I quartieri esterni di Madrid

Lo sviluppo settecentesco della città, con l'espansione dell'abitato nell'area a est del centro antico, pose di fatto le basì per lo sviluppo anche della zona nord: sbocciarono così prima l'aristocratico paleo de Recoletos, quindi, ancora nel XIX secolo, il tratto plaza Colón-Nuevos Ministerios del paleo de la Castellana.

L'unità urbanistica di tali insediamenti, già intaccata dalle distruzioni della guerra civile, è andata risolutivamente perduta intorno agli anni '70 del '900, quando i palazzi sorti durante la Belle Époque furono distrutti per far posto a nuovi edifici in gran parte rivolti a funzioni direzionali.
Considerando che dopo la fine della guerra civile era stato conseguito il prolungamentodella direttrice, pianificato prima del divampare del conflitto, si capirà facilmenteperché il paleo de la Castellana possa riservare diversi motivi d'interesse agli amanti dell'architettura contemporanea.
Le tragiche vicende della guerra di Spagna tornano forti alla mente anche visitando la città universitaria, in fondo all'asse formato dalla gran Vía e dalla colle de la Príncesa, prima linea dell'assedio cui la capitale si trovo sottoposta tra l'autunno del 1938 e la primavera del 1939.
Le distanze coperte dalle due direttrici dell'itinerario rendono quasi obbligato l ricorso ai mezzi di trasporto pubblico, racchiusa la metropolitana.

Gran Vía
La strada degli alberghi, dei cinema e delle banche, che dalla calle di Alcalà  raggiunge plaza de Espana, fu aperta a partire dal 1918 con l'intento di semplificare l'accesso al centro cittadino, visto che la stretta trama di stradine dei vecchi barrios sorgeva già insufficiente di fronte alle mutate esigenze del traffico. Dietro gli edi­fici che accompagnano il viale, non pochi tra i quali di un certo interesse architettonico, si cela perciò una realtà ben diversa, fatta di vecchi quartieri popolari che ven­gono via via restaurati e modificati in aree residenziali ad alto prezzo.

Convento de San Plàcido
A ricordare il passato dei barrios restano però le chiese, come la sei­centesca San Martin e soprattutto il coevo convento de San Plàcido. Fondato agli inizi del XVII secolo, fu riutilizzato nei decen­ni successivi. L'edificio attuale risale al 1661. La chiesa conserva le tele di Claudio Coello fra cui merita di essere se­gnalata la bellissima Annunciazione.

San Antonio de los Alemanes
Fu innalzato nel 1624 a opera degli architetti gesuiti Pedro Sàn­chez e Juan Gómez de Mora, cela nell’affascinante interno una cupola con spettacolari affre­schi di Luca Giordano rappresentati scene della vita di 5. Antonio. Da sottolineare anche due preziosi retabli agli altari. Più a est, in calle de Hortaleza, la chiesa di San Antón de los Escolopios mantiene nel transetto destro uno tra i più bei quadri di Francisco J osé Goya, dipinto nel 1820.
Museo Romàntico
Visita a pagamento, ore 9-15; domenica, ore 10-14; lu-nedì e in agosto chiuso. Collocato in un palazzo ottocentesco al N. 13 della calle San Mateo, pro­pone la ristrutturazione di una residenza signori­le della prima metà del XIX secolo. L'aspetto più importante è senza dubbio formato dal­la collezione di dipinti: vicino a ritratti di to­reri, ballerine e gitani e a belle incisioni che tratteggiano la Madrid dell'epoca, si posso­no infatti osservare tele, tra gli altri, di Luca Giordano, José de Ribeca, Fran­cisco Zurbaràn, Diego Velàzquez, EI Greco e Goya.

Museo Municipal
Visi­ta, ore 9.30-20; sabato e domeni­ca, ore 10-14; in agosto, ore 9.30­ 14.30; lunedì e festivi chiuso. Ha sede nell'edificio di un ospizio settecentesco, cui si entra var­cando l'elaborato portale barocco al N. 78 della calle de Fuencarral. Rilevanti opere d'arte e materiale che spazia dalle fotografie alle porcellane ripercorrono la storia della città fin dalla sua elevazione a capitale.

Plaza de Espana
Si erge il monumento a Miguel de Cervantes al centro della piazza alberata che segna il termine della Gran Via, limitata da anonimi edifici frutto della speculazione edilizia che investi la ca­pitale spagnola negli anni '50 e '600 del '900. Grandi motivi d'interesse arrivano, dalla chiesa di San Marcos bella realizzazione barocca di Tizón Ventura Rodríguez.

Museo Cerralbo
Al N. 17 della calle che porta il nome del grande architetto: in una bella re­sidenza nobiliare del tardo '800 sono spar­pagliati arredi di diverse epoche, collezioni di vetri, ceramiche, orologi, reperti archeo­logici e una rilevande quadreria, nella quale primeggiano i lavori di José de Ribera, Fran­cisco Zurbaràn, Antonie van Dyck, Tinto­retto ed EI Greco.
La caotica disposizione dell'insieme è dovuta al fatto che l'eccentrico donatore impose nel testamento di lasciare tutti gli oggetti dove li aveva ordinati lui.

Tempio de Debod
Muovendosi a nord-est della piazza, nel parco della Montana, una presenza quanto mai inattesa è formata dallo stupendo tempio de Debod, monumento egi­zio della seconda metà del IV secolo a.C., che fu offerto dal Paese africano al gover­no spagnolo come riconoscimento per il contributo prestato in occasione dello spostamento dei templi di Abu Simbel, imposto dalla realizzazione della diga di Assuan (1960-64).

Calle de la Princesa
All'inizio della movimentata arteria, che unisce plaza de Espafia alla città universitaria, si trova il cuartel del Conde Duque, grande fabbricato costruito nel 1720 per abitare il corpo di guardia; oggi il complesso, interamente restaurato, contiene vari uffici comunali, ed è fornito di spazi per esposizioni temporanee. Di fronte, seminascosto dagli alberi, sorge il palacio de Liria antica dimora dei duchi d'Alba, che fu innalzato da Tizón Ventura Rodriguez nel 1773; vi ha sede la Fundación casa de Alba con una ricca collezione di dipinti italiani, spagnoli, olandesi e fiamminghi.
La calle termina in plaza de la Moncloa, cui guarda il grande edificio del Ministero dell'Aviazione, davanti al quale svetta l'obelisco commemorativo della prima traversata aerea dell'Atlantico meridionale.

San Antonio de la Florida
Sul paseo de la Florida, che corre lungo il fianco della stazione ferroviaria del Norte, la piccola chiesa eretta nel 1798 dall'archi­tetto italiano Francesco Fontana è divenuta il pantheon di Francisco José Goya, che nella cupola, nelle vele, nei sottarchi e nel­le lunette affrescò nel 1798 la Predica e i Miracoli di 5, Antonio. La semplice tomba del maestro è siste­mata nella parte absidale.

Museo de América
Visita a pagamento, ore 10-15; do­menica e festivi, ore 10-14.30; lunedì chiuso.
Istituito già nel '700, il museo espone ma­ oggetti dell’America precolombiana e del periodo coloniale, accostando agli oggetti portati in Spagna da esploratori e conquistadores acquisizioni e lasciti più recenti.
Nelle sale del museo, ordinato dopo il completo restauro del 1986-94 secondo criteri tematici, si ammirano perciò oggetti e antichità della spedizione di Cristoforo Colombo, sculture e rilievi d'arte atzeca, i codici maya detti di Madrid e di Tudela.
Un salone è dedicato all'arte popolare itinoamericana, rivisitata attraverso strumenti musicali, ceramiche, maschere, ornamenti, giochi e monili.
Di fronte al museo, spunta dal 1992 il futuristico faro de la Moncloa che dall'alto dei suoi 92 m offre il più scenografico panorama di Madrid e delle sue vicinanze.

Avenida de puerta de Hierro
E il grande viale che percorre la città universitaria, fiancheggiando gli edifici delle varie facoltà. Al N. 4 di avenida de Herrera ha sede I'Escuela Nacional de Arquitectura, che ha una raccolta di progetti, dise­gni e modellini. Di fronte, a destra del via­le, è la Facultad de Medicina, dove è possibi­le vedere la Colección de Anatomia. Assai importante appare, all'interno della vicina Facultad de Farmacia, il Museo de Farmacia, con arredi e vasi in ceramica del XVII e del XVIII secolo.
Tornati sull'avenida de puerta de Hierro, una biforcazione a sinistra consente di arrivare il palacio de la Moncloa, settecen­tesco palazzo di campagna dei duchi d'Al­ba, interamente ricostruito dopo la guerra civile: dal 1977 è residenza ufficiale del ca­po del governo.

Ciudad Universitaria
L'aspetto moderno dell’enorme complesso architettonico in­trodotto dal monumentale arco de la Vitto­ria, che si sviluppa su una collina a dominare la foresta di EI Pardo, regalando belle viste sui dintorni di Madrid fino alla Sierra de Guadarrama, è frutto della ristrutturazione seguita alla guer­ra civile.
Paseo de la Castellana
Si tratta di uno degli assi viari più caotici di Madrid. Sulla sini­stra, al N. 43 della calle de Fortuny, l'Inso­luto Valencia de Don Juan contiene un interessante museo di arte decorativa: sono in mostra arazzi, tessuti, smalti, oreficerie, avori, ar­mi, monete, dipinti, miniature e una stupenda collezione di ceramiche ispano-more­sche. Lungo il paseo si succedono diversi fabbricati di realizzazione recente; i più importanti appaiono l'edificio Bankinter all'an­golo con la calle de Riscal e, al N. 31, la Pirómide, inaugurata nel 1979.

Gli altri edifici del paseo de la Ca­stellana.
Sotto il cavalcavia Juan Bravo, un interessan­te esempio di potenziamento di uno spazio diversamente destinato al degrado arriva dal Museo de Escultura al aire libre, la cui colle­zione d'opere astratte si raccoglie intorno all'incontro di Eduardo Chillida, con un blocco sospeso del peso di ben 6 tonnellate. Più avanti, sulla sinistra, il paseo Genera Campos conduce al Museo Sorolla.
A spezzare la successione del viale provvede la plaza de lsabela la Católica, con il monumento alla sovrana cui è chiamata. Sulla destra, il palacio de Industria racchiude il vasto Museo Nacional de Ciencias Naturales, nelle cui sale non mancano quelle collocazioni interattive che ormai rappresentano un must per le esposizioni a carattere scientifico.

L'ultimo tratto del paseo de la Castellana.
Al di là della piazza, il paseo de la Castellana continua il suo cammino abbandonandosi sulla sinistra i Nuevos Ministerios e l’enorme centro Azca del 1967, sul quale svetta la torre Picasso, ideata dall’architetto nippo-americano Minoru Yamasaki. Più avanti si alzano la torre Europa del 1987, e il palacio de Congresos y Exposiciones, del 1970, con ceramiche in facciata dipinte da Joan Miró; sulla destra lo stadio Santiago Bernabéu, terreno di casa del Real Madrid, è ben famoso anche agli sportivi italiani.
Museo Sorolla
Visita a pagamento, ore 10¬15; domenica e festivi, ore 10-14; lunedì chiuso.
Ombreggiati giardini in stile andaluso, ornati di statue, fontane e alberi da frutto, accerchiano la casa del pittore valenciano Joaquin Sorolla y Bastid, che ebbe grande successo tra i suoi contemporanei, guadagnandosi l'appellativo di "impressionista spagnolo", per poi conoscere un imprevisto quanto ingiusto calo di popolarità all'indomani della morte.
I dipinti dell'artista in mostra al primo piano permettono di ripercorrerne l'intero percorso creativo, dell’artista.
Al  pianterreno è organizzata la collezione d'arte popolare del maestro, con oggetti sacri e di vita quoti­provenienti da tutta la Spagna.
 
Museo Làzaro Galdiano
Vi­sita a pagamento, ore 10-14; lunedì e in ago­sto chiuso. II palazzo neoclassico al N. 122 calle de Serrano contiene una pinaco­teca con opere di grandi nomi della pittu­ra europea, a iniziare dagli spagnoli audio Coello, Vicente López i Portanà, dro Berruguete, José de Ribera, Barto­Amé Murillo, EI Greco, Diego Velàzquez e Goya.
 
Altri artisti europei.
Tra i fiammin­ghi, sono delineati Jakob Jordaens, Jan Gossaert, oos van Cleve, Philips Wouwermans, Rembrandt, Jan Bruegel dei Velluti, Adriaen van Ostale, David Teniers il Giovane e An­tonie van Dyck, accompagnati dal tedesco Lucri Cranach il Vecchio, dei italiani Tiepo­lo, Francesco Guardi.
 
Opere di scultura rinascimentale.
Nella sala dedicata alla scultura rinascimentale, dove spiccano i contributi del Sansovino (Bacco), del Giambologna (Nettuno; Ercole) e del milanese Agostino Busti, meglio noto con l'appellativo di Bambaja (La Ca-rità), ha trovato posto pure un magnifico dipinto (II Salvatore) del tardo '400 lombardo, per molto tempo attribuito a Leonardo da Vinci.
Il ricco patrimonio dell'istituzione, distribuito su tutti i quattro piani della residenza, annovera anche arredi, avori, smalti dal VI secolo alla produzione ottocente¬sca di Limoges, bronzi celtici, iberici e ro-mani, miniature, gioielli e ori greci, roma¬ni, celtici ed ellenistici, ceramiche ispanomoresche.

Museo Geominero
Visita, ore 9-14; domenica chiuso. Mineralogia, paleontologia e petrologia rappresentano i motivi conducenti dell'esposizione organizzata presso I'Instituto Tecnológico Geominero de Espafia, al N. 23 di calle Rías Rosas. L'edificio attiguo contiene il Museo de la Escuela de Minas, di mineralogia, uno tra i più antichi della capitale spagnola: la sua creazione risale al 1777.

Universidad Autónoma
In fondo al paseo de la Castellana, il grande complesso dell'Universidad Autónoma de Canto Bianco contiene al proprio interno due successivi spazi espositivi: la Colección de Mineralogia, organizzata nella sede della Facul­tad de Ciencias, e, presso la Facuhad de Filosofia y Letras, il Museo de Artes y Tradiciones Populares
 
Museo Taurino
Visita a pagamento, ore 9.30-14.30; domenica, ore 10-13; sabato e lunedì chiuso. Questo è un museo dedica­to alla corrida, che è stato organizzato presso la plaza de Toros de las Ventri, alla periferia orientale della città. Nelle sue sa­le, stampe, dipinti, scultu­re e costumi testimoniano la storia della tauromachia fino ad oggi

Museo Nacional Ferroviario
Visita a pagamento, ore • 10-15; lunedì e in agosto chiuso.
Tra i progetti dell'ingegner Gustave Eiffel, il cui nome resta inseparabilmente legato alla torre simbolo di Parigi, ci fu anche la stazione ferroviaria di las Delicias, cominciata nel 1880. Dopo la chiusura vi è stata assestata l'esposizione consacrata alla storia della RENFE, la rete delle ferrovie spagnole, cui si è unito nel 1980 il Museo de la Ciencia y la Tecnologia.

EI Pardo
Un tempo, la grande foresta inserita dalla puerta de Hierro, oggi principale polmone ver­de della capitale spagnola era proprietà della corona. Lo ri­corda la presenza, al suo interno, del Pa­lacio Real ricostruito sotto Filippo III dopo che un incendio aveva annientato la residenza voluta dal padre Filippo II; nel 1772 Carlo III.

Gli ambienti interni mantengono pre­ziosi arazzi della Rea] Fà­brica de Tapices affreschi di Franci­sco Bayeu y Subias e Ma­riano Salvador Maella, piacevoli soffitti a stucco. Poco lontano nasce la graziosa casita del Principe, de­stinata da Carlo IV agli svaghi della moglie Maria Luisa: attorno al grande salone centrale si apro­no otto vani ricchi di stucchi.

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