Storia di Madrid

La città, sorta per una frivolezza di Filippo II, in realtà venne pensata e concretizzata grazie alla sua posizione centrale: secondo una stimata impostazione storica il luogo venne scelto perché comodamente raggiungibile da parte dei corrieri.

L'altopiano centrale che attornia la città ha un'altitudine compresa fra i 600 e i 1000 metri: ha origini geologiche molto antiche, risalendo all'era paleozoica, e si presenta come un piano inclinato che scende da est verso ovest. Questa Meseta è divisa in due parti dal Sistema Centrale, o monti di Castiglia, una serie di sierre allineate in senso est-ovest. Oltre che nelle tre catene principali, il Sistema Centrale si snoda in una serie di catene minori fra cui sono da rammentare la Sierra de Avila a nord e i Monti di Toledo a sud.
A nord del Sistema Centrale si allunga la Vecchia Castiglia, contraddistinta da un paesaggio piatto e brullo, con grandi superfici aride e incolte alternate a zone irrigate e coltivate a frumento. Non molto differente è l'aspetto delle regioni a sud dei rilievi. La Nuova Castiglia è un tavolato che si allarga a perdita d'occhio: la piattezza del paesaggio è troncata solo da colline brulle e incise dal ruscellamento; la parte più pianeggiante della regione è La Mancha, contraddistinta dall'aridità, dalla scarsità della vegetazione e dal clima estremo. La Meseta appare come un grande altopiano inclinato verso ovest: in conseguenza di ciò i più grandi fiumi spagnoli scorrono da est a ovest e buttano le proprie acque nell'Atlantico. Tutti i fiumi spagnoli inoltre soffrono della scarsità di precipitazioni e dell'aridità dei suoli per cui anche se hanno una apprezzabile lunghezza presentano un regime irregolare, quasi di tipo torrentizio.
L’INSEDIAMENTO ARABO
Questa premessa geografica è utile a capire la caratteristica dello sviluppo di questa capitale. Era infatti ancora un piccolo villaggio di contadini quello che gli Arabi scoprirono nascosto al centro della Meseta. Sebbene i dintorni fossero aridi e asfissianti, intorno alle case era tutto uno scorrere di torrentelli, immersi in un verde fresco e vezzeggiati dall'aria salubre dei suoi 629 metri sul livello del mare: un luogo d'incanto, tanto che gli Arabi se ne impadronirono chiamandola Magerit, che significa "acque che scorrono".
Intorno all'865 l'emiro di Córdoba, Muhammad I dispose che fosse fortificata, ma all'inizio era poco più che una piazzaforte, destinata a catalizzare la popolazione rurale della Meseta centrale; la regione era una specie di terra di nessuno tra i domini arabo-andalusi e i regni cristiani protetti molto più a nord e questo spiega i numerosi attacchi di cui fu oggetto, fino alla totale conquista cristiana, nel 1083 per opera del re di Castiglia Alfonso VI, EI Bravo.
I RE CATTOLICI
L'opera di eliminazione della cultura musulmana si concluse nel giro di qualche decennio: oggi in città non restano che alcuni toponimi, come quello della cattedrale della Almudena.
Nel 1309 vi si riunirono le prime Cortes e, dalla seconda metà del secolo, la dinastia reale avviò a concedere privilegi e spazi di autonomia. Alla fine del Quattrocento, Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia resero nuovo impulso alla città principalmente promuovendo la costruzione di edifici religiosi e "hospitales".
I re di Castiglia avviarono a abitare sempre più spesso e quando Isabella e Ferdinando fecero il loro ingresso trionfale nella città nel 1477, Madrid non aveva più nulla dell'agglomerato di case contadine. La capitale, però, proseguiva a essere Toledo, e lo fu fino a che Carlo V si curò dalle febbri malariche che lo avevano colpito proprio grazie all'aria di Madrid e suo figlio Filippo Il le diede, nel 1561, il titolo di capitale.
Fu allora che si avviarono ad abbattere i boschi intorno alla città, per fare spazio a palazzi e monumenti; ma, con i diboscamenti, le siccità si fecero più ripetuti e la temperatura aumentò, cambiando il clima di tutta la zona. Ma nel frattempo la capitale era divenuta una calamita: nobili, cortigiani, mendicanti, ladri, gente di tutte le specie arrivavano a Madrid in cerca di fortuna.
I regnanti non si tormentavano troppo di cosa succedesse al di fuori del palazzo e non si rendevano conto che una massa umana variopinta stava cambiando Madrid in un'agglomerazione urbana fuori da ogni controllo.
L'arrivo dei Borboni
Quando passò ai Borboni, Madrid era famosa in tutta Europa per gli odori cattivi che derivava. I re francesi, abituati all'eleganza di Parigi, si chiusero il naso e rimboccarono le maniche, dando il via a una energica azione di pulizia. Fu principalmente Carlo III ad importare gli stilemi francesi nella disposizione urbana e nella politica culturale; tra nuovi palazzi, parchi, viali, chiese e accademie, Madrid crebbe molto.
Più che buon re si dimostrò ottimo sindaco, ma i madrileni non gliene furono grati: fu proprio durante il suo regno che si ebbe il primo moto di ribellione alla monarchia assoluta. Ma il rapporto tra sovrani e città si faceva sempre più distante: lo sfarzo della corte era spaventoso, i re si comportavano come grandi mecenati e la vita culturale aveva raggiunto vertici elevatissimi già nel Seicento, il "Siglo de Oro", l'economia andava a rotoli e il po­polo non vedeva di buon grado l'atteggiamento chiaramente filofrancese dei sovrani.
Rivolte popolari
Fu quindi con vera gioia che la città si ribellò, il 2 maggio 1808, quando i francesi di Napoleone penetrarono in città: i generali spagnoli capitolarono dopo poche ore, ma il popolo non fece altrettanto e attaccò una durissima battaglia con le truppe francesi alla Puerta del Sol. Giuseppe Bonaparte, per prmo diede mano allo "sventramento" di Madrid: gli spazi aperti dalla sua riforma urbanistica annullarono interi pezzi di città. Filippo V fece innalzare il Palacio de Oriente, Carlo III fondò una rete fognaria e un servizio di raccolta della spazzatura ed edificò il Museo del Prado, la Puerta de Alcalà.
La crisi del Novecento
La Puerta del Sol fu teatro di molti altri episodi rilevanti della vita della città: l’insurrezione al sovrano assolutista Fernando VII; l'acclamazione della Costituzione di Cadice del 1812; la divulgazione della Seconda Repubblica nel 1931, a cui seguì una valorosa resistenza alle truppe di Franco, alle quali i madrileni e le brigate internazionali cercarono di ostacolare l'accesso alla città.
Le truppe invece  passarono e Franco si decretò nel Palacio del Pardo. Madrid diventò il simbolo dell'accettazione della dittatura, guadagnandosi l'antipatia di tutto il resto della Spagna.
Madrid passò così un lungo periodo guardata a vista dalla polizia e preda della speculazione edilizia, che visse il suo periodo di splendore negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. Dal 1975 ha avuto invece inizio il periodo della "sbornia da libertà": è riesplosa la vita culturale e politica.

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