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Madrid si allarga e va di continuo ampliandosi con moderni quartieri residenziali, ma il fulcro della sua vita rimane la città vecchia, dove si raccolgono la maggior parte degli alberghi, numerose banche, gli uffici pubblici, i negozi più eleganti. Questo, sebbene il viejo Madrid, che si stende intorno alla centrale puerta del Sol e alla plaza Mayor, tra le due grandi aree verdi del Retiro e del Campo del Moro abbia perduto gran parte del segno e delle atmosfere definitesi all'epoca di Filippo IV, in seguito agli svisceramenti e all'apertura di grandi arterie di scorrimento iniziati nel XVIII secolo dai Borboni mutuando gli stilemi urbanistici francesi.
Momento principale dell'itinerario, che parte dalla trainata puerta del Sol per finire nella bellissima cornice di plaza Mayor, è la visita del Palazzo Reale e dell'annessa armeria. Per una camminata attraverso il centro storico di Madrid vanno messe in anticipato circa due ore, visite dei opere architettoniche escluse.
Puerta del Sol
Non sarà la più bella piazza madrilena, ma di certo è una tra le più famose e animate, oltre a essere la depositaria della memoria politica cittadina: il suo emiciclo fu infatti rappresentazione dei tanti tumulti popolari del XIX e del XX secolo.
II nome dello slargo ricorda una porta quattrocentesca della scomparsa cerchia urbana, ma il suo aspetto moderno è frutto della risistemazione iniziata nella seconda metà dell’800, cui si salvò unicamente la casa de Correos, palazzo neoclassico noto durante il periodo franchista come la "casa delle grida".
Monasterio de las Descalzas Reales
Visita guidata a pagamento, ore 10.30-12.45 e I6-17.45; domenica e festivi, ore 11-13.30; venerdì pomeriggio e lunedì chiuso.
II convento, cui si entra dall'omonima piazza, fu fondato nel 1556 da Giovanna d'Austria, figlia di Carlo V, e organizzato in un palazzo già rivolto a residenza dei membri della famiglia Asburgo, come svelano le fattezze assai poco monastiche dell'atrio, del patio a colonne e dello scalone, ornato di affreschi seicenteschi.
La ricchezza del suo patrimonio artistico è dovuta al fatto che il monastero, continuamente aperto, riceveva dame di nobili natali, che al momento di afferrare i voti portavano in dote i loro beni.
Chiesa del Monastero.
Cela, dietro la semplice fronte cinquecentesca di Juan Bautista de Toledo, uno sfarzoso interno illuministico. Da notare lo splendido coro, dove si trova la tomba di Maria d'Austria, sorella di Filippo II e di Giovanna d'Austria. Meritevole di nota è anche la scultura semovente detta del Doloroso, della quale si dà rilievo il grande realismo degli occhi, che sembrano piangere davvero. Presente anche un'Immacolata di Alonso Cano, poliedrico artista.
Museo del Monastero
Approntato nella sala Capitular, nel salón de los Reyes e in alcune delle celle, raccoglie sculture di Pedro de Mena e Pompeo Leoni, dipinti del Sassoferrato, di Luca Giordano, Sebastiano del Piombo, Tiziano e Francisco Zurbaràn, nonché arazzi di Bruxelles su cartoni di Pieter Paul Rubens, mobili, preziosi reliquiari, una cappella affrescata da Juan Carreno de Miranda e Claudio Coello, con sculture di Pedro Roldàn il Vecchio.
Calle del Arenai
È una tra le vie più frequentate della vecchia Madrid, che unisce la puerta del Sol al Palazzo Reale. Quasi a metà, sulla sinistra, si trova la chiesa di San Ginés, la cui chiesa è la più antica della città: innalzata nel 1645 su una chiesa che si vuole del Mille, fu poi ristrutturata nel 1756. La sobria facciata classicheggiante nasconde la capilla del Santo Cristo, piena di sculture e quadri, tra i quali spicca La cacciata dei mercanti dal Tempio di EI Greco.
Real Monasterio de la Encarnación
Visita a pagamento, mercoledì e sabato, ore 10.3012.45 e I6-11.30; domenica, ore I I-13.30. Un altro convento di istituzione reale, voluto nel 1611 da Margherita d'Austria, moglie di Filippo III, e sostenuto dalle donazioni dei sovrani che da allora subentrarono sul trono di Spagna. La chiesa, il cui progetto si deve a Juan Gómez de Mora, presenta una misurata facciata che è considerata il modello del barocco madrileno, con tre archi d'ingresso, finestre e insegne araldiche nel registro del frontone; l'interno a navata unica, rifatto a metà del XVIII secolo da Tizón Ventura Rodríguez, è decorato da affreschi di Francisco Bayeu y Subias, Antonio e Luis Gonzàles Velàsquez.
Pinacoteca e reliquario
Nel convento si visita la ricca Pinacoteca, con opere di Carreno de Miranda, José de Ribera, Antonio Palomino de Castro y Velasco; la parte comunque più affascinante del complesso rimane il reliquario, il più grande del mondo cattolico. Lungo le sue pareti somiglianti a quelle di una biblioteca, si trova una credenza includente circa 1500 reliquie provenienti da tutto il mondo, databili fra il XVI e il XVIII secolo. Fra queste merita specifica attenzione l'ampolla contenente il sangue di S. Pantaleo. Ugualmente a quello di S. Gennaro, il sangue si scioglie in occasione della festività del santo, il 27 luglio.
Plaza de Oriente
Il grande slargo semicircolare nell'area a est dello scomparso Alcàzar, ma in realtà limite occidentale della città vecchia, fu aperto negli anni '40 dell'800 per congiungere il Palazzo Reale al resto dell'abitato. Nel 1850-51 vi fu innalzato il Teatro Real, opera di Antonio López Aguado. I due giardini alberati della piazza sono decorati da 20 statue di re e regine; al centro domina il monumento equestre di Filippo IV, scolpito dal carrarino Pietro Tacca su disegno di Galileo Galiei: è la prima statua del genere nella quale il cavallo si regge sulle sole zampe posteriori.
Plaza de los Carros
Vi affaccia la chiesa di San Andrés, antica parrocchiale documentata dal 1202 che accolse i resti di S. Isidoro, oggi mantenuti nella Catedral de San Isidro. La cappella de San Isidro forma un corpo unico con on San Andrés, e riproduce una tra le vette del barocco madrileno tanto nel portale a rilievi, quanto nella cupola.
Poco a nord si trova un'altra antica parrocchiale, San Pedro, sorta sulla moschea del quartiere; il trecentesco campanile mudéjar è uno dei due sopravvissuti di tutta la città, insieme a quello di San Nicolàs. L'edificio attuale, barocco, custodisce all'interno un retablo del primo '700 e una Sacra Famiglia di Antonio Palomino de Castro y Velasco.
Plaza de la Villa
Custodita nel medioevo entro la Morería, della quale era il mercato, fu cambiata in piazza a partire dalla seconda metà del `400, diventando poi il cuore amministrativo della
città. AI centro si alza il monumento all'ammiraglio Alvaro de Bazàn, vittorioso eroe della battaglia di Lepanto. L'assetto definitivo alla piazza venne dalla casa de la Villa, il primo edificio innalzato chiaramente per accogliere
l'Ayuntamiento madrileno, che fu innalzato tra il 1644 e il 1690 su progetto di Juan Gómez de Mora: il pianterreno in pietra e il piano nobile in mattoni, con finestre classicheggianti inquadrate da lesene e torri qua drangolari a chiudere la facciata, furono elementi ampiamente ripresi nella Madrid di fine '600. L'edificio ingloba l'elegante casa Cisneros, il cui aspetto contemporaneo, incluso l'arco che la unisce alla casa de la Villa, è dovuto alla riedificazione che Luis Bellido termino nel 1915: la parte meglio mantenuta, pregiato esempio di architettura plateresca, presenta sulla retrostante calle del Sacramento.
Torre y casa de los Lujanes
Il lato che meglio restituisce l'idea della piazza quattrocentesca è quello orientale, dove, all'angolo con la calle Mayor, presentano la torre y casa de los Lujanes, rara documentazione della Madrid del XV secolo; il complesso, di stile mudéjar, ebbe l'onore di ospitare Francesco I di Francia.
Oggi è sede dell'Academia de Gencias Morales y Politicas, della Real Sociedad Económica Matritense e dell'antica Hemeroteca Municipal.
Basilica di San Miguel
Digradando la calle Sacramento verso la calle de Toledo si incontra la basilica di San Miguel. Fu innalzata alla fine del XVII secolo per volere di Don Luis, figlio minore di Filippo V, su disegno del piacentino Giacomo Bonavia. Di specifico interesse è la facciata che rappresenta uno dei pochi esempi a Madrid di barocco fiorito e che documeta la grande natività e il fervore culturale che caratterizzò la capitale spagnola in quel periodo.
Calle de Toledo
È uno tra gli assi principali di quello che un tempo si chiamava barrio bajo, perché era il quartiere più meridionale della città: la zona, sfortunatamente deformata dalla speculazione edilizia, si è per contro mantenuta assai caratteristica nelle abitudini e nei ritmi di vita, che proseguono a essere ritmati da feste e mercatini.
Calle de Calatrava
Rappresenta il centro del quartiere che sbocca sulla calle de Toledo. In fondo alla via si alza la puerta de Toledo, innalzata nel 1827; nel 1988 vi è stato aperto un centro commerciale che occupa il vecchio edificio razionalista del mercato del pesce, ma l'ambiziosa azione non ha appreso il successo sperato, forse anche a causa dell'eccessiva prossimità all'area di EI Rostro, La calle prosegue in direzione del puente de Toledo innalzato nel 1732; sulla sponda opposta del Manzanares si stende il parco di San Isidro, teatro della popolare festa di S. Isidoro, patrono di Madrid, e noto anche per le vedute dipinte da Goya.
Catedral de San Isidro
L'enorme chiesa di San Isidro fu elevata fra il 1622 e il 1633 per volere di Mariana de Austria, moglie di Filippo IV ed eretta da architetti facente parte all'ordine dei gesuiti.
Durante la sua storia fece parte del collegio imperiale, che contò fra i suoi studenti più illustri Lope de Vega e Calderón de la Barca. Fu intitolata a San Isidro, santo di Madrid nel 1767. Dal 1885 al 1993, data della tanto sospirata benedizione della Almudena, rivestì il ruolo di cattedrale cittadina. La severa facciata a colonne e pilastri è chiusa tra due torrette incompiute; l'interno, a una navata, mantiene un grande dossale con statue e un dipinto di Anton Raphael Mengs. Sull'altare maggiore è collocato l'urna con le reliquie di S. Isidoro e di S. Maria de la Cabeza.
Plaza de la Provincia
È dominata dal severo palacio de Santa Cruz, l'antico carcere, ora sede del Ministero degli Esteri: si tratta di uno tra i più buoni esempi di architettura civile della Madrid asburgica, eretto tra il 1629 e il 1634, che presenta facciata a retablo in pietra e mattoni, con due ordini di finestre e torri laterali. La pianta quadrata nasconde due stupendi patii gemelli, secondo un modello costruttivo abbastanza ricorrente nella capitale spagnola.
Plana Mayor
Contrappunto alla puerta del Sol tanto per la sua insolita tranquillità quanto per l'impianto regolare, l'ex plana de Arrabal mantiene tutto il fascino di un tempo, con caffè, ristoranti ed esercizi commerciali che ancora conservano le vecchie insegne. Filippo Il ne consegnò il progetto aJuan de Herrera, ma toccò a Juan Gómez de Mora, architetto di Filippo III, portare a compimento i lavori: il grande rettangolo chiuso da edifici a sei piani con portici su pilastri raffigurò un'assoluta novità per i moduli abitativi madrileni.
La plana Mayor divenne subito uno spazio pubblico, teatro di tutti i spettacoli, dalle esecuzioni capitali, alle rappresentazioni dei drammi religiosi di Lope de Vega, alle corride: la sua capacità era d'altronde era di 50.000 persone da poter accogliere tutta la popolazione della Madrid di allora. Nel 1790 la piazza fu distrutta da un incendio, in seguito al quale Juan de Villanueva ridusse l'altezza degli edifici a quella della casa de la Panadería. Nel 1847 fu posta al centro dello slargo la statua equestre di Filippo III, iniziata dal Giambologna e finita da Pietro Tacca.
Casa de la Panadería.
Si tratta dell'edificio più antico che sporge sulla piazza. È posta sul lato nord e deriva il suo nome dal fatto che un tempo accoglieva i forni della città e la corporazione dei panettieri. Della struttura originaria è ancora visibile il portico, riconducibile intorno al 1620. I tre piani superiori furono riedificati dopo l'incendio che colpì il palazzo nel 1672. Dal 1880 ospita l'Archivio Municipal. Oltre alle sue armoniche architetture, plana Mayor ha però da proporre al visitatore diversi appuntamenti da non mancare: nei mesi estivi vi si tengono spettacoli di prosa e concerti di musica classica, mentre il periodo natalizio la vede presa da un grande mercato specializzato in decorazioni natalizie e scherzi atti a celebrare degnamente el Dia de los Santos Inocentes, equivalente spagnolo del primo aprile.
Sulle tracce del "secolo d'oro"
Il nomea est della plana Mayor e della puerta del Sol, delimitato dalla correrci de San ,Jerónimo a nord e dalla lunga calle de Atocha a sud, è noto come quartiere letterario" barrío del Siglo de Oro” tale epiteto è dovuto al fatto che in questo borgo extramuraria, aumentatasi nel corso dei '500, si raccolsero le abitazioni di alcuni tra più famosi personalità del "secolo d'oro" (il '600), come Miguel de Cervantes, Francisco de Quevedo, Félix Lope de Vega, Calderón de la Barca e Tirso de Molino.
La memoria della loro presenza è aff idata a poche testimonianze, perché il quartiere fu quasi totalmente rifatti nel corso del XIX secolo, difendendone però la maglia viaria originaria.
Allontanandosi dalla puerta del Sol lungo la calle de Alcalà, all'altezza dell'Accademia delle Belle Arti si entra nel rione arrivando all’affascinante plana de Santa Ano. Visitata la casa di Lope de Vega e gli edifici nelle rapide vicinanze, si può scendere in calle de Atocha per arrivare il Centro de Arte Reina Sofia risalendo verso nord, invece, si passa plana de las Cortes, per venire sulla calle de Alcaló dopo un'ora e mezza di cammino.
Calle de Alcalà
Unisce la puerta del Sol con i quartieri orientali, costeggiata da banche, alberghi e agenzie turistiche. Al N. 11, la casa Real de la Aduana (1769), bel palazzo neoclassico di Francisco Sabatini con tre patii interni, è sede del Ministero delle Finanze; l'edificio prossimo, ospita la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando. Proseguendo, la calle si apre nella plana de Cibeles e poi nella plana de la Independencia, con la puerta de Alcalà.
Museo de la Real Academia de Bellas' Artes de San Fernando
Visita a pagamento, ore 9-19; sabato, domenica, lunedì e festivi, ore 915. Fondata da Ferdinando VI nel 1752, l'Accademia delle Belle Arti si spostò dal 1770 nel palacio de Goyeneche, opera di José Benito de Churriguera, scultore e architetto a lungo attivo a Salamanca; Juan de Villanueva curò l'adattamento delle strutture alla nuova finalità.
Al pianterreno ha sede la Calcografia nacional, fondata nel 1790, con oltre 12.000 tra disegni e incisioni presentati a rotazione: alla folta rappresentanza di artisti italiani, tra i quali figurano Rosso Fiorentino, Tintoretto, Veronese, Tiziano ecc, si affiancano i lavori di Pieter Paul Rubens, Alonso Vàzquez, Vicente López i Portanà, Ignacio Zuloaga, Jean-Baptiste van Loo e Anton Raphael Mengs, nonché un eccezionale collezione di 221 lastre incise da Francisco José Goya.
La collezione
Quanto alla ricca, bella collezione d'arte dell'accademia, la sua ricchezza ha imposto l'esposizione del fondo a rotazione; le sale non sempre seguono un ordine cronologico, favorendo talora criteri tematici, in altri casi presentando le collezioni così come furono offrite al museo. Spiccano le opere di Goya, Francisco Zurbaràn, José de Ribera, Bartolomé Esteban Murillo, Alonso Berruguete, Juan de Juanes, Antonio de Pereda, Alonso Cano, Velàzquez ed EI Greco; tra gli artisti italiani figurano Giuseppe Arcimboldo,Giovanni Bellini, Antonio Bassano e si ricordano anche le opere di Antonie van Dyck e Pieter Paul Rubens.
Calatravas
Questa graziosa chiesa barocca dalla facciata color rosa pastello fu fatta innalzare nel 1696 per le suore dell'ordine di Calatrava. L'interno è contraddistinto da preziosi retabli: quelli laterali si devono al de Villaneuva, mentre il retablo centrale, di grandioso sfarzo, fu disegnato dal de Churriguera.
Plaza de Santa Ana
Il monumento a Calderón de la Barca ricorda che ormai ci si trova nel quartiere letterario. Sullo slargo, rimodellato ai primi dell'800, prospettano due edifici meritevoli: di fronte al monumento spiccano le forme ancora liberty dell'hotel Victoria, mentre sul lato orientale prospetta la bella facciata bianca in stile neo-classico del teatro Espariol.
Casa de Lope de Vega
Si trova al N. I I dell'odierna calle Cervantes l'abitazione nella quale il grande drammaturgo visse dal 1610 alla morte.
Oggi la casa contiene centro di studi su Lope de Vega. La casa di de Vega è stata riedificata con grande attenzione e arredata con autentici mobili d'epoca, usufruendo l'inventario ritrovato dopo la morte dello scrittore. Gli aspetti più interessanti riguardano alcune reliquie dello scrittore e una selezione di libri d'epoca stati di proprietà di a de Vega.
Convento de las Trinitarias Descalzas
Sulla medesima calle, all'angolo con calle León, una targa ricorda la casa dove morì Miguel de Cervantes; l'autore del Don Chisciotte è sepolto poco lontano, nella chiesa del convento de las Trinitarias Descalzas fondato nel 1612, dove si ritirò in preghiera, fra le altre anche la figlia di Lope de Vega. Quasi di fronte, sulla calle de las Huertas, ha sede la Real Academia de la Historia (2, D-E4; metro i, Antón Martin), con un ricco Gabinete de Antigùedades, di arte (archeologia e pittura dal XV secolo) e storia (numismatica, manoscritti, documenti, libri antichi).
Plaza del Emperador Carlos V
Si apre al termine del paleo del Prado sul luogo della scomparsa puerta de Atocha, il cui nome è stato ricevuto in eredità dalla stazione ferroviaria sul lato meridionale della piazza. All'angolo tra il paseo de la Infanta Isabel e la calle Alfonso XII, si fanno fronte il Museo Nacional de Etnologia, con una eccentrica raccolta di materiale etnografico proveniente dall'America latina, dalle Filippine e da altri antichi possessi spagnoli, e I'Observatorio Astronómico, eretto nel 1796 e ricostruito nel 1851, che possiede una ricca collezione di antichi apparecchi scientifici.
Panteón de Hombres Ilustres
è infatti in un curioso edificio a forma di chiostro, costruito nel biennio 189091, che hanno trovato posto le glorie nazionali spagnole. Sotto i suoi portici si possono perciò osservare i monumenti funerari di politici e artisti del XIX e del XX secolo. possibile scrutare il personale al lavoro, in parte svolto facendo ancora ricorso ai telai verticali del '700.
Cortes Espariolas-Congreso de los Diputados
Visita guidata, sabato ore 10.30-13; agosto chiuso. Non c'è davvero bisogno di traduzione: il grande palazzo neoclassico affacciato su plana de las Cortes, eretto nel 1842-50 su progetto di Narciso Pascual y Coloner, accoglie la Camera dei Deputati. Tornati sulla calle de Alalà, si incontra la chiesa rococò di San José , del 1742. Poco a nord, nella piccola e ordinata plana del Rey, sorge la casa dei sette camini, cinquecentesca residenza di campagna oggi sede del Ministero della Cultura.
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