Storia di Barcellona: dalle origini al secolo scorso

Tracce dell'antichità si possono ritrovare ancora nelle mura della città di Barcellona. Barcino, città romana piccola ma fiorente, nel periodo medioevale divenne un forte impero mercantile sul Mediterraneo.
Dopo l'unificazione spagnola, sotto la corona di Castiglia, le cose cambiarono; ma nel XIX secolo, la città riprese il comando economico e industriale della città che mantiene tuttora anche se permane la sfida con la capitale, Madrid.

Degli archeologi hanno scoperto, molti anni fa, che la zona dei Pirenei era già stata girovagata da alcune tribù risalenti all'Età della Pietra. Con il passare dei millenni si spostarono verso le pianure poiché erano divenute più sofisticate. A queste prime tribù iberiche si aggiunsero altre di sangue celtico provenienti dall'Europa dell'Est; nonostante le varie diversità, riuscirono ad integrarsi. Tale mescolanza creò quella che gli storici chiamano la civiltà dei Celtiberi e si diceva che una di queste tribù, erano i Laietani. Tale civiltà venne influenzata dall'arrivo dei mercanti fenici e greci nelle coste ispaniche; infatti, gli scambi con i greci furono così importanti che, in Catalogna, stabilirono dei magazzini per le merci a Rodes (nei pressi dell'attuale Roses) ed Emporion (Empúries). L'influenza greca era presente anche per l'uso delle monete e per la moltitudine dei manufatti celtiberici. Infatti si dice che Amilcare Barca, grande generale cartaginese, creò il primo stanziamento sul sito di Barcellona, però non ci è pervenuta alcuna prova e neanche per stabilire che sia stato l'eroe mitologico Ercole a fondare la città. Quello che si sa è che Roma, acerrima rivale di Cartagine, inviò delle truppe in Spagna per contrastare Annibale che aveva invaso l'Italia durante la Seconda Guerra Punica e terminò con l'invasione dell'Impero Romano. La pace regnava nella zona e Cesare Augusto affascinato dalla gentile accoglienza che aveva ricevuto, le conferì il titolo onorifico di Colonia Julia Augusta Faventia Pia. Ancora oggi permangono quattro grandi colonne del tempio eretto per lodare l'imperatore.

Le prime mura furono erette a Barcino all'inizio del I secolo d.C.. Nel IV secolo l'Impero stava attraversando un periodo difficile e vennero eresse delle mura più massicce, così gli abitanti di Barcino (tra cui anche Cristiani) si prepararono a massacro. Ci furono ondate di predoni barbari che giunsero in Spagna per distruggere il Paese e poi andarsene. Nonostante ciò, i cristiani visigoti che fecero di Barcellona la loro capitale, decisero di restarvi aumentando il loro controllo sulla maggior parte della Spagna pur consapevoli del fatto di avere un potere debole. Limitati nel numero, i Visigoti diffusero instabilità alle ex province romane; il loro intento di ricorrere ai massacri, non servì a contrastare l'esercito di invasori musulmani che sbarcò da Gibilterra. un esercito di Berberi e Arabi, ispirati dalla fede ed interessati al guadagno, fece razzia in tutta la Penisola Iberica con tentativi di difesa, ma invani. Barcellona finì per soccombere e l'avanzata dei Mori venne fermata solo dai Franchi a Poitiers (in Francia) molti anni dopo.

Nell'801 Luigi il Pio (778-840) liberò dal dominio dei Mori, da allora una linea approssimativa da Barcellona in direzione nord-est segnò il confine. Tra i territori di dominio musulmano a sud e alcune contee cristiane a nord, venne a costituirsi così il Confine Spagnolo, una zona voluta dai Franchi per tenere lontani i Mori. Nell'Ottocento Carlo Magno (742-814), padre di Luigi il Pio, fu proclamato Imperatore del Sacro Romano Impero. Era l'imperatore a decidere i conti che avrebbero governato il Confine Spagnolo; i conti godevano di molta autonomia e spesso si contendevano il governo delle contee. Sunifred (morto nell'848) Conte di Urgell e Bernat, capo dei Septimani, verso la metà del IX secolo si contesero i territori a sud dei Pirenei. Gli alleati di Bernat governarono la maggior parte delle contee che sarebbero diventate la Catalogna. Dopo venti anni dalla morte di Bernat avvenuta nell'844, il figlio di Sunifred, Guifré el Pelόs (Goffredo il Villoso, 840-897 circa) prese il controllo, tra l'870 e l'878, di quasi tutti i territori a sud dei pirenei, Barcellona inclusa. Guifré divenne nei secoli successivi il padre della Catalogna ma in realtà i primi riferimenti storici riguardo la Catalogna, risalgono al XII secolo. Egli fondò numerose istituzioni religiose e Santa Maria de Ripoll e Sant Joan de les Abadesses, sono solo due esempi delle chiese e dei monasteri che rimangono ancora, nonostante questo il clero locale non elogiò affatto il proprio benefattore. Giuffré fondò quindi il Casal de Barcelona (Casata di Barcellona) e conquistò la regione che sarebbe diventata in seguito la Catalunya Vella (Vecchia Catalogna). Barcellona, sotto il governo dei successori di Giuffré, i Comtes de Barcelona (Conti di Barcellona), diviene una città di residenza; invece, nel 985, sotto il controllo del generale Al-Mansur (938-1002), la città fu occupata dai Musulmani. I Franchi non accolsero le richieste di aiuto dei conti che non ebbero più nessun controllo sui territori a loro assegnati. A sud Terragona era assediata dai Mori, anche Tortosa e Lleida caddero. Solo nel 1153 Siuriana de Prades, l'ultima roccaforte musulmana, fu riconquistata, nacque con la Catalunya Nova (Nuova Catalogna). Verso la fine del 1200 i Catalani controllavano a sud della Francia e territori oltre l'odierna Provenza.

Nel 1137 il Conte Ramon Berenguer IV (1131-1162) sposò l'erede al trono di Aragona. I conti della casata di Barcellona non pensarono di proclamarsi re della Catalogna, ma governarono per tre secoli come sovrani di Aragona e conti di Barcellona, i cosiddetti comtes-reis (re-conti). La Catalogna era una regione ben definita ma ogni territorio ad essa appartenente, conservava una propria indipendenza, mantenendo le proprie leggi ed usanze. La Catalogna crebbe e divenne un impero commerciale, gli Aragonesi cercavano di contrastare il regno di Castiglia, che governava la Spagna centrale. Nei secoli successivi però, i nobili aragonesi si allearono con la Castiglia.

L'espansione del commercio e del territorio avvenne in seguito ad una grave sconfitta. Pere I (1174-1213) era a capo dell'esercito che combatte contro i Francesi nella Battaglia di Muret del 1213. I Catalani furono trucidati e Pere ucciso in battaglia, i Francesi presero il controllo di gran parte dell'Occitania, lasciando la Catalogna, RousillaN, Cerdanya e parte della Provenza. Durante la battaglia, Jaume, figlio di Pere, fu rapito dai Francesi, ma grazie a papa Innocenzo III il bambino venne liberato e nel 1225, raggiunta la maggiore età, salì al trono come Jaume (1208-1272). Barcellona non aveva un porto, ma era un centro molto importante per i commerci e la marina mercantile e militare era in crescita, gli unici ostacoli allo sviluppo della città erano le Isole Baleari, covo di pirati e dogana per estorcere denaro. Nel 1229 Jaume El Conqueridor ( Il Conquistatore) partì, con duemila uomini e una flotta di centocinquanta navi, alla volta di Mallorca. La spedizione fu un successo, sei anni dopo fu conquistata Ibiza, Minorca resistette fino al 1287. Gli Aragonesi puntavano a Valencia, feudo musulmano; Jaume conquistò Valencia nel 1245, gli Aragonesi ne volevano la legislatura per creare un nuovo regno di Valencia. Dopo la morte di Jaume I, le guerre continuarono,il regno francese invase l'Aragona; Jaume II combattè contro il fratello Frederic per il controllo della Sicilia. Il regno d'Aragona era diventato un impero mercantile, ne facevano parte la Catalogna, l'Aragona, Valencia, Murcia, Rousillan e Montpellier. Le Baleari, la Sicilia e la Sardegna (sottomessa nel 1323) furono liberate dai Mori; i Catalani controllarono Atene, Malta e Gozo, seppur per un breve periodo. Inoltre vi furono tentativi di appropriarsi della Corsica e della AndalucÍa musulmana, ma senza successo.

Jaume I nel 1249 autorizzò la prima assemblea cittadina a Barcellona e nel 1274 assunse una forma definitiva. L'assemblea eleggeva cinque consellers (ministri) che, per un anno, gestivano gli affari della città, costituendo una cerchia oligarchica che faceva gli interessi della classe mercantile. L'assemblea, Consell de Cent (Consiglio dei Cento), governò la città fino al 1714. Nel 1283 venne istituito una specie di Parlamento regionale, i Corts Catalones. Le Corts erano convocate dal re-conte una volta all'anno (poi ogni tre anni), per ascoltare ed eventualmente approvare le proposte del re; promulgavano leggi e controllavano il bilancio. Fu inoltre istituito un Consiglio esecutivo permanente, costituito da dodici diputats (deputati), il suo ruolo principale era riscuotere le tasse (o generalitats) e controllare le finanze reali. Nel corso dei secoli la Diputació de la Generalitat (o solo Generalitat) ebbe sempre più responsabilità politiche e il Palau de la Generalitat divenne la sua sede.
Barcellona contava circa 50.000 abitanti nella metà del Trecento, le mura della città furono estese da Jaume I fino a La Rambla, Pere III (1319-1387) estese le mura per includervi La Ribera e El Raval. Le mura furono distrutte nell'Ottocento, ma tutt'oggi se ne può rilevare la planimetria: hanno inizio a sud, dove si trova Avinguda del Parallel, seguono Ronda de Sant Pau, Ronda de Sant Antoni, Ronda dell'Universitat, Ronda de Sant Pere e infine il Parc de la Ciutadella. All'interno della città i commercianti arricchitisi dal fiorire dei mercati, si stabilirono a Carrer de Montcada, la strada fu riprogettata per collegare la zona nord-est di Barcellona con il lungomare. Il Passeig del Bora era il centro dei commerci, vi si organizzavano tornei medievali e dal Quattrocento autos-da-fé. Vennero costruiti monumenti gotici: i Drassanes (gli Arsenali), oggi sede del museo di storia marina. Agli Arsenali erano ancorati vascelli della flotta mercantile e galeoni da guerra del Regno d'Aragona. La cittadinanza era divisa in tre classi: ciutandans honrats (cittadini onorevoli), cioè aristocratici; una classe borghese costituita da commercianti, liberi professionisti, avvocati; menestrals, il ceto basso, che rappresentava la maggioranza della popolazione e iniziarono ben presto per esplodere nel 1285, 1334, 1348 e 1391. Nel 1348 ci fu un'epidemia di peste bubbonica, la popolazione fu decimata, le guerre continuavano ma nonostante tutto, a Barcellona si continuava a costruire, in particolare, edifici gotici. Anche la politica subì profondi cambiamenti; il Consell de Cent era ormai diventato una cerchia ristretta di aristocratici che si sostituivano tra loro e non permettevano l'ammissione al Consiglio di nuovi membri, nacquero così fazioni, la Biga e la Busca. La Busca era costituita da coloro che avrebbero voluto far parte del Consiglio. Nella metà del Quattrocento i membri della Busca, si impadronirono del controllo del Consiglio dei Cento.

La fine di Catalogna avvenne già prima del patto d'unione tra il Regno d'Aragona e quello di Castiglia nel 1479, voluto dagli Aragonesi contro la volontà dei Catalani.
Per quanto riguarda le questioni più importanti fu Castiglia ad assumere il controllo, ma con l'Inquisizione a Barcellona e con le leggi che escludevano un commercio diretto tra la Catalogna e le Americhe fecero subito capire chi comandava. Stanca della guerra e per una politica economica interna indolente, la Spagna perse subito la sua posizione di prestigio, seguita anche da Catalogna. Le campagne catalane erano state saccheggiate dalle guerre così Barcellona fu messa sotto assedio dalle truppe reali. Con la morte di Carlo II, la Spagna rimase senza un erede e l'Europa approfittò dell'occasione per dare inizio alla Guerra di Secessione Spagnola durante la quale Catalogna si unì alla Francia. Salì al trono un re Borbone francese, Filippo V che assediò Catalogna e bombardò Barcellona. L'intento di questo re era uno Stato centralizzato e Catalogna perse la sua autonomia.

Nonostante tutto la città si adattò alle nuove condizioni, anzi dalla fine del Settecento fino al 1898, Barcellona tornò ad essere città guida della Spagna. Ma non fu tanto semplice a causa dell'occupazione napoleonica e la Guerra di Penisola, l'industrializzazione. Nel 1888 la città ospitò l'Esposizione Universale e a questo si unì un rinnovamento politico. Prove di una rinascita catalana le abbiamo con il Rinascimento, movimento culturale in cui una minoranza intellettuale istigò un rinnovato interesse verso la lingua e la letteratura catalana, e il Modernismo che esplose sulla scena artistica di Barcellona. I maggiori esponenti del Modernismo, in particolare nell'architettura, mostravano tendenze nazional-catalane. Nel 1892 un movimento politico promulgò le Bases de Manresa, il programma per un governo catalano autonomo.

La Spagna attraversava un periodo di incertezze politiche e pessima amministrazione economica. Ci fu un incremento della popolazione e la classe operaia, in rivoluzione, appoggiò sempre più la sinistra radicale, in modo particolare gli anarchici. Ci fu una settimana di violenze anarchiche a Barcellona, per far fronte alla campagna nel nord del Marocco, durante la quale gli anticlericali arsero le chiese della città. Tale violenza si diffuse pian piano in tutto il Paese che divenne urgente la chiamata alle armi dei volontari. Per timore di una rivolta generale degli operai, il Generale Miguel Primo de Rivera promosse un colpo di stato nel 1923. Sotto Francesc Macià e Lluis Companys, il partito dell'Esquerra Repubblicana de Catalunya proclamò una repubblica all'interno della neo-proclamata repubblica di Spagna.
La lotta tra destra e sinistra si intensificò ma alla vittoria delle elezioni da parte del Fronte Popolare di sinistra, Companys proclamò di nuovo la Repubblica Catalana ma senza risultati. Contemporaneamente il Generale Franco tentò di far crollare il governo repubblicano di sinistra a Madrid e sostituirlo con un governo nazionalista. In questo modo cominciò la Guerra Civile Spagnola.

La Spagna fu percorsa da tre anni di agonia. Companys, capo del nuovo Generalitat, non riuscì ad evitare il controllo della città da parte di anarchici e militari. A Barcellona, ebbero la meglio il partito comunista e la sua milizia, con l'appoggio di Companys, iniziando un attacco contro gli anarchici. Dopo un duro scontro che provocò la morte di molte vite, si arresero e vennero disarmati e in seguito si formò a Barcellona un governo repubblicano di contro. La Guerra Civile finì dopo due mesi e in quelli successivi la Spagna era sottoposta al comando del Generale Franco che, sostenitore di un governo centralista, abolì il Generalitat, l'uso del Catalano, il diritto di dimostrare. Negli anni che seguirono ci furono una serie di scioperi e proteste.

Con la morte di Franco, la Spagna era in crisi e la Catalogna riacquistò il potere auto-governativo che possedeva prima del 1714. Dopo Franco, successe al trono Juan Carlos I che istituì uno Statuto d'Autonomia per la Catalogna. Nel 1980 Jordi Pujol, in seguito alle elezioni regionali, divenne presidente della Catalogna e condusse una guerra di attrito contro il governo di Madrid per far accrescere il potere d'autonomia della regione. Tutto ciò, in un certo senso, ha portato anche ad una rinascita della lingua. L'immagine di Barcellona venne esaltata in occasione dei Giochi Olimpici del 1992, che fu un vero e proprio trionfo.
 

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