Parigi: la rive droit
Fino alla Rivoluzione i quartieri sulla sponda destra della Senna venivano chiamati"Ville", per differenziare Ball"'Université" sulla rive gauche. Denominazioni che rimandano la contrapposizione tra due entità da sempre esaminate antitetiche. Sulla sponda sinistra hanno storicamente avuto residenza, oltre all'ateneo, potenti con fratemite religiose, ricche biblioteche e, in epoca più recente, case editrici dalle quali sono usciti testi importantissimi per la storia della letteratura francese.
La rive droite, nel medioevo trapanata di fontane e protesa verso la Senna con una serie di piccoli moli, è invece unita al commercio e agli affari, immagine sostenuta dalla presenza di grandi alberghi, rilevanti banche francesi ed estere, importanti firme dello shopping ottimi ristoranti, anche se basta distanziare appena dalle trafficate vie maggiori per scoprire piccole brassene e pittoreschi bar à vin. La visita pedonale dei luoghi espressi - richiede una giornata, ma è possibile ridurre i tempi degli spostamenti utilizzando la metropolitana.
Jardin des Tuileries
Progettato da André Le Nòtre per la residenza di Caterina de' Medici, si estende su tre terrazze a creare una magnifica prospettiva che dal Louvre si prolunga fino all'Arco di Trionfo.
Musée de l'Orangerie
La limonaia delle Tuileries, risalente al Secondo Impero, accoglie dal 1927 gli otto pannelli delle Ninfee di Claude Monet, una tra le espressioni più allegoriche dell'impressionismo. Frutto di un lavoro realizzato in diversi periodi della vita dell'artista, che si ispirò al giardino di Giverny da lui stesso concepito, ne documentano la ricerca sulla luce e sulla dissoluzione della materia, unita a una forte ispirazione orientale. Al primo piano il museo contiene la collezione Paul Guillaume-jean Walter, contante 144 opere d'arte dal periodo impressionista al 1930: alcune di queste, come Tacchino e pomodori di Soutine, Strofinaccio e bricco per il latte di Cézanne, Le Bagnanti di Picasso, si pongono tra i riferimenti basilari della pittura contemporanea.
Piace de la Concorde
L'ex piace Louis XV, scenario negli anni della Rivoluzione delle esecuzioni capitali, durante il Primo e il Secondo Impero di ricche feste, doveva sembrare in origine una meravigliosa terrazza sul fiume, con al centro la statua a cavallo di Luigi XV, atterrata nel 1792. Luigi Filippo ne diede la risistemazione all'architetto tedesco Jacques-Ignace Hittorff, che nel 1831 vi elevò il così chiamato obelisco di Luxor, proveniente dal tempio di Ammone a Tebe: i geroglifici sulle quattro facce del monolito, realizzato in granito rosa di Assuan e alto quasi 23 m, commemorano le vittorie militari di Ramsete II.
Lo fiancheggiano due fontane ispirate a quelle di S. Pietro a Roma, rappresentante la Navigazione fluviale e quella marittima; le statue sugli otto padiglioni intorno alla piazza rappresentano invece le più rilevanti città francesi. Ai lati di rue Royale, si alzano due grandi palazzi quello a sinistra ospita l'hotel de Crillon, a destra il Ministère de la Marine.
Ste-Marie-Madeleine.
Detta più unicamente, "la Madeleine", fu innalzata a partire dal 1764 per ospitare la Borsa o la Biblioteca Nazionale. La decisione di decidere l'edificio, ispirato nell'architettura ai templi greci, come luogo di culto si deve a Napoleone, che avrebbe voluto farne un tempio alla Gloria; la consacrazione risale al 1845. Le nicchie lungo i muri della cella, custodita entro un possente colonnato corinzio, celano 32 statue di santi. Nell'interno, a navata unica chiusa da tre cupole, merita impegno il Battesimo di Cristo nel vestibolo.
Piace Vendóme
Secondo il decreto firmato nel 1686 da Luigi XIV, la piazza doveva ospitare la Biblioteca Reale, le Accademie e la sua statua a cavallo. Jules Hardouin-Mansart le conferì pianta ottagonale, limitata da palazzi con arcate piene al pianterreno e finestre alternate a lesene nei due ordini superiori; i colonnati corinzi degli avancorpi, sorreggono frontoni triangolari. La statua di Luigi XIV fu annientata durante la Rivoluzione: ne rimane soltanto un piede, in mostra al Musée Carnavalet.
Nel 1806 Napoleone fece innalzare al suo posto una gigantesca colonna in bronzo, fabbricata fondendo i cannoni della coalizione sconfitta ad Austerlitz A partire dal Secondo Impero la piazza e i suoi dintorni cominciarono a richiamare i più rilevanti gioiellieri di Parigi e molteplici banche internazionali. Il metro in marmo sulla facciata del palazzo al N. 13, moderna sede del Ministero della Giustizia.
St-Roch
Pierre Corneille, André Le Notre e Denis Diderot sono sepolti in questa chiesa barocca, iniziata su progetto di Jacques Lemercier e continuata da Jules Hardouin-Mansart, che presenta in fondo alle tre navate una cappella con ambulacro ellissoidale. All'interno del tempio sono mantenute opere d'arte in gran parte provenienti da luoghi di culto annientati durante la Rivoluzione, tra le quali spiccano alcune sculture di Antoine Coysevox. Per le opere d'arte maggiori, si veda la pianta con relativa legenda. Una lapide ricorda Alessandro Manzoni che qui ritrovò la fede aprile 1810.
Musée des Arts Décoratifs
Le collezioni dell'istituzione raggruppano uno straordinario insieme di tappezzerie quattro-cinquecentesche, ceramiche di Rouen e Meissen, paste tenere, gioielli dei secoli XVII-XVIII, illustrando l'evoluzione del gusto dal tardo medioevo ai nostri giorni. Il museo contiene anche la raccolta di pittura donata dalla stilista Jeanne Lanvin, con quadri di Renoir, Bonnard, Vuillard,
Musée de la Mode et du Textile
Visita: ore 11-18. Chiuso l fondo dell'istituzione, che esponeva 1500 costumi dal '500 al '900 e migliaia di frammenti di tessuti, si è aggiunta la collezione dell'Union francaise des arts du costume, comprendente di 9.000 vestiti completi e 32.000 pezzi diversi. Gli abiti sono esposti a rotazione.
Palais-Royal
Dei complesso originario, innalzato per il cardinate Richelieu, non restano che la galerie des Prones nella corte interna e un balcone al N. 6 di rue de Valois. Alla morte del prelato il palazzo fu ricevuto in eredità dalla casa reale; Luigi XIV lo donò agli Orléans, che lo sottoposero a ripetuti lavori di ristrutturazione. Tra il 1781 e il 1784 le difficoltà economiche della casata obbligarono Philippe Egalité a conseguire il porticato con appartamenti e botteghe intorno alla tour d'honneur, dove sono state poste nel 1986 le discusse colonne di Daniel Buren; le sfere che decorano le fontane si devono a Poi Bury.
Bibliothèque Nationale de Frante
L'hótel de Nevers, maggiore sede dell'istituzione dal XVIII secolo fino all'inaugurazione della biblioteca di Tolbiac (1998), cela dietro la facciata in stile Secondo Impero una bella sala di lettura con 16 colonne, che sostengono nove cupole rivestite di ceramica. In cima allo scalone, il Cabinet des Médailles et An• tiques raccoglie cammei romani con montature medievali, le due coppe dette di Tolomeo e di Cosroe, gli scacchi in avorio appartenuti a Carlo Magno, bronzi romani ed etruschi, una collezione di monete e una ricca selezione di pietre incise.
Rue Vivienne
Un po' decaduta rispetto ai secoli della monarchia, quando la vicinanza di Palais-Royal vi richiamava molteplici politici, la via conserva ancora palazzi considerevoli. Al N. 4 grandi lucernari, mosaici pavimentali e finestre a mezzaluna ornano la neoclassica Galerie Vivienne, lungo la quale si aprono frequentati negozi di moda e di tessuti, librerie antiquarie ed eleganti sale da tè.
Piace des Victoires
In onore di Luigi XIV, Jules Hardouin-Mansart ideò una piazza a pianta circolare, le cui dimensioni furono calcolate in funzione della statua del sovrano, demolita durante la Rivoluzione. Tra i palazzi che la accerchiano, solo quelli ai N. 4-12 sono originali, ma anche gli altri mantengono una certa uguaglianza stilistica ed eleganza. Sullo slargo prospettava anche un monastero agostiniano, altra vittima della furia giacobina: ne resta la chiesa di NotreDame des Victoires costruita tra il 1629 e il 1740 recuperando facciata e pianta della chiesa del Gesù di Roma. Le sette tele di Cari Van Loo conservate nell'abside si collocano a pieno titolo tra i capolavori dell'arte religiosa del XVIII secolo.
St-Germain-I'Auxerrois
Da quando la corte dei Valois andò ad abitare al Louvre la chiesa divenne la parrocchia dei re di Francia. Per questo motivo vi furono sepolti molti artisti che lavorarono e abitarono nel palazzo, come i pittori Coypel, Boucher, Van Loo e Chardin, gli scultori Coysevox e Coustou, gli architetti Le Vau, Gabriel e Soufflot. Il portico della facciata, in stile gotico racchiude un portale del XIII secolo.
Piace du Chàtelet
Una tra le piazze più vive della città, con al centro la fontana che ricorda la campagna egiziana di Napoleone. La delimitano su due lati altrettanti teatri, eretti nel 1862: il Théàtre musical de Paris e il Théàtre de la Ville.
Tour St-Jacques
E quanto resta della chiesa di St-Jacques-la-Bucherie, detta così perché collocata nel quartiere dei macellai, che fu demolita nel 1797; il campanile fu risparmiato perché serviva alla fabbricazione delle palle di piombo. La torre, riedificata più volte, è in stile gotico.
St-Merri
È uno tra gli esempi più importanti del cambiamento barocca di un edificio gotico, a iniziare dalla facciata con pinnacoli e fregi scolpiti; la torretta a sinistra contiene la più antica campana di Parigi. Bell'esempio di gotico rimane l'abside, sebbene il rimaneggiamento condotto nel 1752.
St-Eustache
Una delle più belle chiese parigine, innalzata dal 1532 al 1637 in stile ancora gotico ma con decorazioni rinascimentali. All'esterno si notino la raffinata ornamentazione scultorea dei portali e la severa monumentalità della facciata ovest, sormontata da frontone (1764). In fondo alle cinque navate, si aprono le vetrate seicentesche del coro, intorno al quale il deambulatorio contiene la tomba di Colbert, opera di Antoine Coysevox, e un notevole dipinto eseguito nel 1627 dal senese Rutilio Manetti.
Conservatoire des Arts et Métiers
Occupa il luogo dell'antica abbazia di St-Martin-des-Champs, che verso la fine dell'XI secolo divenne un rilevante centro culturale e di potere, con 30 chiese sotto la propria giurisdizione. Nel 1798 fu cambiata in scuola di insegnamento industriale. Oggi vi ha sede il Musée National des Techniques, che illustra l'evoluzione della tecnologia dal '500 ai nostri giorni. Oltre all'automa che suona l'Armida di Gluck, appartenuto a Maria Antonietta, meritano attenzione la collezione di orologi antichi, le sfere celesti del '500, gli astrolabi rinascimentali e il pendolo di Foucault, senza scordare la locomotiva a vapore di Stephenson, collocata all'interno della chiesa dell'abbazia, e la sezione di ottica, contenente i preziosi microscopi della collezione Nachet.
Fino alla Rivoluzione i quartieri sulla sponda destra della Senna venivano chiamati"Ville", per differenziare Ball"'Université" sulla rive gauche. Denominazioni che rimandano la contrapposizione tra due entità da sempre esaminate antitetiche. Sulla sponda sinistra hanno storicamente avuto residenza, oltre all'ateneo, potenti con fratemite religiose, ricche biblioteche e, in epoca più recente, case editrici dalle quali sono usciti testi importantissimi per la storia della letteratura francese.
La rive droite, nel medioevo trapanata di fontane e protesa verso la Senna con una serie di piccoli moli, è invece unita al commercio e agli affari, immagine sostenuta dalla presenza di grandi alberghi, rilevanti banche francesi ed estere, importanti firme dello shopping ottimi ristoranti, anche se basta distanziare appena dalle trafficate vie maggiori per scoprire piccole brassene e pittoreschi bar à vin. La visita pedonale dei luoghi espressi - richiede una giornata, ma è possibile ridurre i tempi degli spostamenti utilizzando la metropolitana.
Jardin des Tuileries
Progettato da André Le Nòtre per la residenza di Caterina de' Medici, si estende su tre terrazze a creare una magnifica prospettiva che dal Louvre si prolunga fino all'Arco di Trionfo.
Musée de l'Orangerie
La limonaia delle Tuileries, risalente al Secondo Impero, accoglie dal 1927 gli otto pannelli delle Ninfee di Claude Monet, una tra le espressioni più allegoriche dell'impressionismo. Frutto di un lavoro realizzato in diversi periodi della vita dell'artista, che si ispirò al giardino di Giverny da lui stesso concepito, ne documentano la ricerca sulla luce e sulla dissoluzione della materia, unita a una forte ispirazione orientale. Al primo piano il museo contiene la collezione Paul Guillaume-jean Walter, contante 144 opere d'arte dal periodo impressionista al 1930: alcune di queste, come Tacchino e pomodori di Soutine, Strofinaccio e bricco per il latte di Cézanne, Le Bagnanti di Picasso, si pongono tra i riferimenti basilari della pittura contemporanea.
Piace de la Concorde
L'ex piace Louis XV, scenario negli anni della Rivoluzione delle esecuzioni capitali, durante il Primo e il Secondo Impero di ricche feste, doveva sembrare in origine una meravigliosa terrazza sul fiume, con al centro la statua a cavallo di Luigi XV, atterrata nel 1792. Luigi Filippo ne diede la risistemazione all'architetto tedesco Jacques-Ignace Hittorff, che nel 1831 vi elevò il così chiamato obelisco di Luxor, proveniente dal tempio di Ammone a Tebe: i geroglifici sulle quattro facce del monolito, realizzato in granito rosa di Assuan e alto quasi 23 m, commemorano le vittorie militari di Ramsete II.
Lo fiancheggiano due fontane ispirate a quelle di S. Pietro a Roma, rappresentante la Navigazione fluviale e quella marittima; le statue sugli otto padiglioni intorno alla piazza rappresentano invece le più rilevanti città francesi. Ai lati di rue Royale, si alzano due grandi palazzi quello a sinistra ospita l'hotel de Crillon, a destra il Ministère de la Marine.
Ste-Marie-Madeleine.
Detta più unicamente, "la Madeleine", fu innalzata a partire dal 1764 per ospitare la Borsa o la Biblioteca Nazionale. La decisione di decidere l'edificio, ispirato nell'architettura ai templi greci, come luogo di culto si deve a Napoleone, che avrebbe voluto farne un tempio alla Gloria; la consacrazione risale al 1845. Le nicchie lungo i muri della cella, custodita entro un possente colonnato corinzio, celano 32 statue di santi. Nell'interno, a navata unica chiusa da tre cupole, merita impegno il Battesimo di Cristo nel vestibolo.
Piace Vendóme
Secondo il decreto firmato nel 1686 da Luigi XIV, la piazza doveva ospitare la Biblioteca Reale, le Accademie e la sua statua a cavallo. Jules Hardouin-Mansart le conferì pianta ottagonale, limitata da palazzi con arcate piene al pianterreno e finestre alternate a lesene nei due ordini superiori; i colonnati corinzi degli avancorpi, sorreggono frontoni triangolari. La statua di Luigi XIV fu annientata durante la Rivoluzione: ne rimane soltanto un piede, in mostra al Musée Carnavalet.
Nel 1806 Napoleone fece innalzare al suo posto una gigantesca colonna in bronzo, fabbricata fondendo i cannoni della coalizione sconfitta ad Austerlitz A partire dal Secondo Impero la piazza e i suoi dintorni cominciarono a richiamare i più rilevanti gioiellieri di Parigi e molteplici banche internazionali. Il metro in marmo sulla facciata del palazzo al N. 13, moderna sede del Ministero della Giustizia.
St-Roch
Pierre Corneille, André Le Notre e Denis Diderot sono sepolti in questa chiesa barocca, iniziata su progetto di Jacques Lemercier e continuata da Jules Hardouin-Mansart, che presenta in fondo alle tre navate una cappella con ambulacro ellissoidale. All'interno del tempio sono mantenute opere d'arte in gran parte provenienti da luoghi di culto annientati durante la Rivoluzione, tra le quali spiccano alcune sculture di Antoine Coysevox. Per le opere d'arte maggiori, si veda la pianta con relativa legenda. Una lapide ricorda Alessandro Manzoni che qui ritrovò la fede aprile 1810.
Musée des Arts Décoratifs
Le collezioni dell'istituzione raggruppano uno straordinario insieme di tappezzerie quattro-cinquecentesche, ceramiche di Rouen e Meissen, paste tenere, gioielli dei secoli XVII-XVIII, illustrando l'evoluzione del gusto dal tardo medioevo ai nostri giorni. Il museo contiene anche la raccolta di pittura donata dalla stilista Jeanne Lanvin, con quadri di Renoir, Bonnard, Vuillard,
Musée de la Mode et du Textile
Visita: ore 11-18. Chiuso l fondo dell'istituzione, che esponeva 1500 costumi dal '500 al '900 e migliaia di frammenti di tessuti, si è aggiunta la collezione dell'Union francaise des arts du costume, comprendente di 9.000 vestiti completi e 32.000 pezzi diversi. Gli abiti sono esposti a rotazione.
Palais-Royal
Dei complesso originario, innalzato per il cardinate Richelieu, non restano che la galerie des Prones nella corte interna e un balcone al N. 6 di rue de Valois. Alla morte del prelato il palazzo fu ricevuto in eredità dalla casa reale; Luigi XIV lo donò agli Orléans, che lo sottoposero a ripetuti lavori di ristrutturazione. Tra il 1781 e il 1784 le difficoltà economiche della casata obbligarono Philippe Egalité a conseguire il porticato con appartamenti e botteghe intorno alla tour d'honneur, dove sono state poste nel 1986 le discusse colonne di Daniel Buren; le sfere che decorano le fontane si devono a Poi Bury.
Bibliothèque Nationale de Frante
L'hótel de Nevers, maggiore sede dell'istituzione dal XVIII secolo fino all'inaugurazione della biblioteca di Tolbiac (1998), cela dietro la facciata in stile Secondo Impero una bella sala di lettura con 16 colonne, che sostengono nove cupole rivestite di ceramica. In cima allo scalone, il Cabinet des Médailles et An• tiques raccoglie cammei romani con montature medievali, le due coppe dette di Tolomeo e di Cosroe, gli scacchi in avorio appartenuti a Carlo Magno, bronzi romani ed etruschi, una collezione di monete e una ricca selezione di pietre incise.
Rue Vivienne
Un po' decaduta rispetto ai secoli della monarchia, quando la vicinanza di Palais-Royal vi richiamava molteplici politici, la via conserva ancora palazzi considerevoli. Al N. 4 grandi lucernari, mosaici pavimentali e finestre a mezzaluna ornano la neoclassica Galerie Vivienne, lungo la quale si aprono frequentati negozi di moda e di tessuti, librerie antiquarie ed eleganti sale da tè.
Piace des Victoires
In onore di Luigi XIV, Jules Hardouin-Mansart ideò una piazza a pianta circolare, le cui dimensioni furono calcolate in funzione della statua del sovrano, demolita durante la Rivoluzione. Tra i palazzi che la accerchiano, solo quelli ai N. 4-12 sono originali, ma anche gli altri mantengono una certa uguaglianza stilistica ed eleganza. Sullo slargo prospettava anche un monastero agostiniano, altra vittima della furia giacobina: ne resta la chiesa di NotreDame des Victoires costruita tra il 1629 e il 1740 recuperando facciata e pianta della chiesa del Gesù di Roma. Le sette tele di Cari Van Loo conservate nell'abside si collocano a pieno titolo tra i capolavori dell'arte religiosa del XVIII secolo.
St-Germain-I'Auxerrois
Da quando la corte dei Valois andò ad abitare al Louvre la chiesa divenne la parrocchia dei re di Francia. Per questo motivo vi furono sepolti molti artisti che lavorarono e abitarono nel palazzo, come i pittori Coypel, Boucher, Van Loo e Chardin, gli scultori Coysevox e Coustou, gli architetti Le Vau, Gabriel e Soufflot. Il portico della facciata, in stile gotico racchiude un portale del XIII secolo.
Piace du Chàtelet
Una tra le piazze più vive della città, con al centro la fontana che ricorda la campagna egiziana di Napoleone. La delimitano su due lati altrettanti teatri, eretti nel 1862: il Théàtre musical de Paris e il Théàtre de la Ville.
Tour St-Jacques
E quanto resta della chiesa di St-Jacques-la-Bucherie, detta così perché collocata nel quartiere dei macellai, che fu demolita nel 1797; il campanile fu risparmiato perché serviva alla fabbricazione delle palle di piombo. La torre, riedificata più volte, è in stile gotico.
St-Merri
È uno tra gli esempi più importanti del cambiamento barocca di un edificio gotico, a iniziare dalla facciata con pinnacoli e fregi scolpiti; la torretta a sinistra contiene la più antica campana di Parigi. Bell'esempio di gotico rimane l'abside, sebbene il rimaneggiamento condotto nel 1752.
St-Eustache
Una delle più belle chiese parigine, innalzata dal 1532 al 1637 in stile ancora gotico ma con decorazioni rinascimentali. All'esterno si notino la raffinata ornamentazione scultorea dei portali e la severa monumentalità della facciata ovest, sormontata da frontone (1764). In fondo alle cinque navate, si aprono le vetrate seicentesche del coro, intorno al quale il deambulatorio contiene la tomba di Colbert, opera di Antoine Coysevox, e un notevole dipinto eseguito nel 1627 dal senese Rutilio Manetti.
Conservatoire des Arts et Métiers
Occupa il luogo dell'antica abbazia di St-Martin-des-Champs, che verso la fine dell'XI secolo divenne un rilevante centro culturale e di potere, con 30 chiese sotto la propria giurisdizione. Nel 1798 fu cambiata in scuola di insegnamento industriale. Oggi vi ha sede il Musée National des Techniques, che illustra l'evoluzione della tecnologia dal '500 ai nostri giorni. Oltre all'automa che suona l'Armida di Gluck, appartenuto a Maria Antonietta, meritano attenzione la collezione di orologi antichi, le sfere celesti del '500, gli astrolabi rinascimentali e il pendolo di Foucault, senza scordare la locomotiva a vapore di Stephenson, collocata all'interno della chiesa dell'abbazia, e la sezione di ottica, contenente i preziosi microscopi della collezione Nachet.
a a pianta circolare, le cui dimensioni furono calcolate in funzione della statua del sovrano, demolita durante la Rivoluzione. Tra i palazzi che la accerchiano, solo quelli ai N. 4-12 sono originali, ma anche gli altri mantengono una certa uguaglianza stilistica ed eleganza. Sullo slargo prospettava anche un monastero agostiniano, altra vittima della furia giacobina: ne resta la chiesa di NotreDame des Victoires costruita tra il 1629 e il 1740 recuperando facciata e pianta della chiesa del Gesù di Roma. Le sette tele di Cari Van Loo conservate nell'abside si collocano a pieno titolo tra i capolavori dell'arte religiosa del XVIII secolo.
Occupa il luogo dell'antica abbazia di St-Martin-des-Champs, che verso la fine dell'XI secolo divenne un rilevante centro culturale e di potere, con 30 chiese sotto la propria giurisdizione. Nel 1798 fu cambiata in scuola di insegnamento industriale. Oggi vi ha sede il Musée National des Techniques, che illustra l'evoluzione della tecnologia dal '500 ai nostri giorni. Oltre all'automa che suona l'Armida di Gluck, appartenuto a Maria Antonietta, meritano attenzione la collezione di orologi antichi, le sfere celesti del '500, gli astrolabi rinascimentali e il pendolo di Foucault, senza scordare la locomotiva a vapore di Stephenson, collocata all'interno della chiesa dell'abbazia, e la sezione di ottica, contenente i preziosi microscopi della collezione Nachet.