Il centro di Berlino è il cuore della città, il sito dove, in epoca medievale, venne alla luce il primo nucleo della capitale tedesca, il luogo dove oggi s'intrecciano intimamente presente e passato. Dalla monarchia prussiana all'impero germanico, dalla repubblica di Weimar al Terzo Reich, Mitte è sempre stato il cardine, nel bene e nel male, della vita politica, culturale e commerciale dell'intera Germania, quando, nel 1945, Mitte divenne il centro della capitale della Repubblica democratica tedesca, i pochi edifici del Terzo Reich sopravvissuti ci bombardamenti della seconda guerra mondiale furono abbattuti; analogo destino toccò, a rilevanti vestigia
del passato, come il castello degli Hohenzollem, che erano state rovinate in modo irreparabile dai bombardamenti che colpirono la città. Gli edifici più rappresentativi del '700 e del primo `800 furono comunque ristrutturati in modo esemplare, e alcuni quartieri ricostruiti nello stile della vecchia Berlino. Per completare la passeggiata dalla porta di Brandeburgo all'Alexanderplatz sono necessarie circa due ore, senza contare il tempo richiesto per la visita di musei e monumenti.
Porta di Brandeburgo
La riunificazione tedesca ha avuto come simbolo il grande arco neoclassico della Brandenburger Tor, innalzato tra il 1189 e il 1791; Federico Guglielmo II ne aveva fatte costruire altre 13, nessuna delle quali è giunta ai giorni nostri. La porta, ispirata ai propilei dell'Acropoli ateniese, divide il centro storico dal parco del Tiergarten come un sipario architettonico, ritmato da sei colonne in stile dorico. La quadriga della Vittoria sulla cima, trainata da quattro cavalli, è di Johann Gottfried Schadow, uno dei più grandi esponenti della scultura tedesca a cavallo fra il '700 e l'800.
La quadriga distrutta durante l'ultimo conflitto mondiale, fu rifatta nel 1958 senza l'aquila prussiana e la croce di ferro.
Pariser Platz
La piazza ha ultimamente subito un pederoso intervento di riqualificazione edilizia, ponendo un dovuto rimedio alla impetuosa sistemazione postunitaria. In passato ha rappresentato l'elegante centro mondano della Berlino prebellica, che i bombardamenti alleati prima e l'erezione del Muro poi avevano modificato in uno spazio vuoto e desolato. Accanto alla porta di Brandeburgo, la Haus Sommer e la Haus Liebermann, precisamente uguali tra loro, sono state ideate da Josef Paul Kleihues riprendendo le semplici e severe geometrie care ad August Friedrich Stiiler, architetto tra i più rappresentativi dell'800 tedesco.
Completano il quadro della piazza palazzi presi da banche e ambasciate, insieme all'hotel Adlon, anch'esso frutto della ricostruzione seguita alla riunificazione; negli anni '20 del '900 era uno tra i più importanti alberghi di Berlino, dove si davano convegno monarchi, politici, artisti e letterati. Accanto all'hotel, Giinther Behnisch, ha diretto la riedificazione dell'Akademie der Kiànste.
Unter den Linden
Il viale "sotto i tigli" racconta in ogni suo angolo tre secoli di storia berlinese. Prima della seconda guerra mondiale era la strada più bella della capitale tedesca, con una lunghezza di 1,2 km; tracciata nel 1647 da Federico Guglielmo, un secolo più tardi fu allargata da Federico II Grande, che volle aumentare anche con quattro filari di tigli, da cui la via prese il nome.
La parentesi più triste della sua storia si ebbe quando gli alberi furono smantellati dai nazisti per concedere il passaggio delle parate militari. I tigli che si vedono oggi sono stati piantati nel dopoguerra, per fare tornare la strada al suo antico splendore e staccare il più possibile il ricordo dell'ultimo conflitto mondiale.
Robert Koch Museum
Visita: mercoledì-venerdì su appuntamento. Ripercorre la vita e le scoperte del medico considerato l'inventore della microbiologia, della moderna igiene e della batteriologia; a lui si deve, tra l'altro, l'individuazione del bacillo dell'antrace. Nel museo sono mostrati oltre 300 oggetti, compreso l'attestato del premio Nobel che Koch ottenne nel 1906 per la scoperta del vaccino contro la tubercolosi.
Deutsche Guggenheim Berlin
Visita: ore 11-20; giovedì ore 10-22. Inaugurata nel 1997 in un edificio risalente agli anni '20 dello stesso secolo, la galleria è il quarto spazio espositivo aperto dalla Solomon R. Guggenheim Foundation, dopo i musei di New York, Venezia e Bilbao. Ogni anno vi sono preparate prestigiose mostre d'arte contemporanea, opportunità per ammirare tre sculture di Alberto Giacometti e, nel sotterraneo, una bella collezione di fotografie che documenta gli incontri e l'amicizia tra Pablo Picasso, Heinz Berggruen e Jacques Prévert.
Altes Palais
Costruito da Cari Ferdinand Lang-hans nel 1834-37, il Palazzo Vecchio fu riedificato nel 1964. Sul lato opposto della strada si nota un grande palazzo neo-barocco, alzato nel 1903-14 da Ernst Eberhard, che ospita la Deutsche Staatsbibliothek, una delle più rilevanti d'Europa. Fondata nel 1661 conta sei milioni e mezzo di volumi. 600.000 manoscritti, 335.000 carte geografiche e 9000 fra atlanti e mappamondi.
Humboldt Universitàt
Il grande palazzo neoclassico sede dell'ateneo, inserito dalla scultura di Federico II Grande a cavallo, doveva diventare la residenza del fratello del sovrano, ma nel 1809 fu destinato alla sua attuale funzione. L'Università è nominata al grande scienziato fondatore dal 1949, quando cominciò la fedele riedificazione dell'edificio, terminata 20 anni più tardi; tra i suoi docenti, l'istituzione ha avuto i filosofi Friedrich Hegel, Friedrich Schleiermacher e Ludwig Feuerbach, i letterati Jacob Wilhelm Grimm, Albert Einstein.
Una curiosità: davanti all'Università sono preparati tutti i giorni banchetti che vendono cimeli storici della Repubblica democratica tedesca, come foto e stampe, inclusi i famosi "volumi blu" con le opere di Karl Marx e Friedrich Engels, che furono, tra l'altro, allievi del ateneo.
Bebelplatz
Nel progetto redatto per Federico il Grande da Georg Wenzeslaus Knobelsdorff, uno tra i massimi architetti tedeschi del XVIII secolo, la piazza doveva riprodurre il centro artistico e spirituale della monarchia, ma l'unico elemento conseguito dell'ambizioso programma originario fu la Deutsche Staatsoper.
Fu qui che l' 11 maggio 1933 i nazisti inscenarono il rogo dei libri "non tedeschi", dando alle fiamme 20.000 opere, tra gli altri, di Marx, Engels, Lenin, Bertolt Brecht, Thomas Mann e Heinrich Heine. Una botola nell'asfalto, opera dell'israeliano Michael UIImann, dalla quale si vede una stanza bianca con scaffali sconsolatamente vuoti, ricorda il brutto evento.
Alte Bibliothek
La facciata ricurva della Vecchia Biblioteca, ora appartenente all'Università Humboldt, ha fatto sì che i berlinesi abbiano preso a chiamare comò l'edificio, innalzato tra il 1774 e il 1780 e ricostruito dopo l'ultima guerra. Il progetto si deve all'architetto austriaco Johann Bernhard Fischer von Erlach, che lo aveva pensato 20 anni prima per un castello viennese.
Neue Wache
Isolato nel Kostanienwìildchen, ossia il "boschetto dei castagni", il "Nuovo Posto di Guardia" è la prima opera realizzata a Berlino da Karl Friedrich Schinkel, tra le più considerevoli testimonianze del classicismo in Germania. L'edificio ha la pianta di un castrum romano, con torrette angolari e portico dorico.
Originariamente indirizzata a posto di guardia delle sentinelle, l'ex Kónigswache fu riconvertita durante la repubblica di Weimar in prigione, per poi divenire un monumento ai caduti del primo conflitto mondiale ed essere destinata, nel 1960, a ricordare le vittime della dittatura nazista; ai tempi della DDR, i turisti vi si bloccavano a osservare le guardie.
L'interno trasmette un'atmosfera carica di pathos, con un fascio di luce che scende da un'apertura circolare a ravvivare la sala totalmente disadorna, fatta eliminazione per una Pietà della scultrice novecentesca Kàthe Kollwitz; al centro sono seppelliti i resti di alcuni combattenti della Resistenza tedesca e urne contenenti terra raccolta nei campi di concentramento.
Zeughaus
L'Arsenale, terminato nel 1706 su progetto di Johann Arnold Nering e ristrutturato poco più di un secolo dopo, è esaminato il più riuscito edificio barocco della città. Inizialmente destinato a deposito di trofei e bottini di guerra, accolse nel 1844 la prima mostra dell'industria tedesca; nel 1875 fu modificato in museo delle armi e della guerra, a celebrare la fama dell'esercito prussiano. Fortemente danneggiato dagli eventi dell'ultimo conflitto mondiale, il complesso fu ricostruito tra il 1949 e il 1965 reintegrando le forme originali all'esterno, mentre gli ambienti interni furono totalmente rinnovati; l'architetto cinese leoh Ming Pei, creatore della piramide al Louvre di Parigi, vi ha infine unito un secondo corpo, unito a quello principale da un edificio a chiocciola in vetro.
La collezione dello Zeughaus.
Lo Zeughaus, dal 1952 al 1990 sede del museo della storia della Repubblica democratica tedesca, oggi dà accoglienza il Deutsches Historisches Museum illustra le vicende della Germania dal medioevo alla riunificazione, attraverso quadri, mobili, manifesti, filmati, vestiti, automobili, oggetti di vita quotidiana, archeologia della memoria e dell'industria.
La sezione dedicata al periodo illuminista annovera una serie di prime edizioni molto rare, come I dolori del giovane Werther di johann Wolfgang Goethe e I'Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences des arts et des métiers di Denis Diderot e Jean-Baptiste d'Alembert.
Ampio spazio è dedicato al periodo nazista, illustrato attraverso documenti di propaganda politica; si notino gli inquietanti formulari per affermare la purezza della razza e il filmato del rogo dei libri in Bebelplatz, seguito dalla voce di Joseph Paul Goebbels, che esprime con solida quanto orgogliosa sicurezza i nomi degli autori messi al bando dal regime.
Friedrichswerdersche Kirche
I lavori di demolizione del Ministero degli Esteri della DDR hanno concesso di riportare alla luce questa chiesa in mattoni innalzata nel 1830 da Karl Friedrich Schinkel, che è stata sottoposta a un attento restauro. L'interno, uno tra i più importanti di Berlino, rivela la capacità dell'architetto di unire il patrimonio di conoscenza delle forme classiciste con quello storico-romantico della tradizione gotica, la cui rinascita ottocentesca è testimoniata dalle vetrate, dagli arredi in rovere, dai trompe-l'oeil del bugnato in finta arenaria.
Nella galleria, lo Schinkelmuseum documenta la vita del grande architetto presentando, tra l'altro, riproduzioni dei progetti della chiesa, mentre nella navata hanno trovato posto alcune sculture da lui concepite e i rilievi progettati per la Bauakademie distrutta durante l'ultimo conflitto mondiale.
Marx-Engels Briicke
Il ponte Marx-Engels è senza dubbio il più bello di Berlino. Passa un ramo della Sprea in direzione dell'isola oggi nota come l'isola dei musei, dove s'insediarono, circa 750 anni or sono, i primi abitanti della futura capitale tedesca. Progettato da Karl Friedrich Schinkel e originariamente denominato Schlossbrúcke, il ponte è decorato da otto statue in marmo di Carrara raffiguranti personaggi della mitologia greca, anch'esse disegnate da Schinkel, cui si devono pure i delfini e i tritoni del parapetto. Superato il Marx-Engels Briicke, sulla destra si apre il Lustgarten, piccola area a verde nata nel 1573 come parco di divertimenti.
Marx-Engels Platz
Si apre nel luogo ove sorgeva il castello degli Hohenzollern, che fu innalzato per volere di Federico I nel 1443 e due secoli più tardi (1640-88) divenne sede del governo e degli uffici amministrativi della marca di Brandeburgo. La fortezza fu bruciata dalle bombe della seconda guerra mondiale e nell'immediato dopo guerra quello che rimaneva fu distrutto: fu risparmiato solamente il barocco portale d'ingresso, che fu inglobato nell'edificio dello Staatsrat, sede del Consiglio di Stato, perché dal sovrastante balcone Karl Liebknecht aveva proclamato, il 9 novembre 1918, la fine della monarchia e la nascita della repubblica.
I resti delle fondamenta e i pannelli informativi danno, per quanto possibile, un'idea dell'imponenza del castello, su parte delle cui rovine fu innalzato il Palast der Republik, costruzione in ferro e vetro che, dopo essere stata sede del governo della Repubblica democratica, è chiusa dal 1990 per la l’esistenza di amianto nella struttura.
Berliner Dom
Visita: ore 11-18. L'imponente chiesa reale degli Hohenzollern, in stile neobarocco, fu innalzata nel 1894-1905 per volere di Guglielmo che voleva donare a Berlino un luogo di culto degno di una capitale. In gran parte distrutto durante l'ultima guerra, il Duomo è stato riaperto nel 1993, dopo 18 anni di restauro. Nella cripta sono custoditi i sarcofagi di Federico Guglielmo, Federico I, Sofia Carlotta e Federico Gugliemo II.
Marx-Engels Forum
Al di là del Rathausbrúcke, il ponte più antico di Berlino si apre questa grande piazza alberata sistemata negli anni della DDR, al centro della quale troneggia il monumento a Marx ed Engels.
Marienkirche
Visita: lunedì-giovedì ore 10-I6. E la più antica parrocchia della capitale tedesca, nonché uno tra i pochi monumenti risparmiati dai bombardamenti alleati. Costruita nel 1260 e rimaneggiata dopo un incendio 110 anni più tardi, secondo lo stile gotico tipico della Germania settentrionale, si presenta oggi incoronata da una cupoletta classicheggiante concepita da Cari Gotthard Langhans e aggiunta nel 1790.
All'interno si nota un bel pulpito barocco in pietra, opera di Andreas Schliiter. Molti visitatori entrano in questa chiesa per ammirare il famoso affresco della Totentanz lungo 23 metri e che ricorda la peste che sterminò la popolazione di Berlino tra il 1480 e il 1484.
Fernsehturm
Visita: ore 9-I; novembre-marzo ore 10-24. La torre della televisione, che si ele va per ben 365 metri, è da sempre l'edificio più alto dell'intera città. Una menzione caratteristica merita l'ascensore, che in soli 40 secondi porta a 207 metri, dove un caffè rotante consente di godere di un suggestivo panorama di Berlino a 360 gradi.
Fontana di Nettuno
Considerata fra le più belle di Berlino, fu raffigurata nel 1891 da Reinhold Begas e posta di fronte al castello della casa regnante. Si trattò di un dono dei berlinesi al loro imperatore, che per ironia della sorte sarebbe stato anche l'ultimo.
Alexanderplatz
Alfred Dbblin le ha dedicato un film, Franco Battiato una canzone; i berlinesi la chiamano familiarmente Alex. In origine mercato del bestiame e della lana, quindi spazio conservato alle esercitazioni delle truppe prussiane e oggi importan te nodo del traffico viario e ferroviario, ricorda nel nome la visita a Berlino dello zar Alessandro I; come rivela il suo aspetto moderno, è stata totalmente ristrutturata negli anni '60 dall'amministrazione della disciolta DDR, con il mosaico delI'Haus der Lehrer. Volgendo lo sguardo, si nota l'orologio universale Uranio, che segna l'ora delle maggiori città del mondo.