Musei a Madrid

La sua collezione di pittura del Museo del Prado annovera 200 lavori che si pongono a pieno titolo tra le chiavi di volta dell'arte occidentale. L'unico punto debole della importante istituzione era individuabile nella mancanza di un'adeguata sezione d'arte contemporanea, di fatto limitata alla scena spagnola. A riempire tale lacuna ha però provvisto, nell'ultimo decennio del '900, l'apertura del Museo Thyssen-Bornemisza - la cui collezione torna indietro nel tempo fino al XIII secolo - e del Centro de Arte Reina Sofia: quest'ultimo, impegnato in un'intensa campagna di acquisizioni, può contare su uno spazio espositivo tra i più grandi del pianeta. Per la visita del Prado va messa in preventivo almeno mezza giornata; le altre due istituzioni richiedono circa tre ore ciascuna.

 
Museo del Prado
Il museo Inaugurato nel 1819 all'interno del monumentale edificio che Juan de Villanueva, trae origine dalle collezioni dei monarchi spagnoli, da Isabella di Castiglia a Filippo IV; nel 1870 assorbì tutti i fondi del Museo de la Trinidad, che accoglieva i quadri provenienti dai conventi chiusi 35 anni prima dalla desamortización de Men­dizóbal.
Dei circa 7500 quadri di proprietà del museo, solo 1300 trovano spazio nell'ot­tantina di sale a collocazione, rendendo ine­vitabile la rotazione delle opere. Molto ric­ca è anche la collezione di disegni, spesso esposti in mostre tempora­nee; si enumerano inoltre circa 900 sculture. La visita del museo ha inizio dal primo pia­no, cui inizia uno scenografico scalone a doppia rampa: al centro della rotonda d'ingresso, il gruppo in bronzo di Carlo V che domina la furia turca si deve allo scultore lariano Leone Leoni.

Pittura italiana dal XV al XVI se­colo
L'amore di Carlo V per la produzio­ne pittorica italiana è dimostrato dalle prime sale, che propongono una sequenza impressionante di grandi nomi. Si comincia con Raffaello, del quale sono esposti, tra gli altri, Il cardinale, la Sacra Famiglia con l'agnello, la Sacra Fami­glia detta la Perla, il Gesù cade sul­la via del Calvario e la Vergine della rosa. Di Botticelli e allievi sono i tre pannelli con la Storia di Nastagio degli Onesti, ispirata alla celebre novella di Boccaccio. seguono Antonello da Messina, An­drea Mantegna, Giulio Romano, Me­lozzo da Forlì, la delicata Vergine col Bambino di Cesare da Sesto, il Parmigia­nino, Lorenzo Lotto, Giorgione, Gio­vanni Battista Moroni, Giovanni Bellini,Sebastiano del Piombo e il Veronese.

Tiziano e altri maestri veneti.
Il Museo del Prado rappresenta una destina­zione da non mancare per gli ammiratori di Tiziano che potranno osservare una collezione d'opere fra cui Adamo ed Eva;Vergine; II Salvatore; due versioni della Se­poltura del Cristo; Venere e la Musica.
Presenti anche opere di Tintoretto, Palma il Vecchio, Leandro Bassano e la copo Bassano, che anticipò alcuni modi di EI Greco, introducono le due sale dedicate all'artista ellenico El Greco e Diego Velàzquez.
AIl’eccezionale raccolta d'opere del pittore cretese, fa riscontro una non meno straordinaria selezione di lavori a firma di Diego Velàzquez, di cui il Prado possiede Las Meninas, capolavoro il cui gioco di specchi attrasse l'attenzione anche di Picasso; tra gli altri dipinti, risaltano Don Gaspar de Guzman duca di Olivares, Filippo IV, Il buffone, Il principe Baldassar Carlo, Il dio Marte, La fucina di Vulcano, I bevitori e La resa di Breda, del 1635. Riconducibili a Velàzquez appaiono Juan Carreno de Miranda e Juan Batista Martínez del Mazo.
Altri maestri spagnoli. Si prosegue con José de Ribera, lo Spagnoletto, primo dei caravaggisti iberici e con Bartolomé Esteban Murillo.
Di Francisco Zurbaràn, il Prado fornisce un'idea più completa rispetto all'abusata im­magine di "pittore di monaci": oltre ai sog­getti religiosi, ne sono proposti la serie delle Fatiche di Ercole e il Ritratto di S. Isabella del Portogallo.
 
Francisco José Goya. Il maestro di Fuendetodos, cui sono dedicate le sale 19-23, 32, 35-39, più i due ambienti al pianterreno con le Pinturas Negras, è presenta­to in concreto in ogni fase della sua produ­ gli arazzi della Real Fàbrica de Ta­pices, dipinti tra il 1776 e il 1791, che rappresentano una straordi­naria testimonianza della vita quo­tidiana nella Madrid di fine '700.
Poi c'è il Goya straordinario ritrattista, quindi le sue tele più famose: La Maya desnuda, La Maya vestilo, Il due dimaggio, Le fucilazio­ni del tre di maggio e infine La lattaio di Bor­deaux, sua ultima opera .
 
Nicolas Poussin. Ancora al primo piano è sistemata una col­lezione d'opere del maestro francese attivo nella pri­ma metà del XVII secolo.
 
Primitivi spagnoli.
Al pian­terreno continuano le sale dedi­cate agli artisti iberici,tornando indietro nel tempo fino al quat­trocentesco Maestro de Riglos, al Maestro de Sopetran e al ricco S. Domenico di Silos nominato abate di Bartolomé Ber-mejo, per continuare con i lavori di Pedro Berruguete, di un anonimo del 1480, di Fernando Gallego, del Maestro detto de las once mil Virgines, di Vicente Masip, Juan de Juanes, Ferrando de Almedina  e Luis de Morales.
Pittura tedesca. L'esponente più rappresentativo di questa sala è sicuramente Albrecht Diirer. Presenti anche opere di Lucas Cranach il Vecchio e Hans Baldung Grien.

Pittura fiamminga e olandese.
Si comincia con Marinus Reymerswaele, Joachim Patinir, jan jossaert e     Pieter Bruegel il Vecchio con il suo magnifico Trionfo della morte.
Il Prado vanta un'eccezionale collezione d'opere del visionario Hieronimus Bosch da ritenersi fra le più complete al mondo. Seguono juan de Flandes, il Maestro di Flemalle, Roger van der Weyden, Dirk Bouts, Hans Memling, Pieter van Aelst, jan vari Scorel e Jan Bruegel dei Velluti, che insieme a Pieter Paul Rubens dipinse la bella serie di Allegorie del Tatto, del Gusto, del-l'Udito, della Vista e dell'Olfatto.
Pieter Paul Rubens e Rembrandt. Tedesco di nascita, Rubens riprodusse una presenza importantissimo per la pittura fiamminga del '600: sia i ritratti, sia la produzione religiosa, testimonianza di una calorosa devozione al cattolicesimo. Fra le tele esposte nel museo si ricordano: Riposo nella fuga in Egitto; S. Giorgio e il drago; Trionfo dell'Eucaristia. Ben rappresentato anche il filone mitologico con Diana e Callisto; Ninfe e Satiri; Saturno; due versioni del Giudi¬zio di Paride.
Del suo rivale Rembrandt, sono presentati l'Artemisia e un bell'Autoritratto. Antonie van Dyck e altri pittori d'area olandese e fiamminga. Il grande maestro di Anversa è riprodotto da una considerevole serie di opere fra cui si ricorda: Il conte di Berg; Autoritratto con Sir Endimion Porter; II cardinale Infante; la contessa di Oxford; Pietà; II serpente di metallo; Nozze di S. Caterina.

Casón del Buen Retiro
Il museo nel padiglione seicentesco originariamente destinato ai balli di corte ha sede la sezione del Museo del Prado dedicata a pittura e scultura del XIX e del XX secolo, che ri­serva particolare riguardo alla scena spa­gnola, dal neoclassicismo alla generazione di Joaquín Sorolla y Bastida.

La collezione.
Sono in mostra dipin­ti di Vicente López i Portanà. Da segnalare le opere di Federico de Madrazo y Kuntz, considerato uno dei ritrattisti migliori del XIX secolo. Pre­senti anche dipinti di Carlos Luis Ribera, Antonio Maria de Esquivel, José Gutiérrez de la Vega, Eugenio Lucas Padilla, Leonar­do Alenza y Nieto, José Maria Romero.
Tra le sculture, si ricordano i lavori di An­tonio Canova, del partenopeo Vincenzo Gemito e di José Alvàrez y Cubero e Jakob Jordaens.
Le Pinturas Negras. L'ultimo, emozionante, momento della visita al Prado arriva con le due sale riservate alle magnifiche tele che Francisco José Goya dipinse tra il 1820 e il 1822 nella sua dimora di campagna, allucinata visione di una Spagna che affondava nella guerra.

Museo Thyssen-Bornemisza
Il museo Dopo i pesanti interventi del primo '900, quando fu modificato in sede bancaria, il palacio de Villahermosa (XVIII secolo), ha ritrovato splendore e una funzione nobile, dal momento che ospita circa 800 opere della collezione Thyssen.
I magnati tedeschi Thyssen hanno radunato nel corso del XX secolo una tra le maggiori raccolte private del mondo, acquisita dallo Stato nel 1993 e qui presentata su tre piani. Il percorso di visita inizia al secondo piano.
Secondo piano. Da segnalare, all'inizio del percorso, Cristo e la Samaritana di Duccio di Boninsegna, il Dittico dell'Annunciazione di Jan van Eyck e una Madonna col Bambino di Petrus Christus.
Successivamente ha inizio una lunga serie di ritratti, con la Giovanna Tornabuoni di Domenico Ghirlandaio, il Giovane in preghiera di Hans Memling, l'Uomo di Antonello da Messina, l'Enrico VIII di Hans Holbein il Giovane, il doge Francesco Venier di Tiziano e la Donna di Hans Baldung Grien.
Il conservati in questa sede merita un cenno caratteristico la stupenda Annunciazione. Da segnalare anche S. Caterina d'Alessandria, una delle prime opere del Caravaggio. La Pietà di de Ribera e una scultura del Bernini introducono la Madonna col Bambino di Murillo, La morte di Giacinto del Guercino, le vedute veneziane di Canaletto e Francesco Guardi, la Venere e Cupido di Rubens, il Ritratto di Jacques Le Roy di van Dyck.

Primo piano.
La Famiglia davanti a un paesaggio del fiammingo Frans Hals prelude alla sezione di pittura sette-ottocentesca, che elenca importanti contributi, tra gli altri, di John Constable che con La chiusa sembra quasi elevare un inno alla natura che precede il realismo di Francisco José Goya e Gustave Courbet. Ben rappresentati sono l'impressionismo e il posti mpressionismo, da rivisitare attraverso i lavori di Edgar Dégas, Édouard Manet, Vincent van Gogh, Paul Gauguin e Paul Cézanne; seguono la pittura fauve, Edvard Munch, l'espressionismo e la Neue Sachlichkeit, documentata dalla Metropolis di Georges Grosz e dal Mercato dei cavalli di Hermann Pechstein.

Pianterreno.
È dedicato sia alle avanguardie storiche dal futurismo al cubismo, illustrate dalle opere, tra gli altri, di Vasilij Kandinskij, Piet Mondrian e Juan Gris. II cubismo è rappresentato da EI hombre con darinete e da Arlequino con specchio di Pablo Picasso e da Georges Braque. II museo accoglie anche una delle più significative opere del surrealista Miró e dipinti di Salvador Dalí e Fernand Léger. Da citare anche la sezione che conserva opere dall'espressionismo astratto alla pop art, cui parteciparono nomi quali Jackson Pollock, Mark Rothko, Francis Bacon, Roy Lichtenstein e Robert Rauschenberg.

Museo Nacional Centro
de Arte Reina Sofia
Il museo
Il MNCARS occupa un grande edificio del 700, l'hospital generai de San Carlos, che si sviluppa su cinque piani e un sotterraneo, intorno a un patio centrale. Il complesso, progettato da Francisco Sabati­ni e rimasto incompiuto è stato recuperato negli anni '80 dei '900 senza deformare la struttura, cui sono state ag­giunte spettacolari soluzioni architettoniche
come le tre torri di cristallo che alloggiano gli ascenso­ri e un gigantesco montacarichi. L'istituzione, nata come museo d'arte con­temporanea, si propone come naturale complemento alle collezioni del Museo Thyssen-Bornemisza, radunando i fondi del vecchio MEAC (Museo Espafiol de Arte Contemporaneo) e di legati (Miró, Dalí) su una superficie espositiva tra le più grandi d'Europa, che consente l'organizzazione di prestigiose mostre temporanee.
Secondo piano. La prima sezioneraccolta illustra il cammino dell'arte novecentesca dagli inizi del secolo fino agli anni '70. Una segnalazione particolare merita­ subito il famoso Guernica di Pi­so, che data la sua rilievo non solo ostica ma anche storica, occupa un po d'onore all'interno dello spazio esposi­to. Tra le altre tele del maestro di Malaga piccano la Donna in azzurro e Strumen­ti rnusicali sul tavolo, Il pittore e la modella. Le rie successive alla Guernica accolgono i lavori di Salvador Dali e Joan Miró.
No­evole attenzione rivestono anche le opere di Daniel Vàzquez Díaz e del madrileno José Gutiérrez Solane, così come le sculture di Julio Gonzàles e Pablo Gargallo.
Quarto piano. La sezione Propuestas intende proporre le linee di lettura per il cammino dell'arte negli ultimi 30 anni del XX secolo; accanto all'ormai classico Lucio Fontana, si notino i la­vori di Francis Bacon, Henry Moore, Graham Sutherland e degli spagnoli Antoni Tàpies, Eduardo Chillida, Anto­nio Saura

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