Hampton Court che riproduce una tra le maggiori attrazioni della capitale britannica tanto per l’eccezionale valore delle opere d'arte conservate al suo interno, tra le quali figurano molteplici lavori di scuola italiana, quanto per l'incantevole bellezza dello scenario naturale, che ne fa una tra le mete preferite dei londinesi in gita domenicale.
Osservando una cartina dei sobborghi occidentali della metropoli, contraddistinti da una caratteristica marcatamente residenziale, balza d'altronde all'occhio la presenza di altre abitazioni innalzate per la villeggiatura dell'aristocrazia cittadina, Molte dimore sono state riservate a sedi di uffici e istituzioni culturali, ma alcune si sono custodite con il loro patrimonio di tesori d'arte; è il caso di Chiswick House e di Syon House, cui lavorarono alcuni tra i migliori architetti d'intemi del XVIII secolo.
La visita di Hampton Court richiede un'intera giornata; per Chiswick House e Syon House si mettano invece in preventivo un paio d'ore ciascuna.
Chiswick House
Visita, aprile-settembre ore 10-18; novembre-marzo ore 10-I6, lunedì e martedì chiusa. Osservando il portico a colonne sulla facciata e l’antistante cupola ottagonale, balza prontamente all'occhio la matrice palladiana di questa bellissima villa, innalzata dal terzo conte di Burlington sul modello della Rotonda di Vicenza.
Il nobiluomo viveva in una casa vicina, distrutta nel 1758, e adoperava la dimora per ospitare la sua collezione di opere d'arte e intrattenervi i suoi amici letterati. Al pianterreno, un filmato sulla storia del palazzo introduce la visita degli appartamenti privati del conte e della biblioteca, dove sono presentati disegni architettonici di ville palladiane; il soffitto del Summer Parlour fu dipinto da William Kent, cui si devono le decorazioni interne di alcune tra le più belle residenze londinesi.
Al piano superiore si osservano le stanze utilizzate per l'intrattenimento, splendidamente arredate e decorate in colori diversi. La Red Velvet Room e la Blue Velvet Room mantengono le decorazioni di Kent, il Domed Saloon si apre sotto la volta della cupola, la Gallery si articola in una serie di stanze ispirate alle terme di Diocleziano a Roma: da qui si ha la migliore vista sui stupendi giardini progettati da Kent e Bridgman, che furono i primi della capitale britannica a rompere la tradizione del parco formale all'olandese.
Syon House
I splendidi interni celati dietro i severi prospetti di questo maniero elisabettiano recano la prestigiosa firma di Robert Adam.
Preziosa testimonianza del suo talento recano già i dislivelli in marmo bianco e nero del pavimento dell'Entrante Hall, celati da scalinate adorne di colonne doriche; terminano l'insieme le decorazioni monocrome alle pareti e statue d'ispirazione classica.
L’appariscente Ante-Room, anticamera della più sobria Dining Room, presenta sfarzose decorazioni in oro, blu e rosso, con pavimento marmorizzato; le pareti della Red Drawing Room sono rivestite di seta tessuta dagli ugonotti francesi di Spitalfields, nell'East End, il tappeto fu disegnato da Adam, i ritratti si devono, tra gli altri, ad Antonie Van Dyck e Peter Lely, riprodotti anche nella Print Room, dove trovano anche posto alcuni lavori di Gainsborough e Reynolds.
II '700 vide anche l’assestamento del parco intorno alla dimora, affidata a Lancelot "Capability" Brown, cui si devono alcuni tra i più bei giardini del Regno Unito: vi si osservano il Great Conservatory, struttura in ferro e vetro del 1830 destinata a serra, un antico giardino botanico, la Butterfly House con centinaia di farfalle e I'Heritage Motor Museum, che raccoglie la più grande collezione di automobili inglesi dal 1895 a oggi.
Hampton Court Palate
La regina Vittoria prediligeva al castello di Windsor l'ex residenza di campagna dal cardinale Wolsey, innalzata nel 1514 e sequestrata da Enrico VIII.
Questi fece arrecare molteplici modifiche alla dimora, che intendeva rendere la più bella del regno; nel 1689 Guglielmo III d'Orange e la consorte Maria affidarono a Sir Christopher Wren il rifacimento degli State Apartments nelle ali est e sud, l’esclusive del maniero aperte al pubblico. II rogo del 1986, rovinando seriamente i piani alti dell'ala sud, ha offerto l'opportunità per un diligente intervento di restauro, terminato dopo sei anni di lavori.
La facciata del palazzo, in caldi mattoni rossi con inserti bianchi, è dominata dalla poderosa Great Gatehouse, difesa da due torri poligonali. Vi si entra attraverso il ponte sul fossato, voluto da Enrico VIII, entrando nel cortile principale: i medaglioni in terracotta sui muri con le effigi di imperatori romani, opera dello scultore toscano Giovanni da Maiano, abbelliscono anche la Clock Court collegata alla precedente dall'Anne Boleyn's Gateway; la chiudono sulla sinistra la Great Hall e sulla destra un colonnato di Wren, da cui si accede alla Hampton Court Exhibition, che introduce la visita del palazzo e illustra le fasi del restauro continuazione all'incendio del 1986.
Agli alloggi reali dei Tudor, ricavati al primo piano, sale la scala nel corpo di fabbrica tra la Base Court e la Clock Court. Per prima si osserva la splendida Great Hall, unico ambiente trattenuto dei tempi di Enrico VIII, con soffitto a capriate intagliate, grandi polifore e arazzi di Bruxelles: le sue dimensioni consentirono a Elisabetta I e Giacomo I di farvi riprodurre spettacoli teatrali. Attraverso la Horn Room si passa alla Great Watching Chamber, la stanza delle guardie del corpo, abbellita da splendidi arazzi provenienti dalla collezione del cardinale Wolsey; la successiva Haunted Gallery.
Appartamenti della regina
Si trovano nell'ala progettata da Wren: vi si entra salendo la Queen's Staircase in ferro battuto, con soffitto affrescato da William Kent.
La Queen's Guard Chamber accoglieva le guardie del corpo: le statue in marmo a grandezza naturale del camino maggiore furono quasi certamente realizzate da Gibbons.
Attraversate la Public Dining Room, perfettamente decorata da Kent, e la Queen's Audience Chamber, con arazzi seicenteschi e imponente trono a baldacchino, si accede nella Queen's Drawing Room, ideata da Wren in asse con il canale nel parco, del quale offre una splendida vista.
La Queen's Bedchamber ha mantenuto gli arredi concretizzati per la regina Carolina; nella vicina Queen's Gallery si notino, oltre lo stupendo caminetto, gli arazzi di Gobelins che narrano le imprese di Alessandro Magno. Sul lato est della porticata Fountain Court, altra esecuzione di Wren, la Caithness Staircase dà entrata alla Queen's Private Chapel, cappella privata della regina Carolina, che fu finita nel 1728: la cappella, priva di finestre, è illuminata da un lucernario ricavato nella cupola ottagonale, la cui luce consente di ammirare quadri di Annibale Carracci, e Marco Palmezzano.
Residenze privati
Le stanze seguenti erano conservate alla vita privata della corte, come rivelano i nomi e gli arredi della Private Dining Room, conservata alle cene informali, del Closet e della Queen's Private Chamber, che porta alla King's Private Dressing Room, con intagli di Grinling Gibbons.
La Ante-Room inizia invece la Cartoon Gallery, la più grande tra le sale ideate da Wren per Guglielmo II, che soffrì pesanti danni dall'incendio del 1986: vi sono presentate le copie dei cartoni di Raffaello provenienti dall'Ashmolean Museum di Oxford, i cui originali sono oggi in mostra presso il Vittoria and Albert Museum.
I quadri di Peter Lely alle pareti della successiva Communication Gallery ritraggono le dame di corte del tempo di Carlo II. Il soffitto a ottagoni dorati del minuscolo Wolsey Closet è assegnato al maestro senese Baldassarre Peruzzi; le pareti sono decorate da legni intagliati e da pannelli quattrocenteschi con scene della Passione.
La Cumberland Suite, ideata da Kent nel 1732, si compone dell'Outer Chamber e della Drawing Room, con quadri dei seicenteschi Luca Giordano, Annibale Carracci, Sebastiano Ricci; nella Bedchamber, dove riposarono Giorgio II e il figlio Federico, si osservano invece importanti tele del Domenichino e del genovese Bernardo Strozzi.
Riguadagnata la Clock Court, il bellissimo King's Staircase, con pareti e soffitto decorati da affreschi prospettici dello specialista leccese Antonio Verrio, sale agli appartamenti del re, inseriti dalla King's Guard Chamber, dove sono presentate oltre 3000 armi appartenute a Guglielmo III il Conquistatore.
Nella King's Presente Chamber spiccano il trono a baldacchino e due arazzi di Bruxelles con il Trionfo degli dei; mantengono gli arredi originali anche la King's Eating Room, la King's Privy Room, con un altro trono a baldacchino, e la King's Great Bedchamber, il cui soffitto fu affrescato da Verrio. Back Stairway concede di ridiscendere al pianterreno per visitare le stanze private del re, decorate da rilevanti dipinti di Tiziano, Giulio Romano, Jan Van Eyck, Bonifacio de' Pitati, Jacopo Bassano. Dalla Clock Court si entra anche alle stanze del cardinale Wolsey, che mantengono i rivestimenti in legno intagliato d'epoca Tudor, e alla Renaissance Pitture Gallery, aperta al pubblico in simultaneità con la riapertura del palazzo per accogliere i dipinti rinascimentali della Royal Collection: nel fondo della raccolta, comprendente oltre 7000 opere esposte a rotazione, appaiono capolavori di artisti quali Bruegel il Vecchio, Lorenzo Lotto, Tintoretto, il Bronzino, Jacopo Bassano, Paolo Veronese, Hans Holbein, Raffaello, Andrea del Sarto, Bellini, Tiziano. Sono anche aperti al pubblico alcuni tra i 50 ambienti delle cucine di Enrico VIII, presentati con quadri viventi ed efficaci effetti sonori.
La configurazione alla francese degli stupendi giardini si deve a Guglielmo III, sotto il cui regno fu innalzata la Banqueting House, con affreschi prospettici di Verrio.
A destra della serra che contiene la famosa Great Vine, vite piantata nel 1768, la Lower Orangery custodisce nove superbi quadri di Andrea Mantegna rappresentante i Trionfi di Cesare, eseguiti dal maestro patavino per il palazzo Ducale di Mantova.
Tornando lungo il viale si incontrano a sinistra la Tudor Tennis Court, innalzata da Enrico VIII per la pratica di una disciplina antesignana del tennis odierno, e il giardino di sempreverdi detto Wilderness: al suo interno si trova un labirinto chiuso sul lato nord dai Lion Gates di Wren.
Al di là di Hampton Court Road si sviluppa Bushy Park, dove vivono tranquilli daini e cervi: l'unica traccia della presenza umana è riprodotta dalla strada reale, tracciata da Wren tra due filari di ippocastani.