Schloss Schónbrunn, il palazzo preferito dagli Asburgo, si trova nell'elegante distrettodi Hietzing, un tempo zona boscosa al di fuori dei limiti urbani, Utilizzato dagli Asburgo come residenza estiva, grazie alla prossimità con i centri nevralgici della capitale, Schónbrunn era in origine un semplice casino di caccia, conosciuto come Katterburg, comperato nel 1559 da Massimiliano IIA partire dal regno dell'imperatrice Maria Teresa, acquisì sempre più rilievo e fu lo sfondo di rilevanti avvenimenti storici. Qui Napoleone insediò il suo quartier generale dal 1803 al 1809. Per molti sovrani riprodusse l'alternativa alla grigia vita di corte dell'Hofburg; lo stesso Francesco Giuseppe, che qui nacque e mori, vi spostò i l'intera corte austriaca, nell'intento di smorzare l'insofferenza all'etichetta della moglie Elisabetta. Per un'accurata visita del palazzo e del magnifico parco si raccomanda di preventivare mezza giornata.
Schloss Schónbrunn
Visita del castello: da aprile a giugno, settembre e ottobre, ore 8.30- 17 luglio e agosto ore 8,30-19; novembre e marzo, 8.30-16.30. ci si può valersi di una grande gamma di visite guidate; sono a disposizione audioguide in lingua italiana.
Le fasi costruttive
Il castello deve il nome a una "bella fonte" scoperta nelle vicinanze da Mattia li. Il palazzo seicentesco, conseguito per volere di Ferdinando III, fu bruciato e raso al suolo dai Turchi nel 1683. Dieci anni più tardi, J.B. Fischer von Erlach il vecchio sottopose a Leopoldo I un enorme progetto di ricostruzione che partecipava in fasto con la reggia di Versailles e immaginava l'erezione del corpo principale del castello sul rilievo poi occupato dalla Gloriette.
L'attuale aspetto rococò del complesso è legato agli interventi commissionati a Nikolaus Pacassi nel 1744-49 dall'imperatrice Maria Teresa, cui si deve anche il caratteristico colore delle facciate.
Gravi furono i danni assestati dai bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale.
Haupttor
Si tratta dell'ingresso principale, costeggiato da due obelischi, che si apre su Schónbrunner Schlosstrasse; per un'ornata cancellata di ferro battuto rococò si entra all'Ehrenhof, grande cortile d'onore, chiuso ai lati da basse realizzazioni del secolo XVIII e distinto al centro da due fontane con figure allegoriche.
Subito a destra, all'estremità nordoccidentale del cortile, è lo Schlosstheater, il teatro del castello, innalzato nel 1744-49 su progetto di Pacassi, poi cambiato nel 1767: più volte riutilizzato, è stato ristrutturato nel 1979-80 ed è sede di un'accademia d'arte drammatica.
Facciata del castello
Di fronte all'Haupttor si allunga per ben 175 metri l'imponente facciata, con corpo centrale provvisto di pronao a sei semicolonne, preceduto da un balcone a loggia su colonne binate che dà accessibilità al mezzanino attraverso due scalinate. Ritmano il resto del prospetto, sopravanzato ai lati da due ali duplicate, l'alternarsi di paraste e finestre su due ordini, erette su uno zoccolo bugnato e coronate da una balaustra a statue.
Cappella e sale del pianterreno
Dall'atrio a portici del corpo centrale si entra alla cappella (aperta solo per le messe, domenica 9-11), che presenta una apprezzabile pala d'altare di P. Troger e soffitto affrescato da D. Gran. Seguono le Bergli Zimmer (visita a richiesta su appuntamento), sale del piano terreno che prendono nome dagli estranei dipinti murali su stoffa, opera del paesaggista J.W. Bergl.
Appartamenti imperiali
Nell'atrio, a destra, è invece l'accesso agli appartamenti imperiali dei quali si visitano una quarantina di sale rococò del primo piano, organizzate da N. Pacassi al tempo di Maria Teresa e che rappresentano, con dorature, stucchi, lampadari, stufe monumentali, mobili, arazzi, un rilevante esempio del gusto artistico dell'epoca, ripresentato, in alcuni ambienti, anche da successivi allestimenti. Per lo scalone azzurro decorato da stucchi e con soffitto affrescato da S. Ricci si arriva la sala d'attesa del primo piano dove ha inizio la visita.
Sale di rappresentanza
Dalla sala della guardia con stucchi dorati e ritratti di sovrani, per l'anticamera dell'imperatore che serviva da sala d'attesa delle udienze private, con un tavolo da biliardo di stile Biedermeier e dipinti celebrativi di M. van Meytens e F. L'Allemande, si passa nella sala di noce, d'angolo, utilizzata per le udienze, con copertura in noce a fregi dorati del 1766 e pavimento intarsiato.
Appartamenti di Francesco Giuseppe ed Elisabetta.
Sono composti dallo studio, con ritratti dell'imperatore e della moglie Elisabetta di F. Russ e di F. von Matsch e dalla camera da letto, spoglio ambiente in cui l'imperatore si spense il 21 novembre 1916, con una scultura di F. von Matsch e il semplice letto metallico da campo utilizzato dall'imperatore. Attraverso la saletta della terrazza rivestita di broccato di seta, la saletta della scala, in damasco rosso con stipi laccati orientali e alle pareti opere di J.E. Liotard e J.F. Emels e il gabinetto da toeletta con pareti tappezzate in broccato rosa e ritratti di J.E. Liotard, si arriva la camera da letto di Francesco Giuseppe ed Elisabetta con arredi in palissandro e alle pareti, rivestite di seta blu, preziose tele di Maria col Bambino di Carlo Dolci e di Guido Reni.
Sale di Maria Teresa
Contrassegnate da una decorazione rococò comprendono: la stanza di Maria Antonietta con pareti bianche a ricchi stucchi dorati, stipi laccati e grandi ritratti di M. van Meytens; la stanza dei bambini, a stucchi dorati, con ritratti delle figlie di Maria Teresa, sempre di van Meytens; la saletta della prima colazione, con pareti a stucchi dorati e 26 pannelli floreali a ricamo, forse conseguiti dall'imperatrice e dalle figlie; il salotto giallo con dipinti di Liotard e il così chiamato orologio di Napoleone, pendola da tavolo
Appartamenti di Giuseppe II
Sono preceduti dai cosiddetti saloni di Rosa, che devono il nome al loro ideatore, il paesaggista barocco Joseph Rosa: nella boiserie bianca e oro delle pareti sono introdotti grandi paesaggi svizzeri e dell'Italia settentrionale; nel primo ambiente, con grande ritratto di Maria Teresa, usato anche come sala da musica.
Grande galleria
Per la stanza delle lanterne che fungeva da anticamera, si entra nella grande galleria, grandioso salone delle feste di stile rococò, tuttora adoperato per cerimonie di rappresentanza. Di imponenti dimensioni, è ritmato da semicolonne corinzie con capitelli dorati, accostate alle pareti tra la fuga di specchiere dorate, a sinistra, e di grandi finestre a destra; due grandi lampadari di cristallo pendono dal soffitto, ornato di affreschi di G. Guglielmi.
Piccola galleria.
Un altro affresco di Guglielmi, l'Allegoria del legame tra Asburgo e Sacro Romano Impero, abbellisce la gemella piccola galleria che si apre a sinistra, a metà della precedente, e ne è separata solo da arcate; l'affiancano due gabi-netti cinesi, con pavimento intarsiato e pareti ornate da pannelli a lacca provenienti dall'estremo oriente. Per la sala del carosello, con una vista della Cavallerizza spagnola di M. van Meytens che dà nome all'ambiente, si giunge la sala delle cerimonie, alle cui pareti sono un ritratto di Maria Teresa e cinque grandi dipinti sulle nozze di Giuseppe II con Isabella di Borbone-Parma, tutti di van Meytens.
Salone azzurro
Presenta una pregiata tappezzeria a cui sono applicati pannelli azzurri con scene di vita cinese, che conserva due tavoli fiorentini a mosaico: nel 1918 Carlo I vi sottoscrisse l'atto di rinuncia agli affari di Stato che contrassegnò la fine dell'impero asburgico. Attraverso le seguenti stanza Vieux-Lacque, con pavimento ornato e rivestimenti in lacca nera e oro, e stanza di Napoleone, rivestita di preziosi arazzi di Bruxelles.
Stanza delle porcellane e sala del milione
La Porzellanzimmer fu lo studio dell'imperatrice Maria Teresa: è foderata di legno intagliato e laccato in bianco e azzurro, con ornamenti floreali in porcellana e disegni in blu su stoffa, alcuni dei quali copie di dipinti di Boucher e Pillement. Lampadario, appliques e orologio sono in porcellana di Meissen. La stanza del milione deve il nome al costo dell'arredamento rococò: nella copertura in pregiato legno di rosa brasiliano sono inserite miniature indo-persiane; il lampadario in bronzo dorato a smalti, il pavimento di legno intarsiato e i mobili in legno sbalzato dorato con tappezzeria in seta terminano l'ambiente. Appartamenti di Francesco Carlo e Sofia di Baviera.
Sono le stanze con cui termina la visita del castello. riproducono un bell'esempio di arredo rococò: salone rosso, con grandi ritratti a figura intera di Giuseppe II e Leopoldo Il di M. van Meytens, e di Francesco Giuseppe; salotto della terrazza est, con affresco nel soffitto e pareti abbellite da ghirlande di j.Zagelmann; camera da letto in cui nacque Francesco Giuseppe nel 1830: le pareti e il baldacchino del letto, appartenuto a Maria Teresa, provengono dall'Hofburg e sono di velluto rosso con ricami in oro e argento.
Wagenburg
Visite: da novembre a marzo, ore 10-16; da aprile a ottobre, ore 9-18. All'interessante museo delle carrozze di Schónbrunn si entra attraverso il portico destro dell'Ehrenhof. Vi sono presentate vetture dei secoli XVIII-XIX, molte appartenute ai membri della famiglia reale e a personaggi illustri dell'impero asburgico. Il grande salone dell'ex maneggio d'inverno è suddiviso in due settori da una balconata trasversale, dove sono esposti dipinti e stampe rappresentante cavalli e cani appartenuti all'imperatrice Elisabetta, oltre a bardature e finimenti d'epoca.
Carrozze funebri
Subito a sinistra dell'ingresso, stacca l'imponente carro funebre imperiale nero di forme neobarocche, adoperato per le esequie dell'imperatrice Elisabetta, di Francesco Giuseppe e, nel 1989, per la sepoltura dell'ex imperatrice Zita; vi si contrappone il carro funebre rosso, con cui erano condotti alla Cripta dei Cappuccini i membri non regnanti della Casa d'Asburgo.
Allineate su quattro file al centro del salone sono molteplici altre vetture: la prima fila a sinistra è di carrozze da viaggio, accostate da vetture di gala della casa imperiale, tra cui la carrozza di gala di Francesco Giuseppe, quella dell'imperatrice Elisabetta, una Vigoria con tiro a quattro à-la-Daumont, adoperata da Francesco Giuseppe per le parate e le rassegne militari.
Cocchio imperiale.
Superata la balconata, ai cui piedi sono alcune slitte e portantine del secolo XVIII, si passa ad ammirare il cocchio imperiale composto dalla grande carrozza imperiale rococò della metà del '700, con ricche decorazioni dorate e otto finestrini in vetro di Murano, pesante più di quattro tonnellate, e dal tiro a otto con ricche e complicate bardature per i cavalli: utilizzata per le incoronazioni imperiali a Francoforte e a Budapest. La affiancano tre carrozze di gala adoperate dai principi, settecentesche, e una carrozza da lutto.
Schónbrunner Schlosspark
Visita del parco: tutti i giorni, dalle 6.30 fino al tramonto. L'orario di chiusura è soggetto a modificazioni stagionali. Al di là del palazzo di Schónbrunn, sul lato opposto all'Ehrenhof, si allarga il vasto parco tracciato, secondo il gusto francese da j. Trehet nel 1705-06 e risistemato tra il 1748 e il 1772 con viali, statue e vasche. Suddiviso dagli edifici accessori dai due lunghi giardini privati imperiali, raggiungibili dagli appartamenti, ha il punto focale nel centrale Blumenparterre, ad alle geometriche fiorite, che si accresce fino alla Neptunbrunnen, fontana di Nettuno del 1780, decorata da statue.
Edifici nello Schónbrunner Schlosspark
Dietro di essa si alza la collina a prato, coronata sulla sommità del porticato neoclassico della Gloriette, di J.F. Hetzendorf, preceduto da una grande vasca rettangolare e dalla cui cima (visita: da aprile a giugno e settembre, ore 9-I8; luglio e agosto, ore 9-19, ottobre, 9-17; chiusa gli altri mesi), bella vista sul parco e su Vienna; alle spalle della Gloriette si apre il Fasangarten, sede del centro sperimentale dell'Amministrazione delle Foreste.
Nei settori laterali, alberati, lungo i viali diagonali, sono le gemelle Najaden-Brunnen, fontane delle Naiadi di W.C. Beyer; a sinistra è l'edicola della Schiinen Brunnen, la "bella fonte" che dà nome alla residenza, e lungo il viale trasversale che corre ai piedi della collina si trovano falsi ruderi di gusto romantico.
Giardino botanico e serre.
A destra, lungo il muro di cinta si estende il Bo-tanischer Garten, giardino botanico creato nel 1753 da A. van Steckhoven come "giardino olandese", poi allargato fino ad arrivare una superficie di II ettari. Comprende la Palmenhaus (visita: 9.30-18; ottobre-aprile, 9.30-17), grandiosa serra che dimostra il rapporto ottocentesco tra carpenteria metallica e architettura storicista; l'attigua Sonnenuhrhaus (visita: 10¬16,30; ottobre-aprile, 10-15), "serra della meridiana" cambiata in una grande voliera di farfalle; nei viali del giardino botanico, monumenti a Francesco I di Lorena, di B. Moli e Giuseppe II.
Stadtbahn-Hofpavillon
Visita: 13-16.30; lunedì chiuso. Padiglione ottogonale di forme Jugendstil di Otto Wagner, era la stazione ferroviaria privata della corte. Ragguardevole la pensilina metallica d'ingresso e l'arredamento della sala d'attesa imperiale.