Parigi : la tour Eiffel

Ai piedi della Tour Ei f fel, simbolo per antonomasia di Parigi, si stende uno tra i quartieri più indicativi della ville lumiére, originale espressione borghese della capitale francese. L'uniformità stilistica, l'ampiezza delle strade e la conformità del tessuto urbano tradiscono, insieme ai grandi complessi degli Invalides e dell'Ecole Militaire, la vocazione rituale dell'area, nell'800 scenario di commemorazioni di Stato e delle Esposizioni Universali che negli ultimi decenni del secolo videro le più grandi nazioni europee fare a gara per mostrare la propria superiorità in campo tecnologico. Tutt'altra atmosfera si soffiava nel popoloso quartiere di Montparnasse, oggetto nell'ultimo quarto del XX secolo di drastici cambiamenti urbanistiche all'insegna della così chiamata architettura postmoderna: all'ombra della tour Maine-Montpamasse, resta ben poco del rione che, riconvocando decine di artisti stranieri, divenne catalizzatore e propulsore delle avanguardie del primo '900.

L’ampiezza degli spazi e l'importanza dei monumenti presentati rammentano di riservare all'itinerario almeno una intera giornata e mezza, anche facendo ricorso per i movimenti più lunghi alla metropolitana.
Tour Eiffel
Per celebrare il primo centenario della Rivoluzione, nel 1889 Parigi organizzò sul Champ-de-Mars la più grande esposizione universale mai realizzata. Punti cardine della rassegna erano la torre e la galerie des Machines, i cui archi in acciaio, larghi 115 m, rivestivano una distanza di quasi mezzo chilometro, offrendo riparo alle mostre della rassegna: la struttura fu smembrata nel 1910.
Destino più piacevole è toccato alla Tour Eiffel, diventata il monumento più visitato al mondo: e pensare che la sua creazione, portata a compimento in appena 25 mesi, era stata bruscamente osteggiata.
La torre, alta 300.65 m, è preparata su tre livelli; nonostante la sua mole, il carico al suolo è di 4 kg per cm2, equivalente a quello di un uomo seduto su una sedia. Una sapiente illuminazione notturna rende caratteristico profilo del monumento ancora più slanciato; gli ascensori salgono tra la filigrana della sua struttura, lo sguardo si apre, l'orizzonte si allontana sempre più e arrivati in cima si gode un paesaggio eccezionale.
Champ-de-Mars
Quello che oggi è uno tra i più visitati giardini della capitale francese fu ceduto nel 1765 alla corona per divenire il terreno di manovre dell'erigenda Ecole Militaire.
I fratelli Montgolfier vi condussero le prime esperienze aerostatiche, così come il fisico Charles e i fratelli Robert, che il 27 agosto 1783 vi lanciarono il loro primo pallone. Dal 1790 Champ de Mars divenne teatro delle manifestazioni rivoluzionarie, a volte gioiose come il giuramento alla Nazione di La Fayette, prestato davanti a una folla di 300000 persone, ma più spesso cruente, a iniziare dalle esecuzioni.
Ecole Militaire
Se è difficile immaginare che l'artefice della costruzione del collegio, destinato a giovani cadetti « sia stata una donna, risulta quasi incredibile credere che questa donna fosse la famosa madame de Pompadour, arrivata a pagare personalmente gli operai quando le dissanguati casse di Luigi XV non poterono più garantire i fondi essenziali al completamento dell'edificio, compiuto tra il 1752 e il 1774.
Il progetto di Jacques-Ange Gabriel, l'architetto di piace de la Concorde rap­presenta una tra le espressioni più eleganti del classicismo francese: sulla corte d'onore, un peristilio con colonne corinzie segna il punto di incrocio della composizione architettonica, chiusa lateralmente da due corpi di fabbrica uniti intorno al 1780. Dietro la facciata sul Champ-de-Mors, speculare alla precedente, lo scalone d'onore è sormontato da una stupenda volta e fiancheggiato da una balaustra in ferro battuto.
Les Invalides
I soldati e gli ufficiali non più in grado di servire l'esercito, per infermità erano in genere ridotti alla mendicità, e nella migliore delle ipotesi venivano ricevuti nei monasteri.
Nel 1671 Luigi XIV decise perciò di innalzare un ospedale militare, amministrato da un governatore ed esente da imposte: medici, chirurghi e farmacisti, esplicitamente nominati dal re, aderivano degli stessi diritti della corte.
La costruzione dell'Hótel des Invalides fu affidata a Libéral Bruant, che aveva da poco concluso I'Hòpital de la Salpétrière, altro complesso destinato ad accogliere gli indigenti.
L'architetto sistemò dietro gli austeri e regolari prospetti ambienti capaci di ricevere oltre 3000 veterani, non più raccolti in grandi camerate ma ripartiti in stanze con un massimo di sei letti; intorno alla grande tour d'honneur furono collocati refettori e infermerie.
I pensionanti lavoravano nei laboratori di tappezzeria, ceramica e calligrafia al servizio della corte; le ferree regole di convivenza prevedevano dure punizioni per ogni inosservanza al regolamento.
Tra le esposizioni allestite nel ricovero spicca il Musée de l'Armée, dove si osserva una tra le più grandi raccolte darmi al mondo, con oltre 300 000 pezzi dal medioevo ai giorni nostri.
Il Musée des Plans-Reliefs raccoglie, oltre a divise militari, i plastici dei campi di battaglia, adoperati fino al XIX secolo per la programmazione strategica e per la simulazione di attacchi nemici. È invece intitolato all'ultimo conflitto mondiale il Musée de I'Ordre de la Libération, aperto grazie alle donazioni dei militanti dell'ordine, fondato dal generale de Gaulle nel 1940.
Il Musée d'Histoire contemporaine  ripercorre le tappe basilari della storia francese ed europea dal 1870 a oggi attraverso una grande collezione di quadri, disegni, fotografie e manifesti.
In fondo al cortile, la chiesa di St-Louis des-Invalides detta anche cappella dei soldati, fu portata a compimento dal giovane Jules Hardouin-Mansart, che le conferì pianta a tre navate con tribune laterali. Dal cornicione della galleria pendono le bandiere tolte dall'esercito francese ai nemici, tutte posteriori al 1814.
Una vetrata separa la chiesa dal Dóme des Invalides la cui ricchezza e maestosità di forme appare in netto contrasto con la severa architettura degli Invalides: tale differenza trova spiegazione nella destinazione della chiesa a cappella funeraria della famiglia reale.
Il complesso sistema di tre cupole sovrapposte, con quella esterna ricoperta d'oro a 24 carati, rappresenta l'elemento più ardito e affascinante della costruzione, a pianta centrale. II sarcofago in porfido rosso nella cripta conserva le ceneri di Napoleone, arrivate da S. Elena nel 1840.
Piace de Catalogne
In fondo a questa trafficata piazza si elevano dal 1983 le Echelles du baroque, monumentale complesso residenziale a firma dell'architetto catalano Ritardo Bofill: le enormi colonne doriche in vetro e acciaio rivolte su uno dei cortili certificano un volto scherzosamente felice dell'architettura contemporanea.
Rue de la Gaîté
Come ricorda il nome, la strada era sinonimo di gioia, allegrezza, svago, perché vi si raccoglievano ristoranti, sale da concerto e da ballo, teatri divenuti trampolini di lancio per molteplici generazioni di artisti: è il caso del Théàtre Gaîté­Montparnasse, innalzato nel 1868, e del Théàtre Montprnasse, inaugurato nel 1819, che proseguono stagione dopo stagione a incoraggiare nuovi talenti.
Cimetière du Montparnasse
È diventato nel tempo l'estrema dimora di artisti e letterati, quali Baudelaire, Sartre, Maupassant e Simone de Beauvoir, ma anche di altri personaggi famosi, come l'industriale André Citroén.
Fondation Cartier pour I'Art Contemporain.
A spezzare la continuità dei insigni palazzi tardo-ottocenteschi affacciati sul viale provvede l'immobile innalzato nel 1993 da Jean Nouvel per accogliere la sede di Cartier e uno spazio espositivo destinato a mostre d'arte contemporanea. La barriera in acciaio e vetro sul fronte strada introduce un giardino dominato da un immenso cedro del Libano, piantato verso il 1830 dallo scrittore Chateaubriand. Alle sue spalle, la facciata del palazzo della fondazione si slancia oltre il volume dell'edificio come un diaframma bidimensionale, libero nel vuoto.

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