Parigi: St. Germain en Laye
Circondato da foreste e bagnata dalla Senna, questa località offre ai vísitaton la calma dei boschi e l’attrazione di un centro ricco di arte e storia. Nel parco, disegnato da Le Nótre, oltre a una brillante passeggiata si può godere anche un incredibile panorama sulla Senna.
La prima costruzione fortificato risale al 1122, epoca in cui Luigi VI cercò di assicurare il potere reale sui suoi vassalli, facendo di St¬Germain un luogo di soggiorno e caccia. Enrico II fece innalzare un nuovo castello, lo Chateau Neuf, che Enrico IV fece ingrandiree allargando il parco fino alla Senna con un terrazzamento nello stile dei giardini italiani del rinascimento.
PER RAGGIUNGERE E VISITARE ST-GERMAIN-EN-LAYE
Come arrivarci. In auto: uscita da porte de St-Cloud seguendo la D 901 quindi la D 907 fino a Rueil-Malmaison per poi costeggiare il corso della Senna. In treno: R.E.R., linea A, fermata St¬Germain-en-Laye. Dista 29 km da Parigi.
Visita del museo: ore 9-17.15. Chiuso martedì.
Chàteau Vieux.
L'imponente edificio in mattoni e pietra crea, con le sue finestre arretrate rispetto alla facciata, un poderoso gioco di chiaroscuri. Il castello, circondato da un fossato, segue da un lato l'andamento della strada e dall'altro si apre verso le grandi prospettive del parco. Affascinante è l'incastro della cappella fra le torri del castello.
Dopo la realizzazione dello Chdteau Neuf l'edificio non subì modificazioni fino al 1660 quando, con Luigi XIV, ridivenne residenza principale. Alla fine del '600 il castello cominciò il suo declino, e versava in pessime condizioni quando nel 1862 Millet ne iniziò il restauro per modificarlo in museo.
Musée des Antiquités Nationales
Napoleone III creò questo museo per raccogliere le collezioni archeologiche che vanno dalla preistoria al medioevo. Le collezioni preistoriche sono tra le più ricche del mondo: è stato possibile ricostruire una parte della vita dell'uomo preistorico.
Il museo possiede una collezione molto ricca di queste "veneri", rappresentazioni di donne con seni e ventri abnormi a simbolizzare la fertilità tra cui la Vénus de Brassempouy (23000 a.C. circa), considerata la più antica rappresentazione di un viso umano. Splendida la collezione di oggetti in oro, come le tazze della forét de Paimpont o il cono d'Avanton.
Il museo possiede una collezione molto ricca di queste "veneri", rappresentazioni di donne con seni e ventri abnormi a simbolizzare la fertilità tra cui la Vénus de Brassempouy (23000 a.C. circa), considerata la più antica rappresentazione di un viso umano. Splendida la collezione di oggetti in oro, come le tazze della forét de Paimpont o il cono d'Avanton.