innalzato intorno al 1410 da Mikulàs di Kadan e rimaneggiato di re­cente, dà spettacolo subito dopo il battere di ogni ora (dalle 8 alle 21), allorché due fi­nestrelle si aprono lasciando apparire in successione statue policrome degli Apo­stoli, mentre altre statue sempre in vista si agitano in accompagnamento; la tromba che segnala la fine della sequenza vorrebbe essere il canto del gallo dorato che sovra­sta il teatrino.
Gli edifici del municipio
Mettendosi di fronte all'orologio si verifica come il mu­nicipio consti di diversi immobili, acquistati in fasi successive. La prima sede fu l'edificio d'angolo a destra, in precedenza abitazione del mercante Wolflin von Ka­men; sovrastato nel 1364 dalla torre, il complesso fu rimaneggiato tra '400 e'500. Seguo­no, da destra a sinistra, l'ex casa Kríz, dalla notevole finestra rinascimentale, l'ex casa del pellettiere Mikes, riedificata in forme neo­rinascimentali tra 1879 e 1880, infine la go­tica dúm U kohouta, dalla fronte rinnovata in stile Impero nel 1830.
Dal filo di facciata del municipio sporge, ri­vestita di graffiti seicenteschi con scene bi­bliche e classiche, la casa al Minuto, dove la famiglia Kafka dimorò tra 1889 e 1896.
Gli ambienti. All'interno del radni­ce, le scale portano a stanze con soffitti rinascimentali decorati, e più in alto a quella dove nel 1458 Giorgio di Podè­brady fu scelto re di Boemia. Oltrepassato il salone municipale tardo-ottocentesco, con grandi tele contemporanee, si arriva la sala municipale tardo-gotica, con decorazioni di legno intagliato, stemmi delle corporazioni e della città, e una statua go­tica del Cristo.
Scendendo, si può visitare anche la cappella gotica appendice dopo il 1348 al primo piano della torre, rinnovata nel 1381 e restaurata dopo l'ultima guerra.
Sv. Mikulàs
La chiesa di S. Nicola, edificio in stile barocco costruito tra 1732 e 1737 su progetto di Kilian Ignaz Dientzenhofer, rivolge alla piazza la sceno­grafica fronte laterale destra, con la coppia di torri che, riproducendo uno schema tripar­tito borrominiano, inquadra portale e cu­pola; la ornano statue coeve di Anton Braun.
Ultima in una serie di edifici di culto segnalati in que­sto luogo fin dal 1273, la chiesa divenne, dopo la soppressione dei Benedettini slavi cui apparteneva, archivio e poi sala da concerti, passando nel 1871 alla Chiesa russa ortodossa e infine, dal 1920, a quella hussita ceca. L'interno evidenzia la centra­lità dominante della cupola ottagonale, con quattro identici vani ellittici ai lati pari, ed è un ottimo esempio della genialità di Dientzenhofer nel modulare linee curve in ascesa.
A destra della chiesa, la Maislova conduce all'expozice Franze Kafky preparata là dove spuntava la casa natale dello scrittore.
Tynsky chràm
Sull'orizzonte Iella Città Vecchia alzano fino a 80 m d'altezza le due torri della chiesa di Panna Baria préd Tynem, meglio nota come tempio di Tyn e esaminata una tra le più importanti espressioni del gotico praghese. II tempio, innalzato a partire dal 1365 sul luogo di chiese precedenti, divenne quartier gene­rale degli hussiti, e sotto il regno di Gior­gio di Podébrady vi fu alzato al centro del frontone un calice d'oro, simbolo utra­quista. Dopo la bat­taglia della Montagna Bianca, i cat­tolici vittoriosi fecero fondere il calice, ri­cavandone le parti d'oro della statua della Vergine che da allora ne ha preso il posto.
Interno di Tynsky chràm.
L'inter­no della chiesa, a tre navate, già attorno al 1380 doveva aver assunto le forme attuali, e nel '600 venne barocchizzato senza ec­cessiva forza. Le volte, crollate dopo un incendio nel 1679, sono il risultato di un rifacimento di Giovanni Domenico Orsi. Nella navata centrale si notino pulpito e baldacchino tardo-gotici.
La pala dell'Assunta all'altare maggiore è di Karel Skréta. AI quarto pilastro destro è po­sta la tomba dell'astronomo danese Tycho Brahe, che presentò un sistema di compromesso tra quello tolemaico e il modello copernicano: secondo la sua teo­ria, i pianeti giravano intorno al sole, ma questo gravitava intorno alla Terra.
Tyn
Percorrendo la Tynskà si può arrivare velocemente la grande corte doganale del Tyn, che anticamente faceva da cuore alle funzioni mercantili cit­tadine. Al N. I, la dúm Granovskych, di gusto rinascimentale italiano, ha la loggia al piano nobile decora­ta a chiaroscuro con scene bibliche e mito­logiche.
 
Sv. Jakub
Se si continua lungo la Tynskà circondando da sinistra il Tyn, si giunge alla chiesa di S. Giacomo, di­stinguibile per la presenza in facciata dei vistosi stucchi operati dallo specialista  Ottavio Mosto, unici a Praga.
L'edificio nacque romanico a parti­re dal 1232 per iniziativa dei Minorili ma fu rifatto gotico tra 1335 e 1374, divenendo la più lunga chiesa cittadina dopo la Cattedrale di S. Vito. A seguito del grande incendio che colpì Staré Mésto nel 1689, l'interno venne totalmente modificato entro il 1702. Mantenendo l'insolita altezza e profondità dell'ambiente gotico, Jan Simon Pànek gli ha assegnato un slancio eccezionale, sottolineato da una luminosità che mette in risalto le volte affrescate da Franz Maximilian Vogt e l'infilata degli al­tari lignei.
Celetnà
La strada, fin dal me­dioevo fra le più rilevanti ed raffinati della città, fa parte della "Via Reale" che i re eletti di Boemia camminavano verso il Castello per essere incoronati. Si presenta costeggiata da palazzi d'epoca quanto da negozi di un certo rilievo ed è chiusa al traffico per quasi tutta la lunghezza. Per­correndola dalla piazza, meritano attenzio­ne al N. 12 Hrzónsky palàc, su progetto di Giovanni Battista Alli­prandi, al N. 13 Careno-Millesimov­sky palàc  della metà del '700, con persistenze gotiche, e al N. 34, casa alla Ma­dre nera di Dio, edificio cubista caposcuo­la di Josef Gocàr, con esposizione illuminante del movimento.
Pra"snà bràna
La Porta delle polveri, sorta di arco di trionfo lungo la "Via Reale", innalzata da Matthias Rejsek (1475-89) sul luogo di uno dei 13 varchi nelle mura duecentesche, marca la comu­nicazione tra la Celetnà e la più esterna piazza Repubblica. Decaduta, riutilizzata, ridotta a deposito di munizioni - di qui il nome - la torre-por­ta è stata rimaneggiata tra 1875 e 1886.
Obecní dúm
La casa Civi­ca è il più importante edificio del primo '900 praghese; voluta dall'amministrazio­ne cittadina come grande centro cultura­le e ricreativo, venne innalzata tra 1903 e 1911 da Antonín Balsànek e Osvald Polívka,.
 Su que­st'ultima prospetta la fronte principale: due ali articolate su una rotonda, nella quale si apre l'ingresso monumentale. L'edificio, ristrutturato nel 1997, mantiene decoro e arredi tali da farne uno dei luoghi migliori per prendere conoscenza in dettaglio dello stile Secese: sedersi a un tavolino della sala da tè e da caffè o osservare nei locali d'accesso basta a darne l'idea. Di fronte alla Obecní dùm, occupa il N. 4 ca­sa agli Irlandesi, ex complesso monastico passato nel 1629 ai Francescani irlandesi. Dopo le soppressione, l'edificio ven­ne trasformato in dogana, per essere poi dotato di facciata in stile Impero e infine ristrutturato ad am­biente espositivo e fieristico. Sempre su nàmèstí Republiky affaccia la chiesa di sv. Josef , dei Cappucci­ni; la statua di S. Francesco Serafino all'e­sterno proviene da ponte Carlo.
Karolinum
L'edificio al N. 9 della Zeleznà è fin dal 1383 una delle se­di maggiori dell'Universitas Carolina fonda­ta da Carlo IV nel 1348, prima istituzione del genere nell'Europa centrale.
Il Karolinum in quanto edificio, che nel 1611 era diventato centro delle funzioni accademiche, fu rimaneggiato barocco nel 1718 da Frantisek Maxmiliàn Katika, e rigoticizzato tra 1881 e 1882; dopo la se­conda guerra mondiale è stato oggetto di nuovi interventi, dai quali è stata rispar­miata, sulla fronte laterale sinistra, una cappella gotica a sporto. Demanda­ti ad altre sedi i compiti scientifici e didat­tici, una delle sale serve alle cerimonie di laurea.
Havelskà
Il tracciato della via e quello quasi parallelo della Rytírskà furono delimitati attorno al 1230, alla fondazione di un nuovo quartiere mercantile, cui Venceslao I assegnò due anni più tardi i diritti di città.
L'odierna V kotcích, tra la Havelskà e la Rytírskà, corrisponde al corridoio centrale su cui dal '300 al '700 si aprivano due sfilate di 32 botteghe ciascuna, ordinatamente allineate a costituire un grande mercato coperto. Gli edifici attuali, sorti dopo il 1830, rispettano il vecchio impianto, le cui estremità sono tuttora marcate dalle due piazze che servivano ai mercati della frutta e del carbone. Nel corridoio trovano oggi posto bancarelle al minuto. AI N. 31 della Rytírskà, dà alloggio a iniziative di rappresentanza ordinario russa - durante il passato regime vi era collocata la casa della Cultura Sovietica - lo stabile di un ex convento carmelitano, innalzato tra 1671 e 1738 da Martino Lurago su progetto di Giovanni Domenico Orsi.
La sua storia si collega con quella della contigua S. Gallo, dalla quale il quartiere ha preso nome: parrocchiale di Havelské Mèsto e in seguito centro hussita, fu poi indirizzata ai Carmelitani e riedificata in stile barocco assieme al convento.
Al N. I di Uhelny trh, d'angolo con la Skoirepkà, la dúm U trí zlatych Ivú (casa ai Tre leoni d'oro) faceva parte al compositore Franz Xaver Duschek, di cui Mozart fu ospite in occasione della prima del Don Giovanni, andata in scena il 29 ottobre 1787 al vicino Stavovské divadlo.
Sempre da Uhelny trh, la Martinskà condu­ce a S. Martino al mu­ro, dove nel 1414 fu commemorato per la prima volta il rito utraquista. Romanica dei primi del XII secolo, poi inglobata nelle mura due­centesche e gradualmente ricostruita in for­me gotiche, la chiesa acquistò più avanti ele­menti barocchi; dismessa a fine '700, è stata molto restaurata tra 1905 e 1906.
Betlémské nàméstí
Piazza di Betlemme prende nome dalla Betlémskà kaple, cappella innalzata tra 1391 e 1394, passata nel '600 ai Gesuiti, distrutta nel 1786 dopo la loro abolizione. L'edificio in stile ora visibile è un rifacimento basato su documenti d'epoca, a ricor­do delle prediche che Hus tenne nella cap­pella originale tra 1402 e 1413.
Dúm U Halànkú. Posta al N. I della piazza è un complesso di edifici di origine gotica, più volte riedificato e appartenuto allo studioso Vojta Nàprstek, che per primo interessò dagli Stati Uniti in Boemia frigoriferi, lavabiancheria e macchine da cucire: l'ala posteriore ospita il Nàprstkovo muzeum, con le collezioni di etnografia asiatica, africana e americana del Nàrodní muzeum.
 
Husova
Lungo la via dedi­cata a Jan Hus svetta la costruzione gotica di S. Egidio, ricostruzione di un precedente edificio romanico condotta tra 1330 e 1371.
Nel 1733 Frantisek Spacek ebbe dai Domenicani, cui la chiesa era passata nel 1662, l'incarico di adattare l'interno al gusto barocco del tempo, problema risolto con bravura mantenendo molto dell'archi­tettura esistente; gli affreschi prospettici nelle volte sono di Wenzel Lorenz Reiner.
Al N. 17 della Husova si trova la particolare birreria U zlàteho tygra, quasi sempre affollata di pra­ghesi.
L'abside di sv. Jiljí dà sulla Jilskà, pressoché parallela alla Husova; al N. 4 la cinquecen­tesca dùm U Vejvodú ospita una tra le po­che birrerie con una sala assegnata ai non fumatori.
Malé nàméstí
Attraverso piazza Piccola - che comunica con Staromé­stské nàmèstí, e con questa divide l'isolato a portici della dùm U minuty - proseguiva verso ponte Carlo il percorso della "Via Reale". Il pozzo al centro della piazza ha mantenuto la bella griglia rinascimentale in ferro battuto. Al N. 11, casa Richter riunisce dal 1760 due edifici romanici: la farmacia risale al 1353.
Karlova
Intitolata a Carlo IV re di Boemia e imperatore, la strada che unisce Malé nàméstí con l'imbocco del ponte è tra le vie praghesi che più tardi si svuotano di sera, con tanti locali posti in stabili d'epoca.
Accanto all'angolo con la Husova, al N. 20 di quest'ultima, sorge il grande palazzo Clam Gallas, una tra le più belle residenze nobiliari in città.
Il palazzo, che ospita gli archivi di stato e cit­tadini, cela in cortile un gruppo di Tritoni, e ha uno scalone con statue, stucchi e vol­te a fresco: la decorazione plastica è di Matthias Bernhard Braun e quella pittorica del maestro lariano Carlo Carlo­ne.
Klementinum
Su uno slargo della Karlova, all'altezza dell'angolo con la Liliovà, affaccia la propria fronte meridionale il più grande complesso edilizio della Praga storica dopo il Castello. Voluto dai Gesuiti nel 1653 nel luogo dove un se­colo prima avevano fondato un loro colle­gio, solo nel 1748 poteva dirsi concluso.
Un quarto di secolo più tardi la Compagnia di Gesù fu abolita, e il Klementinum passò all'Università arolina, che ne è tuttora proprietaria.
Il lato verso la Karlova contiene la chiesa in origine domenicana di S. Clemente, da cui il nome del complesso, acquistata dai Gesuiti nel 1556 e restaurata tra 1711 e 1715 in base a un progetto di Christoph Dient¬zenhofer; all'interno, dove la destinazione al rito greco-ortodosso ha fatto unire una trasparente iconostasi, la decorazione plastica originale è di Matthias Bernhard Braun e bottega.
L'adiacente Vlasskà kaple, cappella della colonia italiana, è valutata per l'architettura manieristica a pianta ellittica l'annunciatrice del barocco praghese, i cui inizi veri e propri si possono porre nel mezzo secolo successivo. La visita agli ambienti più prestigiosi del Klementinum - come il salone, capolavoro di Kanka e la sala di matematica della Biblioteca universitaria - è sospesa, ma si può entrare nei cortili, osservando dall'esterno la torre dell'osservatorio astronomico e gettando un occhio nella sala di lettura della Biblioteca nazionale, ex refettorio del collegio gesuitico.
Kriiovnické nàméstí
Su piazza dei Crociferi, in un punto da cui si colgono suggestivamente tanto il ponte Carlo quanto la collina del Castello alle sue spalle, si affaccia sv. Salvàtor. Fatta innalzare in stile rinascimentale dai Gesuiti, la chiesa ricevette l'aspetto attuale per mano di Carlo Lurago. La cupola e l'atrio sulla piaz­za sono di Francesco Caratti, così come la bella facciata occidentale del complesso, ritmata da pilastri a bugne e adorna di teste d'imperatori. D'angolo, al di là della Kr'izovnickà, si trova S. France­sco ai Crociferi, così chiamata perché appar­tenente, con l'ex convento alle spalle, al­l'Ordine praghese dei Cavalieri della croce con la stella rossa.
L'attuale chiesa barocca (1679-89), a pianta ellittica su croce greca, venne ideata da Jean­Baptiste Mathey e concretizzata da Carlo Lura­go; all'interno, gli affreschi nella volta della cupola sono di Wenzel Lorenz Reiner.
La statua in ferro di Carlo IV tra la chiesa e la torre d'accesso al ponte fu conseguita per il quinto centenario della fondazione del­l'Università Carolina nel 1848.
Smetanovo nàbreií
Il lungofiume a sud di ponte Carlo è intitolato a Bedr"ich Smetana, uno tra i più grandi compositori slavi dell'800, noto principalmente per il ciclo di poemi sinfonici. La mia patria. Il muzeum Bedricha Smetany, preparato in un'ex centrale idraulica, ripercorre la vita e il percorso artistico del musicista, che sorresse la necessità di fondare la rinascita nazionale anche sulla cultura e sull'arte, riprendendo alla composizione colta temi popolari come la polka e il furiant.
 Nàméstí Jana Palacha
Dal 1990 lo slargo ha assun­ to il nome del giovane caduto durante la primavera praghese del 1969. Dalla piazza si ha una grande veduta del Castello e delle colline a parco sulla sponda opposta della Moldava, oppure si può scrutare la faccia­ta neorinascimentale del Rudolfinum, organizzato intorno a una vasta sala da concerto; l'edificio, desti­nato tra il 1919 e il 1939 a sede del parla­mento cecoslovacco, ha subito tra il 1990 e il 1992 una grande ristrutturazione volta a ripristinarne l'utilizzo originario.
KIT"ster sv. Aneiky ceské
Visita a pagamento, ore 10-18; lunedì chiuso. Il convento di S. Agnese di Boemia fu istituito nel 1234 da Venceslao I su incitamento della sorella Anezka, suora clarissa presto beatificata e nel 1989 proclamata santa.
Il complesso condusse al principio un'esistenza assai prospera, intrecciata con la storia della dinastia dei Premyslidi; rimasto 136 anni in disuso per le guerre hussite, cadde per sempre in abbandono dopo l'abolizione dell'Ordine delle Clarisse. Discutibili lavori di restauro conclusi nel 1986 ne hanno sospeso la decadenza, destinando parte del primo piano a sede della collezione di pittura ceca ottocentesca della Nàrodní galerie.
Dopo l'atrio di ingresso si passa nel chiostro, alla cui destra un corridoio inizia la chiesa di sv. Solvótor, di poco precedente: questa fu unita al convento delle Clarisse dopo il passaggio di sv. Frantisek ai Minoriti. La porzione frontale di quest'ultima, che al momento dei restauri si presentava in irrecuperabile rovina, è stata compiuta a sala da concerto con copertura moderna. Tornati al chiostro delle Clarisse, una porta immette sulle scale dirette al primo piano, dove è preparata la citata sezione della Nàrodní galerie.
Lungo il primo corridoio, correlativo ai dormitori delle Clarisse sopra alla sala capitolare e al refettorio, hanno trovato posto opere per lo più entro la metà del secolo, indici di una graduale transizione dal classici­smo al romanticismo fino al realismo: si notino i contributi di Josef Mànes, Sobèslav Pinkas, Karel Purkyné. Si passa alle sale ricavate al primo piano del chiostro, dove molti soggetti testimoniano la rinascita del­la coscienza nazionale: è il caso, tra gli altri, dei lavori di Antonín Chittussi, Julius Maràk , Vàclav Brozík.

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