Il distretto di Charlottenburg
Il nome del distretto ricorda la regina Sofia Carlotta, moglie di Federico I. Dopo la precoce scomparsa dello compagna, egli decise di omaggiare la memoria nominandole non solo lo Schloss o Lietzenburg, residenza estiva voluta proprio dallo rimpianta regina, ma anche il piccolo borgo negli immediati dintorni.
Nella seconda metà del XIX secolo, quando Berlino diventò capitale dell'impero germanico, il villaggio cambiò in una tra le più popolose aree della città, animata da un'intensa vita
mondana e culturale. Oggi il palazzo di Charlottenburg riproduce una tra le poche vestigia della grandezza degli Hohenzollern sopravvissute alle distruzioni della seconda guerra mondiale; l’ammirabile bellezza del maniero, avvolto da un parco assai frequentato da berlinesi e turisti durante la breve estate locale, e la presenza nella zona di alcuni tra i più importanti musei della capitale tedesca, lo rende una finalità obbligatoria per qualunque persona si rechi in vacanza a Berlino.
L'itinerario pedonale da Ernst-Reuter Platz allo Schloss Charlottenburg richiede non più di 90 minuti, ma qualora si desideri vedere con attenzione il castello e gli spazi espositivi sparsi lungo il percorso, elargendosi magari un po' di relax nel verde dello Schlossgarten, gli si può offrire anche un'intera giornata.
Bismarck Strasse
La via che continua verso ovest l'asse di Unter den Linden e di Strasse des 17 Juni presenta un aspetto interamente moderno, frutto della riedificazione postbellica. Superato lo Schiller Theater, del 1951, appare sul lato opposto della via la Deutsche OperBerlin, moderno edificio in cemento armato che ha avvicendato il preesistente teatro dell'Opera di Charlottenburg.
Bróhan Museum
Visita; martedì-domenica ore 10-18. La collezione donata alla città da Karl Bróhan stringe l'epoca che va dal 1889 fino al 1939, rivisitata attraverso arredi, dipinti, ceramiche, oggetti in metallo e in vetro liberty, art déco e funzionalisti. Particolarmente importanti appaiono le testimonianze dell'art nouveau francese e belga, dello Jugendstil tedesco e scandinavo, oltre alla ricca selezione di ceramiche, provenienti da rilevanti manifatture tedesche, danesi e francesi.
Molto ricca è la raccolta d'opere in metallo, disegnate, tra gli altri, da Hector Guimard, Bruno Paul, Richard Riemerschmidt, Peter Behrens e Joseph Maria Olbrich. Seguono due stanze intitolate all'architetto belga Henry van de Velde e al secessionista viennese Josef Hoffmann, cui si devono diversi oggetti di uso domestico prodotti dalle Wiener Werkstàtte, e la collezione di dipinti, che riserva particolare riguardo alla Secessione berlinese, riprodotta da artisti quali Hans Baluschek, Karl Hagemeister e Walter Leistikow; il periodo cubista di Jean Lambert-Ruck fa infine da sfondo a una raccolta di mobili francesi art déco.
Àgyptisches Museum und Papy russammlung
Visita: martedì-domenica ore 10¬18. Temporaneamente esiliati dalla Museu-minsel (vedi Preziosi interni), il Museo egizio e la collezione di papiri hanno trovato spazio in una delle neoclassiche Kasernengebàude der Garders du Corps, due edifici gemelli, innalzati nel 1851 di fronte allo Schloss Charlottenburg. Quattro imponenti statue dalla testa di leone introducono un eccezionale percorso attraverso l'arte egizia, dal VI millennio a.C. al 300 dell'era cristiana.
La collezione
Le opere più rilevanti si raccolgono al pianterreno, non ordinate cronologicamente ma ordinate per facilitare la visione d'insieme delle collezioni. All'ingresso risalta la porta del tempio di Kalabasha (30 a.C.), donata dal governo egiziano alla Germania per ringraziarla dell’adesione alla costruzione della diga di Assuan.
Il tesoro del museo è riprodotto dai reperti di Tellel-Amarna, scoperti agli inizi del '900: emozioni davvero sorprendenti suscitano alcuni ritratti della XVIII dinastia, come il noto busto della regina Nefertiti in calcare dipinto, quello in legno della regina Teje e il ritratto del re Echnaton. Rilevanti appaiono anche la camera funeraria di Amenhotep e la scultura lignea, parimenti risalente alla XIX dinastia, che ritrae Amenhotep e la moglie Hathor. Molto importanti sono anche la raccolta d'animali e figure umane in terracotta, gli sfavillanti gioielli, i rilievi di templi e, ovviamente, i sarcofagi. La collezione di papiri, presentata solo in parte, propone uno sguardo d'insieme sugli sviluppi e le evoluzioni della scrittura attraverso i secoli, fino a composizioni in greco, aramaico e arabo.
Picasso und Seine Zeit
Visita: martedì-venerdì ore 10-18; sabato e domenica ore I I-I8. Nell'altro padiglione delle Kasernengebude der Garders du Corps è presentato un centinaio d'opere d'arte contemporanea, appartenute al collezionista e mercante d'arte Heinz Berggruen, insieme a oggetti d'arte africana che rinviano, con le loro forme, alle radici della scena figurativa del '900.
Il centro della raccolta sono gli oltre 60 lavori di Picasso, dal periodo blu in poi: si notino uno studio per Les demoiselles d'Avignon, una Testa di Fernande, il cubista Ritratto di Georges Braque e quello di Dora Maar chiamato Il pullover giallo, oltre a pastelli, oli su legno, disegni ad acquerello e inchiostro, piccoli bronzi e figure in ceramica.
Grande spazio è intitolato anche a Paul Klee che, sia con il lavoro pittorico sia con gli scritti teorici, ha condizionato radicalmente lo sviluppo dell'arte moderna europea: sono esposti il Ritratto di una moschea, la Prospettiva con la porta scura e Il tempo, dipinti negli anni '20 dei '900.
La raccolta abbraccia inoltre quattro lavori di Paul Cézanne, e inoltre alcune opere di Vincent Van Gogh, Matisse,Georges Braque e tre sculture di Alberto Giacometti.
Schloss Charlottenburg
Questo bellissimo castello barocco è uno tra i pochi edifici rimasti nella capitale tedesca a testimoniare i fasti degli Hohenzollern. Fu la principessa Sofia Carlotta a volere un castello estivo alle porte di Berlino; il progetto fu consegnato nel 1695 a Johann Arnold Nering, ma toccò a Martin Griinberg portare a termine l'opera quattro anni più tardi.
Quando suo marito Federico I fu incoronato nel 1701 primo re di Prussia, con il nome di Federico III, Sofia Carlotta cambiò l'edificio in un punto d'incontro di pittori, musicisti, letterati e filosofi; alla sua prematura morte il marito volle ribattezzare con il suo nome, sia la residenza sia il villaggio presso il quale questa sorgeva, dando poi a Johann Friedrich von Góthe il compito di allargare: sorse così l'ala a sinistra del corpo centrale, l'Orangerie. Anche Federico Il fece associare una nuova ala.
Federico Guglielmo II consegnò a Cari Gotthard Langhans la realizzazione, nel retrostante parco, del Belvedere e di una sala da tè; in seguito Karl Friedrich Schinkel concretizzò per Federico Guglielmo III il Pavillon e il Mausoleum, ove fu sepolta la moglie del re
Corte d'onore
Domina il cortile d'onore la bellissima statua, conseguita in bronzo da Andreas Schliiter, che ritrae il principe elettore Federico Guglielmo di Hohenzollern a cavallo: particolarmente importanti sono le figure alla base, il cui moto è tipico dello stile barocco. Durante la seconda guerra mondiale la scultura, che si trovava sul ponte davanti al castello degli Hohenzollern a Mitte, avrebbe dovuto essere trasportata a Potsdam, ma battello che la spostava, per l'eccessivo peso, affondò nel Tegelsee; il monumento fu ripreso solo nel 1950, e sistemato nell'attuale posizione.
Historische Ràume (le stanze storiche)
Coincide agli appartamenti reali, che occupano il pianterreno del corpo centrale. Oltre il vestibolo, sulla destra si apre il Mecklenburgische Wohnung, l'appartamento dove venivano accolti gli Hohenzollern del ramo Medemburgo: i portali sono in legno scolpito, i soffitti addobbati di arabeschi. La lunga infilata di sale sul lato rivolto verso il parco non offre caratteristici curiosità, fatta esclusione per il bianco clavicembalo di Sofia Carlotta, la sala da bagno del re e qualche bel mobile laccato.
A sinistra del vestibolo si trova invece l'appartamento di Federico I e della moglie Sofia Carlotta: la più stimolante delle sale è certamente il gabinetto delle porcellane, per l'eccezionale raccolta d'esemplari cinesi e giapponesi
Nella stanza da letto di Federico li, tutta rivestita di damasco giallo, il ritratto del re fu dipinto da Wilhelm Friedrich Weidemann; la cappella di Johann Friedrich von Giithe è invece degna di nota per il soffitto affrescato.
Scalone e primo piano
A von Gothe si deve anche lo scalone rococò, il primo del genere conseguito in Germania, che sale al primo piano: nella sala 206 sono collocati diversi Ritratti di Federico il Grande, nello studio di Federico
Guglielmo IV la celebre Veduta di Berlino intagliata nel 1688 da Johann Bernhard Schulz. Attraversata la cosiddetta sala ovale, sostenuta da dieci pilastri corinzi, si accede nella sala degli argenti per ammirare l'argenteria della corte degli Hohenzollern, che giunge dallo scomparso castello di Berlino: risalta il servizio da tavola del principe ereditario, capolavoro dell'oreficeria tedesca del '900.
Knobelsdorff-Fliigel e Winter-kammer (stanza invernale).
collocata sulla destra rispetto al corpo principale, è l'ala aggiunta sotto Federico II. La sala bianca serviva nello stesso tempo da sala del trono e da sala da pranzo del sovrano, mentre la Goldene Galerie è una sala da musica e da ballo in puro stile rococò, con marmi verdi e decorazioni dorati. Negli ambienti che rappresentavano il secondo appartamento di Federico Il si trova qualche rilevante dipinto, come il Ritratto della Barbarina, opera migliore dello specialista Antoine Pesne.
Le Winterkammer componevano gli appartamenti presi dai successori di Federico II durante il gelido inverno berlinese.
Galerie der Romantik (galleria del romanticismo)
Visita: martedì-venerdì ore 10-18; sabato-domenica ore 11-18.
Nel 1861 joachim Wilhelm Wagener, console e commerciante berlinese, lasciò in eredità alla corona prussiana 264 dipinti, che, con altri in seguito acquistati, furono sequestrati nel 1937 dai nazisti perché ritenuti "arte degenerata". Scampata alle vicende del secondo conflitto mondiale, la collezione è in attesa di essere inserita nell'Alte Nationalgalerie.
La collezione
Una parte rilevante della raccolta testimonia la vocazione degli artisti romantici tedeschi al viaggio, e in particolare al Grand Tour nella nostra penisola, sottolineandone diversi motivi tipici, quali le indicazioni classiche, i paesaggi - spesso notturni - ove appaiono spesso rovine, le particolari atmosfere che influenzeranno tmolti artisti successivi. Documentano il viaggio in Italia, in particolare, le opere di Joseph Anton Koch, Franz Louis Catel.
Opere di Friedrich
Tra le opere di Caspar David Friedrich, il maggiore pittore romantico tedesco, domina il grande Monaco sul mare, ma appaiono sicuramente degni di nota anche Due uomini sul mare, Donna alla finestra, il coevo L'albero solitario, affiancati a tele che si rifanno al mito romantico della rovina.
Opere di Schinkel
Grande spazio è intitolato anche a Karl Friedrich Schinkel, di cui sono esposti alcuni oli immaginifici d'architetture immerse in paesaggi idilliaci, fino a rappresentazioni mitologiche come Visione degli anni fiorenti della Grecia, mentre Georg Friedrich Kersting aveva ritratto Caspar David Friedrich nel suo atelier.
Altri pittori tedeschi
Karl Blechen si misurò con temi di ogni genere, dal Paesaggio pietroso e monaco a una serie di piccoli quadri, passando per luoghi berlinesi e italiani. Eduard Gaertner, invece, rimase fedele a Berlino, ritraendone benissimo Brùderstrasse, L'atelier dei fratelli Gropius, Klosterstrasse, Neue Wache. Di Cari Spitzweg, romantico ma anche ironico, sono esposti, tra gli altri, Aquiloni e Strada di Venezia.
Museum fiir Vor und Friih-Geschichte
Visita: martedì-domenica ore 11-18. Preistoria e protostoria dell'Europa e dell'area mediterranea rappresentano il fulcro dell'esposizione allestita nell'ala sinistra dello Schloss Charlottenburg. Sono ristrutturate alcune semplici tombe, esposte elementari armi in ossidiana e rifatte diverse pitture rupestri. L'evoluzione delle civiltà dell'Asia Minore, illustrata a partire dagli insediamenti del 9000 a.C., continua con la realizzazione delle prime città (6000 a.C.) e arriva allo sviluppo di sistemi di scrittura: si notino gli oggetti e le opere di architettura provenienti da Uruk, la città di Gilgamesch.
I reperti più conosciuti in possesso del museo sono però quelli ritrovati tra le rovine di Troia durante gli scavi realizzati da Heinrich Schliemann: si tratta del così chiamato tesoro di Priamo. Chiudono il percorso di visita le sezioni dedicati alle culture presenti nel territorio tedesco durante le età del Bronzo e del Ferro, e agli antichi popoli slavi.
Schinkel
Una villa napoletana, nella quale aveva abitato Federico Guglielmo III, fornì a Karl Friedrich Schinkel l'ispirazione per innalzare il padiglione che oggi porta il suo nome. Dietro la sobria facciata neoclassica, gli ambienti interni, distrutti da un bombardamento nel 1943, sono stati precisamente riportati all'aspetto originale.
Mausoleum
È un piccolo tempio dorico di Heinrich Gentz, voluto da Federico Guglielmo III per la sepoltura della moglie; l'aggiunta, su disegno di Karl Friedrich Schinkel, di una parte alzata ne turba un po' le proporzioni originali. La statua in marmo della regina rese subito celebre il suo autore, Christian Daniel Rauch, per la posa assai naturale, con le gambe incrociate, le belle mani e una dolce espressione sul viso.