Les Champs-Elysèes offre una tra gli sfondi più scenografici del mondo il viale tracciato da piace de la Concorde a I'Etoile, che si prolunga con nomi diversi fino alla Dé fense, per una lunghezza complessiva di 7 km. La sua inaugurazione si deve a Luigi XIV, che nel 1667, ansioso di rendere più affascinante il panorama dalle finestre del palazzo delle Tuileríes, consegnò a Le Notre il progetto di una strada che giungesse fino all'attuale piace Charles-de-Gaulle, Sotto Napoleone furono elevati I'Arc d Carrousel e l'Arc de Triomphe, ritrovatisi in allineamento prospettico dopo la distruzione delle Tuileries. Con l'estensione della città verso Neuilly e la realizzazione della Dé fense, la prospettiva ha trovato il suo nuovo punto focale nella grande finestra della Grande Arche. Dal Re Sole a Mitterrand, percorrendo per Napoleone Bonaparte, ogni epoca della storia francese ha così aggiunto alla prospettiva qualche centinaio di metri e nuovi monumenti per festeggiare i propri traguardi, seguendo un istinto quasi naturale di "grandeur'". II percorso dai Jardins des Champs-Elysées ad avenue Foch richiede circa due ore, visite ai musei escluse.
Jardins des Champs-ElySéeS
Maria de' Medici aveva fatto piantare al di là dell'attuale piace de la Concorde quattro filari per un tratto di circa un chilometro, facendone secondo le cronache del tempo un luogo vivo da passeggiate diurne e danze notturne a lume di torcia. André Le Nòtre iniziò la modifica dell'area innalzando tra le aiuole i primi padiglioni e i caffè-terrazza, ma fu principalmente durante il Secondo Impero che il parco iniziò a prendere il suo attuale aspetto, con giardini all'inglese, aiuole fiorite, piante esotiche ed eleganti padiglioni.
Nel 1836 l'architetto tedesco Jacques-Ignote Hittorff, autore della sistemazione di piace de la Concorde, fece allietare il giardino con candelabri in bronzo, nei quali ardevano bruciatori a gas. Di questo periodo restano i ristoranti Le Doyen lato sud dell'avenue Laurent e le quattro fontane. Teatri, circhi e chioschi per la musica, con orchestre dirette da nomi quali Berlioz e Offenbach, ricevevano i parigini in cerca di divertimento. Nel 1859 Adolphe Alphand, su ordine del barone Haussmann, cambiò ancora il parco, che si aumentò di viali sinuosi. Nacquero così il Théatre du Rond-Point e il Théàtre Marigny. Durante il XX secolo i giardini hanno continuato a essere centro di piacere e divertimento; nel 1931 fu innalzato il pavillon des Ambassadeurs, oggi Espace Cardin.
Petit Palais
Insieme al vicino Grand Palais, dimostra il complesso edilizio conseguito per l'Esposizione Universale del 1900, previa abbattimento del Palais de l’'industrie, innalzato per l'Esposizione Universale del 1855, e del Pavillon de la Ville de Paris, vestigia dell'Esposizione del 1878. Fu inoltre tracciato un grande viale in asse con Les Invalides e il ponte Alexandre III; la direzione dei lavori venne consegnata a Charles Girault, che disegnò di persona il Petit Palais e nominò agli architetti Henry Deglane, Albert Louvet e Albert Thomas il progetto del Grand Palais. Impostato su una pianta trapezoidale, il Petit Palais ubbidisce a tutti i canoni della cultura neoclassica e all'edettismo dell'epoca, senza però uguagliare i fasti del suo grande vicino. L'edificio ospita il Musée des Beaux Arts de la Ville de Paris.
Uno fra i più rilevanti della città. La maggior parte delle antichità appartiene al fondo donato nel 1902 dai fratelli Eugène e Auguste Dutuit, comprendente preziosi oggetti d'arte egizia e romana, rarità numismatiche, gioielli, manoscritti.
Nel 1930 si aggiunse la collezione dei coniugi americani Edmond e Julia Tuck, con mobili Luigi XV e Luigi XVI, arazzi, porcellane cinesi e di Sèvres. I capolavori d'arte dell'800 e del '900, tra i quali risaltano alcune opere di Courbet, Manet, Gauguin, Pissarro e Cézanne.
Grand Palais
Con le sue severe e grandiose forme neoclassiche, il palazzo indirizzato ad ricevere gli eventi artistici dell'Esposizione rinnega le istanze moderniste del tempo. Mascherando dietro un colonnato la struttura della grande sala, il Grand Palais adopera infatti un codice architettonico già caduto in disuso alla fine dell'800, quando lo sviluppo delle nuove tecniche costruttive concedeva ormai a ingegneri e architetti di cimentarsi in coraggiose esecuzioni di ferro e vetro.
Ciò non toglie che all'interno del palazzo si possano osservare soluzioni architettoniche di rilevante interesse: è il caso, per esempio, dello scalone monumentale in acciaio, curioso incrocio tra neoclassicismo e Art Nouveau.
Nel corso del '900, l'immensa sala d'esposizione ha ricevuto maestri come Gauguin e Cézanne, alcune tra le più grandi esposizioni temporanee di Parigi e manifestazioni come la FIAC (Foire internatinnale d'art contemporain).
Il Palais de la Découverte occupa l'ala del Grand Palais vicino all'avenue Franklin-Delano-Roosevelt Il Musée realizzato con intenti di divulgazione scientifica, permette al pubblico di adoperare gli apparecchi in mostra: attraverso tali esperienze si è proiettati negli universi di chimica, fisica, matematica, biologia e medicina.
Avenue des Champs-Elysées
All'inizio del XX secolo la modernità si mise in mostra: Renault e Citroén aprirono i loro spazi espositivi, furono aprite al pubblico le prime sale cinematografiche, vennero aperti i primi passages. Sotto le Arcades des Champs-Elysées tra le colonne in marmo rosa illuminate dai lampadari di Lalique, la folla si radunava nell'attesa di assistere agli spettacoli del Lido. E pensare che nei primi decenni dell'800 lungo il viale non si contavano che sei case.
A partire dalla metà del XIX secolo, però, l'aristocrazia aveva eletto "Les Champs" a propria dimora facilitata, erigendovi una serie di sfarzose residenze tra le quali spicca I'hotel de la Paiva dal 1902 sede del circolo Traveller's Club. Sulla strada furono altresì innalzati splendidi alberghi, quali I'Elisées Palace del 1897 il Clandge e sfarzosi negozi, come il palazzo costruito da Charles Méwés per il Parfumeur Guerlin, trasferitosi su Les Champs-Elysées nel 1913. Oggi, sebbene l'invadente presenza di fast-food e megastore, il viale mantiene un certo fascino grazie all'avveduta politica del Comune, che ha provvisto a regolare lo stazionamento delle autovetture e a occuparsi del design urbano.
Arc de Triomphe
Moderno simbolo della Repubblica, assiduo palcoscenico di tutte le parate militari nonché nodo stradale tra i più trafficati della capitale, place de l'Etoile nel 1770 era niente più che un incrocio in piena campagna. Sotto l'Impero, con l’allungamento dell'asse in direzione di Neuilly, furono stilati anche i piani per l'apertura della piazza. Nel 1806, dopo la vittoria di Austerlitz, Napoleone ordinò la costruzione dell'Arco di Trionfo.
Il monumento, a un solo fornice, poggia su quattro piloni; su ciascuno dei lati si apre un arco. Dopo la caduta di Napoleone i lavori furono bloccati per apportare alcuni mutamenti al progetto iconografico, in modo da commemorare, accanto ai successi della Grande Armée, anche l'armata rivoluzionaria. Nel 1920 l'arco fu dedicato al Milite Ignoto, seppellendo sotto una lastra di pietra la salma di un soldato caduto durante la Grande Guerra. All'interno dell'arco si trova un museo che ripercorre la storia del monumento; dalla terrazza è possibile osservare uno dei paesaggi più belli di Parigi.
Avenue Foch
Di dimensioni ancora più enormi degli Champs ma senza la loro animazione, avenue Foch fu tracciata dal barone Haussmann, che, dopo aver modificato il Bois de Boulogne, decise di far innalzare uno splendido viale per potervi entrare. Hittorff, che venne incaricato di studiarne il tracciato, concretizzò una strada larga ben 120 m, quattro volte in più rispetto agli altri assi che avvicinano intorno all'Arc de Triomphe. Nonostante il parere contrastante del Consiglio di Stato, il carattere elitario del viale fu sottolineato piantando ai suoi bordi essenze rare, alle cui spalle spuntarono tra la fine dell'800 e l'inizio dei '900 numerosi hótel particulier.