Prima dell'arrivo di Luigi XIV, era un piccolo villaggio, in mezzo a una grande foresta da secoli riserva di caccia dei re. Grandissimi lavori di bonifica e terrazzamenti permisero di costruirvi un palazzo tra i più grandi e celebri al mondo. II borgo si ingrandì in funzione della dimora reale e nel giro di pochi decenni divenne una piccola gemma d'urbanistica e architettura.
Chàteau de Versailles
Luigi XIV, per tutti i 72 anni del lungo regno, adattò il complesso all'evoluzione dei suoi gusti e dei suoi bisogni: a ogni guerra vinta Versailles veniva adornata e una nuova favorita entrava nella sua vita. L'originario palazzo di Luigi XIII fu assorbito nella seconda metà del '600 da Le Vau nell'Enveloppe, conservandone solamente la facciata. Dopo la decisione del re di spostare a Versailles la sede del governo, toccò aJules Hardouin-Mansart moltiplicare gli spazi della reggia, cui associò il primo piano e due ali simmetriche, con al centro la Cour rogale. Verso la fine del XVII secolo fu edificata la chapelle, che concluse sotto Luigi XV, il quale consegnò a Jacques-Ange Gabriel l’ornamento della corte, l'ala destra della Cour rogale e la realizzazione dell'Opéra.
Palais.
Busti e statue decorano gli androni e i lunghi corridoi della residenza reale. La chapelle St-Louis, capolavoro di Hardouin-Mansart, combina la modernità delle colonne alte e slanciate con grandi finestre di memoria gotica. Dalla tribuna, che era unita con i suoi appartamenti, il re assisteva tutti i giorni alla messa, discendendo nella navata solamente in occasione delle grandi feste religiose.
Nel Musée de I'Histoire de France Luigi Filippo fece realizzare la galerie des Batailles e importanti insiemi di pittura ottocentesca.
Una sessantina d'anni prima, Gabriel aveva deciso di innalzare l'Opéra con pianta ovoidale, in modo da ottenere migliore acustica e maggiore visibilità; le monumentali colonne riconducono alla mente il Teatro Olimpico di Palladio a Vicenza. Come in un gioco di scatole cinesi, nel Grand Appartement le stanze si susseguono una dopo l'altra.
La decorazione, ispirata dal pittore parigino Charles Le Brun, segue la moda italiana: marmi alle pareti o broccati al posto delle boiseries e degli arazzi, volte dipinte con scene mitologiche invece che soffitti alla francese. Analoga considerazione vale per il salon d'Hercule, conseguito da Robert de Cotte durante il regno di Luigi XV. Nel salon de la Guerre le pitture riproducono il trionfo della Francia sulla Germania, la Spagna e l'Olanda. Sotto i 75 m della volta della galerie des Glaces si festeggia invece la gloria di Luigi il Grande: si notino i capitelli con gallo, sole e giglio della monarchia, concepiti per affiancare un ordine francese a quelli classici.
Nell'Appartement du roi il marmo lascia spazio alle boiseries e le volte bianche rimpianano le pitture all'italiana; sopra il camino un quadro prende il posto dello specchio. È qui che nasce l'arte decorativa francese, indirizzata a grandi fortune per tutto il '700.
Jardins
Sistemati da André Le Nòtre, erano la passione di Luigi XIV, che in un libro scritto di sua mano ne illustrò il percorso dalla terrazza dietro il palazzo verso l'Orangerie e il bassin d'Apollon. Grandi scultori contribuirono a adornare il parco con statue di bronzo e di piombo dorato, erme e gruppi marmorei: i temi della mitologia greca si mescolano al percorso del sole dall'aurora al tramonto. Le 32 fontane, corrispondenti alle favole di Esopo, si devono a Claude Perrault.
Grand Trianon
Nel 1668 Luigi XIV fece distruggere il villaggio di Trianon per innalzare un padiglione in ceramiche blu e bianche di Delft ornato all'interno di uccelli, vasi e putti di porcellana di St
Cloud, di Rouen e di Nevers: fu l'ultima opera di Louis Le Vau.
Pochi anni più tardi le lucertole entravano e uscivano dalle decorazioni: nel 1687 Hardouin-Mansart in¬globò perciò l'edificio nel Trianon di Marmo, cui fu unito un lungo portico centrale, che consentiva di vedere dalla corte lo stupendo giardino di Le Nótre.
Il palazzo deve il nome ai marmi rosa e verdi che ne rivestono le facciate. La sala degli specchi, assegnata a de Cotte, serviva da sala del consiglio e riproduce la forma più integra dello stile Luigi XIV.
Petit Trianon.
Il capolavoro di Jac-ques-Ange Gabriel, orientatosi ai gusti di madame de Pompadour, la favorita di Luigi XV, che morì prima del suo completamento. Fu perciò Maria Antonietta la prima ad abitare l'edificio, il cui colonnato permise all'architetto di distribuire omogeneamente la luce in tutte le stanze.