Storia di Vienna

Vienna è cresciuta sulla riva destra di un ramo del Danubio, oggi canalizzato, alla confluenza del Wien, corso d'acqua dal regime irregolare che scende dalle alture del Wienerwald, le cui pendici boscose distinguono il limite nord-occidentale della metropoli.

I primi insediamenti ersero sui rilievi circostanti l'odierna città già durante il Neolitico. Più tardi, con l'età del Bronzo e all'epoca in cui fiorì la civiltà celtica di La Tène, tali insediamenti si allargarono fino all'attuale terzo distretto urbano.
Con il I secolo d.C. i Romani innalzarono un avamposto militare nella conca non lontano dal Danubio. Nel II secolo la postazione fortificata venne modificata in una sede permanente di legione.
Il campo fortificato era posto in uguaglianza del centro della città moderna tra il Graben, Con­cordiaplatz e la cattedrale di S. Stefano; il cuore dell'attuale capitale trae dunque origine dall'accampamento militare e non dall'abitato civile che, come sempre accadeva attorno alle sedi di legione, si accostò al nucleo originario, adagiandosi sulle pendici del rilievo compreso tra l'attuale palazzo del Belvedere e Rennweg.
Tale borgo era allora denominato Vindobona, ma è al termine celtico che si deve, con ogni eventualità, l'origine del nome odierno. Con l'inizio del V secolo, i romani si ritirarono, lasciando la regione agli unni.
La crescita medievale
Il successivo sviluppo urbano si svolse prima allargandosi a cerchi concentrici a mano a mano che andava ingrandendosi la cerchia delle fortificazioni, per poi passare ad una fase di edificazione lungo le grandi direttrici radiali.
Tra i secoli XI e XII, Vienna, posta in posizione favorevole, recuperò una propria fisionomia come fiorente porto fluviale e ricco emporio di merci. Nel 1142 divenne per la prima volta capitale, allorché Enrico Il Jasomirgott la nominò a propria sede.
Con il 1221 alla città furono riconosciuti i diritti municipali, non soltanto quelli di scalo, di scarico e trasbordo. Estintasi la casata dei Babenberg, Vienna soffrì un nuovo periodo d'incertezza, un breve intervallo di quarant'anni, alla fine del quale ebbe avvio l'ascesa degli Asburgo. All'epoca di Rodolfo IV, Vienna fu uno dei centri propugnatori del gotico internazionale.
Divenuta capitale anche del Sacro Romano Impero, tra Quattrocento e Cinquecento sotto Massimiliano I, visse un'epoca di peculiare splendore.
 
Conflitti dinastici
Due secoli di guerre. Vienna non fu però nemmeno una "città inviolata": alla fine del secolo XV era già stata presa per alcuni anni dal re ungherese Mattia Corvino. Con l'ascesa al trono di Carlo V perse perfino il titolo di capitale imperiale a favore di Madrid, per recuperare , quando nel 1556 i domini degli Asburgo furono frazionati tra la casa d'Austria e quella di Spagna.
In quell'arco di tempo Vienna corse gravi pericoli, allorché da Mezzogiorno il pericolo ottomano si fece assillante. Nel 1529, infatti, i Turchi posero il primo assedio alla città. Respinto l'attacco, l'intera cinta muraria fu rinnovata e modificata in piazzaforte su modello italiano con bastioni interrati e torri di rinforzo contro i colpi d'artiglieria.
Tuttavia non fermò l'altalena dei conflitti tra Cristianità e Islam, con gli Asburgo nel ruolo di "antemurale" della civiltà europeo-cristiana, benché contemporaneamente impegnati, all'interno della stessa Cristianità, in guerre di religione e in quella, devastante, dei Trent'anni.
Ma ancora più ostile doveva comunque rivelarsi il secondo attacco turco. Nel 1683 Vienna - indebolito, dopo un lungo assedio: fu salvata dalle armate polacche di lan Sobieski, con l'ausilio di un valido generale: il principe Eugenio di Savoia.
Da allora, Vienna visse un lungo periodo di pace e fu principalmente tra Seicento e Settecento che conobbe un'intensa attività architettonica, in cui emersero gli stili barocco e rococò.
I sovrani "illuminati"
Con il sec. XVIII la struttura urbana della città si venne muovendo in tre parti anche socialmente distinte: la nobiltà, la corte, le banche e le attività commerciali trovarono posto in centro; operai e artigiani si affollarono nei sobborghi; osterie, locande e servizi si spostarono, invece, in prevalenza lungo le direttrici d'uscita della città. Stimolata da sovrani "illuminati" come Maria Teresa e Giuseppe II, la città si modificò in una grande capitale europea. Rafforzando la tradizione di mecenatismo della corte e dell'aristocrazia risalente ancora a Leopoldo II e che aveva coinvolto personaggi di primo piano della scena culturale quali Bononcini e A. Caldara come esponenti dell'opera musicale italiana e Pietro Metastasio come poeta di corte dal 1730 al 1782.
Vienna si confermò quale capitale europea della musica con il Wiener Klassik con Gluck e Salteri, dapprima, e in seguito Haydn, Mozart, Beethoven, Schu-bert.
L'età della Restaurazione
Conquistata due volte da Napoleone tra il 1805 e il 1809, Vienna divenne subito dopo prestigiosa sede diplomatica internazionale accogliendo il celebre congresso che ne portò il nome e che chiuse la lunga fase "rivoluzionaria" del Vecchio continente (1814-1815).
Tuttavia, nel 1848 Vienna fu protagonista di una tumultuosa insurrezione e di un'altrettanto rapida repressione. Fu allora che la città riuscì a imporre il licenziamento di Metternich e inoltre l'abdicazione dell'imperatore Ferdinando I a favore di Francesco Giuseppe.
Al periodo 1815-1848 è legato il "Biedermeier", stile il cui nome deriva da un per¬sonaggio fittizio, l'onesto e qualunque mae¬stro di scuola svevo che vuole ritrovare nell'arredamento, e nelle arti in genere, il "buonsenso" particolare della Restaurazione metternichiana. Forse più correttamente designato dagli storici austriaci come Vormàrz, alludendo alla rivoluzione borghese dei '48, il Biedermeier viennese ha, in architettura, un personaggio di risalto in J.G. Kornhàusel con la realizzazione della sinagoga di Seitenstettengasse.
Il regno di Francesco Giuseppe
Nella seconda metà dell'Ottocento, la città tornò a vivere un nuovo periodo di espansione sia architettonico sia culturale. Vienna avviò ad incaricarsi un volto metropolitano e molteplici edifici di stile neogotico e neorinascimentale spuntarono lungo il Ring, anello di viali la cui edificazione fu iniziata nel 1857-65, dopo la demolizione delle mura cittadine.
La decisione andava incontro a una duplice esigenza dell'emergente ceto borghese della capitale: disporre di nuove residenze e concretizzare infrastrutture pubbliche adeguate al nuovo clima sociale.
Di fatto si concretizzava una sorta di cerniera tra la città interna, aristocratica e i sobborghi operai, le cui innovative scelte estetiche, riflesso del gusto eterogeneo del tempo, dettero origine al cosiddetto "stile Ringstrasse", storicismo architettonico dove le forme stilistiche dell'edificio erano legate alla funzione dell'istituzione.
A esse si intrecciarono necessità politico-militari; le fortificazioni perimetrali erano ormai non necessarie al fine della mantenimento del potere imperiale, non si percepiva più l'esigenza di difendere la città dal pericolo di un'invasione esterna.
La riforma urbanistica
A questi lavori di ristrutturazione della planimetria urbana si unirono importanti opere pubbliche, quali la canalizzazione del Danubio, la realizzazione del primo acquedotto, il nuovo piano regolatore di Otto Wagner, che strutturava la viabilità ad anelli concentrici e raggi, con il supporto di una rete ferroviaria metropolitana. Fu quello il momento storico di capolavori dello "Jugendstil", della "Secession", e del movimento moderno.
La crescita demografica della città fu nel corso del secolo XIX impressionante: dai 300.000 abitanti d'inizio secolo, Vienna toccò nel 1910 i 2.100.000. Numerosi sobborghi rurali nati a fine Ottocento oltre i quartieri periferici della capitale, e che avevano acquisito peculiarità di vere e proprie cittadine, furono assorbiti entro i nuovi limiti urbani viennesi tra il 1890 e il 1904.
II difficile dopoguerra
Caduto l'impero austro-ungarico nel 1918, Vienna si scoprì capitale troppo grande per la nuova, piccola nazione: fu allora lasciata fuori amministrativamente dalla Bassa Austria e fece regione a sé. Per sedici anni fu governata dai socialisti, fornendo un inedito e rilevante apporto all'architettura europea con l'ultima notevole produzione del movimento della Secession e con le opere iniziate negli anni della "Vienna rossa" quando, orientandosi in particolare a Engels, furono innalzati oltre 65.000 alloggi comunali.
Persa la dignità di capitale negli anni dell'Anschluss e dell'euforia nazista, gravemente danneggiata nel corso del secondo conflitto mondiale, Vienna soffrì un notevole ridimensionamento anche in termini demografici legato anche alla divisione in quattro settori realizzata dalle potenze vincitrici. La ripresa postbellica, infatti, iniziò solo nel 1955, al termine dell'occupazione alleata, quando l'Austria ritrovò unità e indipendenza nazionale.
Grazie alla neutralità dell'Austria, il prestigio della sua capitale è migliorato fino al punto di salvaguardare una nuova e influente sistemazione internazionale divenendo, dopo New York e Ginevra, la terza sede diplomatica dell'Onu, oltre a rappresentare, dopo il crollo della Cortina di ferro, un osservatorio sui Paesi dell'ex blocco orientale.

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